Un agosto speciale al Parco Gioeni di Catania con il “Teatro di paglia”
Tre coinvolgenti serate, ricche di poetiche emozioni e suggestioni
Un agosto speciale, nel gran polmone di verde del Parco Gioeni di Catania, con il “Teatro di paglia” voluto da Elio Gimbo ed un cartellone interessante e ricco di emozioni e suggestioni. Nell’ambito dell’evento complessivo, tre spettacoli sono stati presentati dalla Sala Magma (Via Adua 3, Catania), nata nel 1981, ormai consolidata realtà no profit tra i più apprezzati riferimenti culturali catanesi.
Le compagnie, che generalmente operano alla “Sala Magma” (Centro Magma e Terre Forti), hanno così realizzato con un “trittico” una positiva “trasferta” confortata dal consenso del pubblico. All’interno del Parco (purtroppo mortificato da un’illuminazione carente), l’allestimento di uno spazio affascinante con un emiciclo realizzato interamente con balle di paglia da “Fabbricateatro”, in uno scenario che riporta alla natura e alla tradizione (l’architettura di paglia è appannaggio della civiltà contadina) unite ad arte e creatività.
Dei tre lavori, proposti dal Magma nel suggestivo scenario agreste, due erano con la regia di Alfio Guzzetta, (Mao, Belzebù e il Padreterno eStidda lucenti china di biddizzi), brillanti particolarmente per la realizzazione popolaresca, uno invece (Rèpitu d’amuri) adattato e curato direttamente dal direttore artistico Salvo Nicotra. Per tutti gli spettacoli, sempre lo stesso direttore di scena: Orazio Indelicato e la stessa ditta Enzo Merola per le luci e la fonica. Le stelle e lo star bene assieme, invece, facevano dimenticare l’afa estiva.
«Un programma completo – ci dice l’applaudito regista e scenografo Salvo Nicotra – che concilia divertimento e riflessione, musica e teatro, commedia e recital, all’insegna della lingua siciliana. Uno sforzo organizzativo che la Sala Magma con quanti vi operano ha fortemente voluto mettere in campo, sposando con convinzione l’idea di un “ritorno” alle origini, alla terra, alla natura, con il messaggio dell’ideale e virtuoso connubio fra arte ed ambiente, con la tradizione vissuta in maniera intima e trasposta per gli spettatori del ventunesimo secolo con la riscoperta di strumenti e materiali “di base” ed in locations che riconducono ai colori, agli odori, agli usi di tempi che furono e che molto possono darci ed insegnarci per farci vivere meglio la contemporaneità fatta di frenesia ed artificiosità».
Il primo spettacolo (12 agosto) Mao, Belzebù e il padreterno di Nino Greco, Compagnia Terre Forti, con la regia del suo direttore artistico Alfio Guzzetta, si è sviluppato come un gioco teatrale corale, goliardico e a tratti amaro, in cui il demonio (Letizia Tatiana Di Mauro, che disegna con buon chiaroscuro questo personaggio ancora una volta affidato a una donna) rivendica i propri diritti su Mao Tse Tung (una vivace e convincente Emanuela Cutuli). L’occasione è utilizzata per rappresentare lo scontro tra bene e male con Dio e Belzebù. Ha divertito e coinvolto il pubblico presente quella “strana lotta” accesasi tra il Padreterno e il Diavolo, un’epica contesa fra i due, decisi a litigarsi senza requie l’anima del grande Mao. Uno spettacolo con distacco, leggerezza e aperta ironia verso la storia e gli ideali traditi e le utopie, che fa sorridere e riflettere. Gli altri interpreti: lo stesso Alfio Guzzetta (Padreterno), Andrea Bianco (San Pietro), Gaetano Gullo (Nunzio), Carmelisa Puglisi (Santa Rita), Antonella Rotondo (Maddalena), Carlo Salamone (Gesù), Pino Salamone (San Giuseppe), Yanka Hristova (Maria) e Gregorio Lui (chitarra e canto); con le azioni coreografiche di Francesca Romana Di Giorgio.
