“Vittorio Emanuele III. Piccolo grande Re un’altra storia” di Guglielmo Bonanno
Su iniziativa dell’Anac di Catania, il libro è stato presentato alla “Quercia del Duca” di San Giovanni Galermo
Un aperitivo per parlare di storia e cultura. La sezione provinciale di Catania dell’Associazione nazionale Arma di Cavalleria, presidente duca don Stefano Mario Coco di Mara, in collaborazione con l’Istituto Internazionale di Diritto Nobiliare, Storia ed Araldica hanno presentato presso la loro sede sportiva “La quercia del Duca”, dei soci Cutrufo, patrocinato dall’Ateneo Pontificio “Regina Apostolorum” di Roma, Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon e Accademia Italiana Cerimoniale Immagine e Comunicazione, il volume del M.se Guglielmo Bonanno di San Lorenzo Piccolo Grande Re, Vittorio Emanuele III. Un’altra storia (edit@ casa editrice e libraria Taranto, 2014, €16,00, pagg. 240).
Il libro, che si legge con entusiasmo per la narrazione lineare, racconta l’educazione e la formazione di Vittorio Emanuele; la prefazione è del nipote Vittorio Emanuele duca di Savoia e principe di Napoli, il quale, con amarezza, evidenzia come ancora le spoglie, attualmente ad Alessandria di Egitto, non sono ancora state riportate al Pantheon di Roma.
L’introduzione è a firma di Giulio Andreotti, che ha definito Vittorio Emanuele III «uno dei protagonisti, se non il principale, della storia dell’Italia moderna» e «un riformatore vero pronto ad affrontare con coraggio qualunque cambiamento rispettoso della volontà popolare e mai ingerente nelle questioni di governo». Il testo non ha né scopo né orientamento politico e ideologico, l’autore opera e lavora nell’Interpol e con le Nazioni Unite quale militare dell’arma dei Carabinieri, e attraverso una ricerca storiografica ripercorre il processo storico degli ultimi 70 anni sulle accuse rivolte a Vittorio Emanuele III, che non ha avuto facoltà di replica. Un compito non facile, proprio perché tutti siamo portati a modellare un fatto, un evento o un personaggio storico in base ai nostri desideri o in base alle nostre aspettative. Ogni passaggio di questo libro è stato oggetto di attenta valutazione documentale, attenendosi alla maggior esattezza storica possibile e di voluta moderazione, facendo emergere la figura dell’uomo prima ancora del re, assolutamente diversa da quella a cui siamo abituati.
Durante l’evento, a rafforzare la chiara tesi filologica, con un’attenta carrellata storica, ha relazionato il prof. Emilio Petrini Mansi della Fontanazza, docente di Diritto Nobiliare Comparato all’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, che analizza il contenuto del testo sotto l’aspetto genealogico e araldico, evidenziando la consanguineità dei matrimoni nella famiglia Savoia e non a caso da Umberto I e Margherita, primi cugini, nasce Vittorio Emanuele III un uomo dal fisico sicuramente non vigoroso, piccolo di statura e da lì anche l’appellativo “piccolo grande Re”, dotato di intelligenza brillante e di vastissima cultura con animo sensibile che ha regnato per 46 anni, impensabile oggi. Le sue scelte nel tempo sono state criticate ma furono obbligate, il fascismo l’ha voluto il popolo e il sovrano poteva solo ratificare le scelte del Parlamento, fra l’altro conoscendo le condizioni dell’esercito non ottimale abbandonerà la propria nazione per evitare la guerra civile lasciando il regno al proprio figlio. La moglie Elena fu scelta per rinnovare quel sangue e porre un ponte con i Balcani e i russi, una donna devota che gli dette cinque figli, grande sovrana in un momento difficile, adesso proclamata beata. Una famiglia nobiliare la cui storia risale al 1100, e ha realizzato un’opera di numismatica con acquisizione, classificazione e studio di decine di migliaia di monete medievali e moderne, provenienti dalle zecche di tutta la nostra Penisola, un’opera composta di 20 volumi enciclopedici a cui volle dare il nome di Corpus Nummorum Italicorum.
Il prof. Francesco Raneri, docente di Cerimoniale Università Catania e Presidente Accademia Italiana Cerimoniale Immagine e Comunicazione, si sofferma sull’educazione e formazione del Re e «in questa società complessa, ognuno di noi vive alla giornata ed è difficile capire una figura così poliedrica importante e punta il dito sulle criticità». Pone una domanda alla platea «se tutti fossero stati come il Re, l’Italia sarebbe cambiata in peggio o in positivo?», continua «l’uomo costruisce il suo destino ma il destino spesso prevale». Ha moderato l’incontro la giornalista dott.ssa Lella Battiato Majorana Gravina, che ha sottolineato l’importanza della laicità dei testi storici scolastici, per allargare gli orizzonti e le prospettive dei discenti, poiché spesso personaggi come Vittorio Emanuele che sono stati strumenti della nostra cultura per motivi ideologici o politici vengono obliati, evitando una corretta chiave di lettura degli avvenimenti.
