Nel Nome di Lucia!
Da Motta a Belpasso la notte del 12/13 dicembre
Nella notte tra il 12 e il 13 dicembre un folto gruppo di mottesi si mette in viaggio per raggiungere a piedi il centro di Belpasso, in festa per Santa Lucia. Lontane sono le origini di questa pratica devozionale molto radicata a Motta S. Anastasia che, nonostante il passare del tempo, continua a coinvolgere fedeli e a unire in un vincolo di solidarietà e affetto le due comunità. Il silenzio di quella fredda notte d’inverno è interrotto soltanto dal brusio dei devoti che si radunano per iniziare il cammino, o meglio, il viaggio -come si è soliti chiamare a Motta il pellegrinaggio- che li impegnerà per qualche ora e li condurrà ai piedi di Santa Lucia, nella chiesa madre di Belpasso, dove potranno pregare la Santa della luce o rendere omaggio per una grazia ricevuta. Giunti in paese, i pellegrini mottesi si riversano in chiesa per prendere parte alla Santa Messa celebrata dai parroci delle parrocchie di Motta e per assistere alla commovente svelata del simulacro. Nel momento in cui la “porta degli angeli”, scivolando, fa apparire il volto della martire, gli occhi di Lucia incontrano quelli dei suoi devoti che possono adesso sciogliere il loro voto di riconoscenza e presentare alla Santa il “viaggio”, la fatica del cammino. In chiesa, i mottesi giunti a piedi incontrano decine e decine di compaesani che, pur non avendo compiuto il pellegrinaggio con loro, vengono a rendere omaggio alla Patrona dei belpassesi. Testimonianza del legame che unisce gli abitanti di Motta alla Santa siracusana è una tela risalente al XVIII secolo e custodita nella chiesa dell’Immacolata, nel cuore del borgo medioevale; in essa, Lucia è raffigurata assieme ad altre due insigni martiri, Agata e Barbara, nell’atto di ricevere la corona della santità. Lucia, posta alla destra di Agata, reca con sé gli attributi tipici della sua iconografia: la palma del martirio e il piattino con gli occhi. La tradizione popolare ha erroneamente identificato la figura posta alla sinistra di Agata con Anastasia, patrona di Motta, ma la torre con le tre finestre che la Santa stringe tra le braccia rimanda chiaramente a Barbara, venerata nella vicina Paternò. Il recente restauro della Chiesa Madre ha permesso di ritrovare un’ulteriore testimonianza del culto di Santa Lucia a Motta: la martire siracusana, infatti, è raffigurata in uno dei pennacchi della cupola antistante l’altare maggiore e reca, anche in questo caso, la palma del martirio e il piattino con gli occhi. Attraverso il “viaggio”, dunque, Motta S. Anastasia si unisce a Belpasso nel vincolo della fede e della devozione, rinnovando una tradizione trasmessa dai padri e partecipando alla gioia di un popolo che onora la sua Santa protettrice…sarebbe bello se i mottesi potessero avere come ospiti i loro ‘vicini’ in occasione della festa di Sant’Anastasia!
Alessandro Puglisi
Tags: alba, belpasso, l'alba, l'alba periodico, patrona, santa lucia
Sab, Dic 6, 2014
Cultura&Società