La flautista Giusi Ledda e la pianista Ketty Teriaca all’Istituto Sacro Cuore di Catania
APPLAUSI ED ENTUSIASMO FRA IL PUBBLICO
L’affiatato duo rileggeva la partitura con trascinante leggerezza e virtuosismo cromatico fra toni leggiadri e briosi, a tratti malinconicie scanzonati.
Felice prosieguo per la Società catanese Amici della Musica, all’Istituto Sacro Cuore di via Milano, con una formazione da camera che si aggiunge all’articolato calendario della stagione 2019-2020, dal titolo “Dialoghi musicali” curata dalla professoressa Anna Rita Fontana, direttore artistico nonché presidente dell’associazione. Si è trattato del duo composto dalla flautista Giusi Ledda e dalla pianista Ketty Teriaca, entrambe docenti, l’una titolare della cattedra di flauto presso il Conservatorio “Giuseppe Martucci” di Salerno, l’altra di Pratica e Lettura pianistica al Conservatorio “Alessandro Scarlatti” di Palermo. Il repertorio della serata, dal barocco di Carl Philipp Emanuel Bach al Novecento di Jules Mouquet, ha messo in luce lo spessore tecnico delle concertiste, unito a spigliatezza melodica e nitidezza di suono, come si sciorinava a piene mani nel corso dell’esibizione, giostrata con sensibilità interpretativa: ciò si evinceva già dalla prima parte, con l’incipit bachiano dell’“Hamburger Sonata in G maior op.564”, fedele ai dettami di scrittura contrappuntistica di Johann Sebastian Bach, maestro del figlio Carl, e con le variazioni su “Trockne Blumen” op. 160, D 802 di Franz Schubert. Dalle pagine del musicista romantico, le sette Variazioni per flauto e pianoforte , basate sul tema del Lied “Trockne Blumen”, “Fiori appassiti” della raccolta “Die schone Mullerin”, “La bella mugnaia” (ciclo di venti lieder composti dal musicista nel 1823 su testi di Wilhelm Muller, poeta romantico minore, autore di un ciclo omonimo di poesie) sono improntate alla fluidità del ruscello che scorre, come abbiamo colto nelle tangibili figurazioni virtuosistiche di flauto e pianoforte. Ruscello lungo il quale, nella narrazione di Muller, si muove il giovane mugnaio dalle prime palpitazioni d’amore alla disillusione, sino alla disperazione e alla pace con la morte (sempre nel corso d’acqua), tematica frequente nei Lieder di Schubert.
Nella seconda parte del concerto abbiamo assistito all’esecuzione, particolarmente accattivante, di due pezzi tratti dal repertorio francese rispettivamente di Jules Mouquet (Sonata per flauto e pianoforte “Le flute di Pan op. 15”) e di Benjamin Louis Paul Godard (Suite de trois morceaux op.116, Allegretto-Idillio-Valzer). Nel susseguirsi dei tre tempi della Sonatina composta nel 1904 (Pan e i pastori-Pan e gli uccelli- Pan e le ninfe, evocando la leggendaria figura silvestre, dall’aspetto caprino, per sfuggire alla quale la dea Sirinx fu trasformata nel noto strumento di canne palustri, detto appunto flauto di Pan) l’affiatato duo rileggeva la partitura con trascinante leggerezza intrisa di virtuosismo cromatico, fra toni leggiadri e briosi, a tratti malinconicie scanzonati. Sempre ben calibrato l’accompagnamento pianistico della Teriaca, ora delicato e cullante, ora corposo e perentorio. Le bravissime concertiste chiudevano la serata col bis del Valzer, terzo tempo di Godard, dalla suddetta suite, fra scintillanti echi straussiani, accolto dall’entusiasmo del pubblico intervenuto con meritatissimi applausi.
Anna Fonte
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Mar, Set 8, 2020
Spettacolo