Una cattiva maestra: la Buona Scuola!!!
Mer, Apr 22, 2015
Nel DDL uno scenario clientelare nei confronti dei Dirigenti scolastici
I docenti italiani chiedono al Presidente Mattarella di prestare la massima attenzione al DDL del governo su “La Buona Scuola”. Il documento che è stato finora diffuso presenta, infatti, delle gravi incongruenze costituzionali. Nel DDL si prefigura uno scenario clientelare nei confronti dei Dirigenti scolastici che acquisirebbero l’autorità di scegliere i docenti per il loro istituto attingendo da Albi regionali come se fossero albi di figurine dei calciatori. In questo caso verrebbe a crearsi, di fatto, una violazione del diritto dei docenti di ruolo che violerebbe anche l’art. 33 della Costituzione. L’impressione che si ricava è che la Buona Scuola eliminerebbe la libertà d’insegnamento e di conseguenza l’autonomia didattica e metodologica dei docenti, i quali tenderebbero ad insegnare “compiacendo” le richieste dei presidi che, scegliendo la loro “squadra” , finirebbero per decidere anche della sorte futura degli alunni, della loro vita, della loro famiglia e, in prospettiva, anche di tutta l’Italia. Lo scenario che si prefigura non ha nulla di fantastico, ma anzi rientra in quella visione, già troppo spesso accarezzata dal governo di Renzi, di un paese dove le differenze sociali si acutizzano invece di dirimersi e di essere tutelate. Scegliere un docente al posto di un altro potrebbe anche rivelarsi un atto di discrezionalità basato su parametri sbagliati, perché decisi su base soggettiva e non oggettiva. Ma anche qualora la scelta avvenisse in modo oggettivo, è chiaro che nemmeno il curriculum più completo e specializzato, che il preside potrebbe attingere dall’Albo regionale, potrebbe mai indicare che si è davanti ad un bravo docente. L’insegnamento è un valore aggiunto alle conoscenze e ai titoli accademici e non è detto nemmeno che uno scienziato saprebbe condurre una classe di giovani persone allo sviluppo delle loro abilità e competenze. L’insegnamento è un seme che si regala all’alunno, soltanto se viene annaffiato e curato con passione e perseveranza dal docente, dall’alunno e da tutta la società, diventerà una pianta rigogliosa, “quando” il seme crescerà e sarà grande non è dato saperlo, a volte si sviluppa subito e a volte dopo tanti anni, a volte ha bisogno di fertilizzanti e a volte ha la fortuna di essere uno di quei semi tenaci e forti che si alzano subito con una piantina rigogliosa e vitale. È impossibile prevedere il risultato futuro del giovane che studia e, di conseguenza, è impossibile valutare i risultati che i docenti potranno ottenere nel breve periodo, dunque, nessun docente per quanto titolato, potrebbe essere scelto a priori per alunni che si presenteranno, sicuramente, con una infinita varietà di caratteri e situazioni. L’art. 97 della Costituzione recita che l’attività della Pubblica Amministrazione deve avvenire in modo imparziale e questa imparzialità deve servire da garanzia anche all’imparzialità dell’insegnamento. Qualora gli insegnanti venissero scelti in modo parziale ne conseguirebbe un insegnamento atto a soddisfare solo una parte dei bisogni degli studenti, ovvero una riduzione di libertà individuale che lo stesso docente passerebbe in eredità al discente. Oggi nessuno ha diritto a scegliersi un dirigente scolastico perché viene aggiunto di diritto senza essere approvato né dalle famiglie e tanto meno dagli studenti, non sarebbe allora più opportuno che ogni collegio docenti eleggesse il proprio preside insieme a studenti e genitori, magari sulla base di una rosa di candidati proposti dal Consiglio d’Istituto? La scuola pubblica è di tutti ma prima di tutto è dei giovani che ne hanno bisogno e che ne hanno diritto. Le linee guida dei Programmi scolastici parlano ripetutamente di formazione del cittadino, ma quale cittadino possiamo formare se i primi a disattendere la Costituzione sono il Governo e il Parlamento che discutono leggi incostituzionali?
Carmela Blandini
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Con questa Riforma del governo Renzi, la politica entra nella scuola a gamba tesa. Si sceglieranno i docenti a secondo dell’orientamento politico o ideologico. Esagerato? Penso realmente che si possono verificare queste situazioni, già ora in alcuni Licei, i politici regionali sono spesso in sintonia con i presidi ed utilizzano le scuole per conferenze politiche, nascondendosi dietro a qualche premiazione