Festival belliniano in una Tiepida e magica serata d’autunno
GIANFRANCO PAPPALARDO FIUMARA A PALAZZO BISCARI DI CATANIA
Una regale cornice ha fatto da sfondo ad un repertorio vario e raffinato, tessuto con estrema delicatezza.
Quanto mai piacevole e gradito il percorso musicale che ha reso la fruizione più intensa e partecipata
Serata d’incanto a Palazzo Biscari il 28 ottobre, in occasione del consueto Festival belliniano, su direzione artistica di Enrico Castiglione-, con Gianfranco Pappalardo Fiumara al pianoforte. La regale cornice ha fatto da sfondo ad un repertorio vario e raffinato all’un tempo, tessuto con estrema delicatezza, sia per i generi trattati, sia per il tocco fermo ed elegante, misurato e pulito, dell’eccellente pianista.
La performance si è snodata su un percorso quanto mai piacevole e gradito che ha reso l’intera fruizione più intensa e partecipata.Tra una proposta e l’altra infatti il maestro interveniva offrendo note didascaliche di grande interesse storico e note aneddotiche, restituendo una dimensione umananizzata e talvolta fragile degli Autori, rendendo così più significante e godibile l’intero recital.
Dopo un periodo di assenza, Gianfranco Pappalardo Fiumara è ritornato al pubblico catanese in piena forma: con una elevata misura di spontaneità e dolcezza, ha tenuto attento una platea numerosissima che, assorta in un ascolto quasi religioso, ha fragorosamente applaudito ad ogni brano che spaziava in un repertorio di elegante ed ampio respiro, difficilmente cosi piacevolmente assortito. Si è trattato di un repertorio anche obbediente al tema belliniano, nei termini di predilezione del cigno catanese, di quegli autori e quei brani che avessero marcate valenze di cantabilità, e in modo particolare tratte dal repertorio chopiniano. Ma non potevano mancare all’appello due sonate di Mozart, una suite di C. P. E. Bach, revisionata dalla grande Rosalyn Turek, con la quale il Maestro si è formato, svelandogli un talento spiccato e raffinato per la musica barocca.
Thalberg, e poi il grande Frontini, catanese, ingiustamente assente dai repertori pianistici locali, e ancora Czerny, nonché le pregiate chicche di alcuni brani belliniani inediti, eseguiti per la prima volta davanti al pubblico catanese e scovati dallo stesso Gianfranco Pappalardo Fiumara, tra tanti fogli sparsi, nella biblioteca del conservatorio di Milano… e infine, una chiusa in bellezza: sonata al chiaro di luna di Beethoven, tocco di grazia in una tiepida, magica serata d’autunno in una aristocratica Catania.
Una coltre di pacata letizia si è depositata sull’animo di tutti, è certo, che appagati hanno lasciato gli sfarzosi bellissimi saloni di Palazzo Biscari, con un moto di malinconica dolcezza, emersa da un eccellente pianismo e dalla scelta di un repertorio che, fuggendo il virtuosismo ormai di gran moda e largo consumo, ha lasciato spazio alle tinte delicate che più realisticamente il pubblico anela.
Ancora due bis prima del congedo e poi… grazie per la splendida serata.
Norma Viscusi
Tags: festival belliniano, Gianfranco Pappalardo Fiumara, l'Alba ArteCulturaSocietà, Palazzo Biscari di Catania
Mar, Nov 12, 2019
Spettacolo