La conclusione è stata affidata all’autore del libro che sottolinea il carattere esclusivamente storico e di ricerca documentale, «Vittorio Emanuele è l’imputato, ma non c’è contraddittorio, se qualcuno nel tempo l’ha difeso è stato ammutolito. È giustizia difenderlo nei confronti dei nostri figli, della storia, dare la possibilità di farsi un’idea propria non preconfezionata; è giusto affrontare una nuova prospettiva che focalizza la sua relazione sull’avvento del fascismo: le leggi razziali? L’86% della popolazione era iscritta al fascismo e dopo il referendum discutibile sui risultati del ’46, come mai nessun italiano possedeva più distintivo e non c’erano più i moschettieri del duce?… tutto sparito! il consenso del popolo veniva fuori dal biennio rosso con scontri di piazza e il popolo chiedeva sicurezza. L’inizio fu un governo di coalizione, ma indicare Vittorio Emanuele III come responsabile dell’avvento del fascismo è una forzatura, fra l’altro i fascisti li additava come “quella gente”». Ha coagulato il suo intervento riportando la frase del Corriere della Sera, che non era un giornale di partito scriveva «oggi i fascisti hanno ragione di credersi sorretti dalla pubblica opinione; hanno probabilmente ragione di credere che la loro presenza parlamentare è assai inferiore al consenso che essi riscuotono nel Paese». Il delitto Matteotti con l’allontanamento dall’Aula di molti parlamentari ha fatto sì che i fascisti prendessero il sopravvento. Continua la sua prolusione specificando cause e concause, uno stesso personaggio e periodo storico possono essere analizzati in modo diverso e secondo le ricerche storiche. Riguardo le leggi razziali l’antisemitismo non ci appartiene come popolo, discendiamo dai romani, una mostruosità storica attribuita al Re che controfirmò malvolentieri; ricordiamo che nel ’38 gli ebrei furono spogliati di tutti i beni da parte dei tedeschi e successivamente furono imbarcati su una nave per l’Inghilterra, ma gli inglesi non li hanno voluti e li hanno rimandati indietro. Stimolando l’interesse e la curiosità del pubblico l’autore racconta degli aneddoti che caratterizzano la figura del sovrano, amava raccogliere ogni giorno le “violette” per regalarle alla moglie. Gustava cibi semplici, e durante il suo soggiorno a Brindisi alla richiesta di un ufficiale inglese e americano, se avesse bisogno di qualcosa rispose, poiché abitava un’umile casa, solo «due uova fresche» di cui Elena era ghiotta. Indovinata sintesi la poesiaOmaggio a Vittorio Emanuele III, luci ed ombre composta per l’occasione dal prof. Vito Leanza che insegna all’Università di Catania ginecologia e ostetricia. Il professore suggerisce alla platea di guardare a nuovi obiettivi attraverso un sentimento poetico sul “re soldato”. Il componimento, espressione di alta liricità spingendo tra consonanze stilistiche e addentellati cronologici storici, coglie le memorie più intense, rievocando affetti che restano eterni. Il pregiato pubblico ha accolto e gradito per la scelta dei suoni tra assonanze e allitterazioni, nessi sintattici e punteggiatura, tuffandosi in una dimensione di riflessione su temi toccanti: guerra, famiglia, amore legati da un fil rouge di armonia universale; sinergia fra la realtà di riferimenti storici oggettivi, di ricerca e la imprescindibile necessità di umanizzazione dell’arte medica.
A chiusura dell’incontro, l’argomento di alto spessore ha consegnato una nuova visione del Re suscitando tra i presenti, ricchi rimandi culturali e partecipando al dialogo con vivacità e proposte: la lettura del libro da inserire nelle scuole del territorio. Sono intervenuti Giuseppe Restivo ispettore regionale Guardie d’onore del Pantheon, la rappresentante della Croce Rossa, Filippo Marotta, Placido Lavenia, Enzo Mirulla delegato sindaco di Misterbianco alle frazioni (fra cui Poggio Lupo), Patrizia Costa presidente Fidapa Gravina di Catania, Grazia Caruso Guardie d’onore di Catania.
Lella Battiato
Mer, Ott 7, 2015
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