“Phil Stern. Sicilia 1943. La Guerra e l’anima” a Motta Sant’Anastasia
Applaudito calorosamente dal folto e attento pubblico il documentario di Ezio Costanzo
Il 2 luglio, alla Biblioteca comunale di Motta Sant’Anastasia, è stato presentato il documentario Phil Stern. Sicilia 1943. La Guerra e l’anima, redatto da Ezio Costanzo, docente all’Accademia delle belle Arti di Catania nonché giornalista e storico.
Il cortometraggio narra, da come si deduce dal titolo, la breve e intensa esperienza militare del celebre fotografo hollywoodiano durante lo sbarco anglo americano, noto come “operazione Husky”, il 10 luglio del 1943 sul litorale di Licata.
Dopo i saluti della dott.ssa Maria Anastasia Distefano (assessore), sono intervenuti il professore Pino Pesce, direttore del periodico l’Alba e la professoressa Norma Viscusi, gionalista. Il Direttore de l’Alba ha introdotto la serata ricordando con emozione il suo personale incontro con Phil Stern sottolineandone la ricchezza esistenziale che questo ammirevole personaggio comunicava. Dopo aver ricordato molti degli scatti storici di Stern ai maggiori attori di Hollywood, a personaggi famosi del mondo della canzone americana e della politica, Pesce ha ricordato alcuni momenti salienti della Sicilia dell’estate del ’43 sulla terribilità della storia umana, “crudele”, come dichiarava una canzone inedita, scritta e cantata per l’occasione dal giovane cantautore Carlo Festa. E’ vero però, come sottolinea la Viscusi, che «conoscere la storia della propria terra è un obbligo morale; che pertanto bisogna farne memoria per migliorare i tempi che verranno». Poi, la giornalista aggiunge: «Anche se non esiste una verità assoluta, quella di Stern, nel suo reportage, ha il merito di raccontare una verità oggettiva supportata dall’elemento fotografico testimone e allo stesso tempo una verità soggettiva, poiché del dato storico ne racconta la personale esperienza, che si intesse nel tessuto del suo documento. La sua micro storia all’interno della macro.
E’ un dovere morale e civile conoscere le vicende anche dettagliate della propria terra, conoscere le verità che si nascondono dietro i fatti, sfatarne le leggende e le false convinzioni e chiarire, per poter crescere, le responsabilità che determinano le svolte dei singoli, dei gruppi o i cambiamenti epocali.
Ogni presente trova le sue radici nel passato, da lì le genesi, da lì l’anamnesi, da lì l’inizio di una possibile consapevole guarigione.
Lodevole impresa questa di Ezio Costanzo che, sul filo della memoria raccoglie, racconta e consegna alla storia un documentario di grande valore».
Sul documentario, che inizia con la voce originale fuori campo di Phil Stern, il quale dice: «A quel tempo avevo 21 anni e mi sentivo indistruttibile… e volevo andar in guerra per combattere Hitler», afferma invece l’autore Ezio Costanzo: «l’esperienza della guerra diventerà per Stern insopportabile. Per tutta la sua vita ha riflettuto su quei momenti cercando di immaginare che tutto fosse stato un sogno. Cercando di dimenticare… Il suo ritorno in Sicilia è diventato così una sorta di rappacificazione con se stesso e con la gente dell’Isola, che sotto le bombe americane ha vissuto la grande tragedia della guerra. Insomma, è la chiusura di un cerchio che egli, da fotografo, ha iniziato proprio in Sicilia e che lo ha visto ventenne cercare proprio in questa terra del Mediterraneo la propria invincibilità.
Il documentario ha un valore storico-culturale notevole e sarebbe auspicabile la sua diffusione nelle scuole. Attraverso il racconto di Stern viene restituita l’immagine di una Sicilia che racchiude tutte le potenzialità di una terra che ha ancora molto da scoprire in termini di patrimonio storico legato alla seconda guerra mondiale; patrimonio costituito da itinerari e territori della memoria dove appena 70 anni fa ha avuto inizio il nuovo corso democratico dell’Europa. In questo documentario si è cercato di unire l’aspetto storico all’aspetto turistico-culturale legato ai luoghi che videro protagonisti i soldati anglo-americani, italiani e tedeschi. Non solo guerra e morte ma anche un messaggio di rivalutazione dei luoghi intesi come occasione di rivisitazione di un recente passato ancora fortemente presente».
Il tutto (Festa è stato già ricordato) dentro la cornice artistica di Cinzia Sciuto e Luisa Ippodrino che hanno saputo entusiasmare il pubblico col canto popolare, la prima, e con la recitazione, la seconda.
Santy Caruso
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Dom, Ago 3, 2014
Cultura, Eventi