Il secondo spettacolo del trittico (19 agosto) al Parco Gioeni è stato Rèpitu d’amuri, Santo Calì secondo Salvo Nicotra, con gli attori Cinzia Caminiti, Antonio Caruso ed Alfio Guzzetta e la cantante Lucia Nicotra. Musiche originali, arrangiamenti ed esecuzioni dal vivo (chitarra) di Paolo Capodanno. Adattamento e regia di Salvo Nicotra. Collaborazioni: Centro Sperimentale Kerè di Catania, Assoc. I Siciliani (Fabbricateatro – Elio Gimbo), Coop. La terra del sole, Ass. Terre Forti. Dice il direttore artistico Nicotra: «L’intera produzione di Santo Calì (un complesso e variegato corpus che comprende poesia, prosa, saggistica, ecc.) non nasconde mai una sorta di rèpitu d’amuri, che ha il sapore del lamento sordo, accorato, intimo e allo stesso tempo urlato, quello che solo la pena d’amore può determinare. Ma qui l’amore è qualcosa di cosmico, universale; anche quello per la donna assurge a metafora di altro: ora della propria terra (la Sicilia) ora dell’umanità intera; ma, soprattutto, di tutti i diseredati, di coloro che non hanno voce perché altri gliel’hanno tolta. Nel silenzio secolare, lo scrittore con i suoi squarci come lampi, offre la possibilità di aprire gli occhi e l’animo, di innalzare grida di rivolta, di abbandonare l’apatia davanti alle ingiustizie, alla violenza, alla guerra e alla fame. Credo che l’universalità che si sprigiona dalle parole di Calì sia di una attualità strabiliante». Nella pièce sono condensati pezzi significativi, esemplari, tuttavia estrapolati con una sensibilità “altra”, quella di Salvo Nicotra, che da oltre quarant’anni dedica studio e messe in scene a Santo Calì. Le parole di Calì aleggiano sul Teatro di paglia del Parco Gioeni di Catania come se fossero a casa propria. È una “finestra” nell’appassionato mondo del poliedrico autore linguaglossese, scomparso nel 1972, che sa essere tanto aspro quanto sublime. Calì, sanguigno e sempre attuale, è da ritenersi indubitabilmente espressione autentica della poetica siciliana. Pregevole la lettura proposta dei versi, magistralmente incastonati nel copione scritto dall’autore, regista e scenografo catanese Salvo Nicotra, che lo ha affidato ad attori esperti e popolari come Alfio Guzzetta, Antonio Caruso e Cinzia Caminiti ed alla bella e suadente voce della cantante Lucia Nicotra. Un cast che sa dare voce con forza tanto alle poesie quanto alle prose autobiografiche che tratteggiano il ritratto dell’intellettuale ed attivista che infiammò gli animi e le vicende politiche, culturali ed umane del versante jonico-etneo. Il tutto, impreziosito dal suggestivo commento musicale curato appositamente dall’apprezzato autore ed esecutore musicale Paolo Capodanno. E non passa inosservata la presenza discreta di Orazio Indelicato, che dalle origini del Centro svolge – accanto a quella di direttore di scena – una perseverante attività promozionale della poesia, e di protagonista di ogni iniziativa che si svolge in ambito letterario alla Sala Magma. C’è poi Lucia Nicotra che è nata e vissuta fra le persone e le cose del Centro Magma e, quindi, fra le palore di Santo Calì; la sua splendida voce esprime tutto della nostra donna, della nostra gente, della nostra storia. Come ha sottolineato la critica, è stata una bella occasione per «assaporare la quasi dimenticata magia della poesia, schiacciata dall’indifferenza e dal logorio del quotidiano. Ed il miracolo della socializzazione, dell’incontro, dello scambio di emozioni, è avvenuto. Una pièce compatta, scorrevole, di grande poesia, una sorta di viaggio di conoscenza dell’universo di Santo Calì. Una serata all’insegna della poesia più pura, con una lettura volutamente semplice, estrapolando con sensibilità e cura dall’immensa produzione di Santo Calì le opere più significative». Dunque, epopea, introspezione e un controllo immenso della palora che è sacra, patrimonio irrinunciabile. Coinvolto ed affascinato il pubblico che ha lungamente applaudito lo spettacolo.
Il terzo spettacolo (21agosto), è stato Stidda lucenti china di biddizzi, la donna nella tradizione siciliana, a cura di Eleonora Guzzetta, Compagnia del Centro Magma, con la regia ancora di Alfio Guzzetta (che ne è anche adattatore e attore). Un’ora divertente, una pièce definita come «un salto nelle tradizioni popolari e musicali di una volta», in cui sono state particolarmente apprezzate tra l’altro anche le canzoni eseguite con grande personalità dal bravissimo cantautore Gregorio Lui, e le sue performance alla chitarra, assieme agli interventi (definiti da qualcuno «misurati e passionali», da altri «istrionici») di Alfio Guzzetta, coadiuvato dalle bravissime Letizia Tatiana Di Mauro, Antonella Rotondo e Carmelisa Puglisi che hanno ottimamente incarnato le avvenenti e passionali donne siciliane e la bellezza femminile nella tradizione siciliana, che è al centro dello spettacolo. A parte un passaggio drammatico di Guzzetta, il lavoro è stato definito «un divertente recital tra commedia, musica e poesia», un gioco pieno di schermaglie, canzoni, favole, brani “classici” e testi ed espressioni popolari, che si ispira alla più genuina scuola poetica e musicale siciliana. Anche se, in verità, a taluni è potuta sembrare “discutibile” (o addirittura “deteriore”) l’immagine della donna siciliana e della condizione femminile che complessivamente si è ricavata nel rifarsi passionalmente alle tradizioni popolari.
Il plauso all’iniziativa del Centro Magma e di Terre Forti al Teatro di Paglia viene esplicitato dai riconoscimenti del pubblico. Parole, terra, poesia, emozioni, gesti, respiri: il “Teatro di paglia” (ottima intuizione di Elio Gimbo) ed il Centro Magma hanno saputo regalare davvero tanto.
Roberto Fatuzzo
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Lun, Set 15, 2014
Eventi, Spettacolo