Rosa Balistreri di Giuseppe Cantavenere e Nello Correale a Misterbianco
Caloroso e applaudito incontro con i due Autori nel Chiostro della Biblioteca Comunale
Nell’ambito della Rassegna “In cerca d’autore”, una magnifica serata di fine luglio nel suggestivo chiostro della Biblioteca comunale “Concetto Marchesi” di Misterbianco, dedicata alla grande e indimenticabile Rosa Balistreri. In collaborazione con l’Assessorato comunale alla cultura e la stessa Biblioteca, alla presenza di un folto pubblico rimasto emotivamente coinvolto fino alla fine, si è svolto un incontro di alto spessore socioculturale, con la presentazione del libro Rosa Balistreri di Giuseppe Cantavenere (Salvatore Sciascia editore) e del film-documentario di Nello Correale LA VOCE. Rosa Balistreri la cantatrice di Licata (Tipota Movie Company), con Donatella Finocchiaro, Vincenzo Gangi e Faisal Taher.
L’interessantissimo incontro, alla presenza dei due Autori, è stato condotto dalla giovane e brillante attrice Luisa Ippodrino che ha magistralmente recitato alcuni brani del libro, mentre la bravissima cantante folk Cinzia Sciuto ha interpretato da par suo tre canzoni del repertorio di Rosa. Era presente tra il pubblico anche il critico cinematografico prof. Sebastiano Gesù.
Caloroso saluto agli ospiti dell’assessore alla Cultura Barbara Bruno e quindi intervento della prof.ssa Norma Viscusi, editorialista del periodicol’Alba, che introduce – con eleganza, pacatezza ma visibile partecipazione interiore – il dibattito e la figura unica e speciale di Rosa: «Quando me ne parlarono e la vidi ed ascoltai per le prime volte – ha ammesso l’appassionata relatrice – ne ebbi una pessima impressione, non solo sul piano fisico e dell’immagine femminile; poi ho imparato a scoprirla, a conoscerla, brano dopo brano, fino a restarne immensamente affascinata»; ed è invero: un’esperienza comune a moltissimi. Non erano infatti di certo la bellezza fisica e la cura di sé le caratteristiche pregnanti di quella ragazza cresciuta analfabeta e in un contesto degradato, che diventerà donna segnata da tante violenze fisiche e morali e inaudite sofferenze, ma che pur riusciva – al di là di tutto e tutti – ad essere incredibilmente allegra e vitale e che nel canto si realizzava “felice” nonostante quella sua vita martoriata. L’avvocato Giuseppe Cantavenere, giornalista e scrittore, autore del libro, ben conobbe Rosa e il suo ambiente e molti familiari e si convinse a raccoglierne personalmente (dalla sua viva voce) il racconto, la storia di una vita e di tanti passaggi penosi, squallidi eppur vitali, e molti particolari sconosciuti, e la carriera di passionale e coinvolgente folk singer siciliana cominciata “per caso” con Dario Fo, fino alla prematura morte nel 1990, quando neanche un annuncio funebre – è stato citato – fu fatto da quel comune di Licata che l’aveva ignorata e che solo successivamente cominciò a “riconoscere”, apprezzare e vantare i natali di quella donna straordinaria che l’Italia e tanta parte del mondo avevano nel frattempo esaltato.
Rosa «cantava per sfogare la rabbia». Il timbro forte ed originale della voce le consentì in seguito di interpretare le canzoni popolari siciliane con un tono fortemente drammatico, esprimendo il senso di povertà e orgoglio della sua terra. Le delusioni e i tradimenti, il carcere, la fuga dalla Sicilia, i suoi lunghi anni a Firenze, le mille esperienze e tribolazioni, ed i tanti lavori umili, la conoscenza decisiva con Ignazio Buttitta e Dario Fo; e poi l’amata Palermo, dove morì «assieme all’immagine ed al canto di una Sicilia che non conosceva rassegnazione». Aveva tra l’altro cantato per le Feste dell’Unità e recitato al Teatro Stabile di Catania.
«Rosa Balistreri non è una comune cantante folk – ha affermato tra l’altro Nello Correale, autore del film – ma a mio avviso può ben definirsi una cantante blues, con l’anima siciliana che si esprime ben al di là del periodo e del contesto sociale in cui è vissuta. Ed anche grazie a lei, io, che siciliano non sono, ho scoperto quanti tesori da valorizzare come “patrimoni” universali abbia la Sicilia, tra cui proprio la voce ed il repertorio di Rosa, come vero e proprio “museo”, ed è una terra che mi dà sempre tantissime lezioni ed emozioni». E gli aspetti più significativi di Rosa Balistreri donna e artista, così carnale e spirituale, sono stati ripercorsi dal direttore del periodico l’Alba, prof. Pino Pesce, nel suo qualificato intervento conclusivo del dibattito, da arguto e profondo conoscitore delle realtà del nostro territorio e di persone quali la nostra The voicesiciliana; ora riscoperta ed amata per come merita con quell’amore che in vita non ha forse mai avuto. Quindi i dovuti elogi di Pesce a Correale il quale ha fatto di Piazza Santa Margherita di Marzamemi un «salotto antiborghese», una «finestra» dell’accoglienza, aperta anche e soprattutto agli ultimi e a tutte le diversità che rivendicano rispetto e dignità in ogni angolo del mondo.
Alla fine, nello stupendo chiostro, la proiezione del film documentario di Correale:una serie di brani, interviste, testimonianze, commenti, “spezzoni” di repertorio, immagini e suoni che ripercorrono e contestualizzano efficacemente la vita, la carriera, il modo d’essere e di vivere ed esprimersi vulcanico e sanguigno – e al tempo stesso profondo e semplice, struggente e allegro – di una donna, artista ed interprete straordinaria che in molti abbiamo imparato a conoscere tardi ma che ora siamo felici di far “nostra”, grazie tra l’altro alle “voci” e testimonianze vive di questa magnifica serata misterbianchese che anche ai più giovani ha davvero dato tanto.
Roberto Fatuzzo
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Dom, Ago 3, 2014
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