Festa su festa a Paternò: la Patrona ritorna a casa!
Cerei, fuochi, luminarie e tanta devozione per Santa Barbaruzza
La festa della Santa Patrona di Paternò, quest’anno ha avuto un aspetto diverso rispetto al passato, in quanto, finalmente, dopo 5 anni, Santa Barbaruzza, è ritornata a casa propria: la chiesa di Santa Barbara, dove dal 1583 si celebra il Suo culto. All’attesa, così, è subentrata una grande, intima gioia perché finalmente la chiesa è di nuovo fruibile come è avvenuto nei secoli per generazioni di paternesi.
Ripercorrendo l’excursus storico del culto barbarino si scopre che il luogo da dove si sviluppa la devozione per la Santa Patrona è la Chiesa dell’Itria, prima dimora religiosa della Santa. Infatti il suo culto si fa risalire ad un evento miracoloso legato ai fatti della peste del 1576: apparsa in sogno ad una donna la Patrona le chiese di far scavare sotto la Chiesa dell’Itria, dove vi erano conservate delle corde da dare alle fiamme. Il desiderio di Santa Barbara venne eseguito e l’8 settembre del 1576, festa della Vergine Bambina, l’immagine di Vergine Barbara fu portata in processione insieme alla Gloriosissima Vergine e la peste, all’improvviso, cessò.
Il terribile morbo lega anche la chiesa di Sant’Antonio Abate al culto della Santa, in quanto, dove oggi ha sede l’omonima Chiesa nell’infausto anno 1576, venne aperto uno dei due lazzaretti cittadini dove portare gli ammalati, che, in seguito, improvvisamente guarirono grazie all’intercessione della Santa.
D’allora per il culto di Santa Barbara si volle una sede più idonea e più ampia di quella dell’Itria e, dopo formale richiesta dell’Università di Paternò di trasferire il culto nella chiesa di S. Maria Maddalena, nucleo costitutivo portante della chiesa di S. Barbara (l’attuale ala destra della facciata), nel 1583 vi fu la concessione del tempio e la traslazione del titolo: la vecchia chiesa di Santa Barbara diviene della Madonna dell’Itria mentre la Chiesa della Maddalena diviene la nuova chiesa di Santa Barbara.
Infine il 27 luglio del 1731, le reliquie della Santa vennero definitivamente traslate dalla Chiesa della Gancia alla cappella di S. Maria Maddalena, ormai tempio di S. Barbara.
Nel corso dei secoli vari tentativi furono fatti perché la chiesa di S. Barbara fosse trasformata in parrocchia, ma ciò fu possibile soltanto nel 1955 quando il vescovo di Catania, mons. Bentivoglio, proclamò l’autonomia della parrocchie e così la chiesa di S. Barbara divenne parrocchia autonoma.
Purtroppo dopo i noti fatti del Natale 2008, quando da una finestra interna crollò un cornicione, la chiesa di Santa Barbara fu chiusa al culto e la parrocchia trovò temporanea collocazione presso la chiesa di San Domenico o del Rosario, in Piazza Indipendenza.
D’allora cominciarono i lavori di restauro per la messa in sicurezza dell’antica chiesa, lavori che per vari motivi si sono protratti per ben 1483 lunghi giorni ma alla fine, la lunga attesa è finita, come detto, infatti, Santa Barbara 2013 è stata festeggiata nel Suo tempio!
Il 17 novembre, una giornata destinata a diventare storica, con una solenne celebrazione eucaristica presieduta da Mons. Salvatore Gristina, alla presenza delle autorità civili e militari della Città e di migliaia di devoti, si è avuta l’apertura ufficiale della chiesa, pronta ad accogliere, dal 18 novembre, i fastosi festeggiamenti dei riti barbarini che, secondo tradizione, entrano nel vivo dal 2 al 5 dicembre.
Un ricco programma ha reso onore alla Santa Patrona di Paternò, mantenendo inalterati tutti gli appuntamenti con la tradizione che fanno di questa festa un inscindibile binomio di fede e folclore.
Il Triduo solenne è stato caratterizzato dalla prima messa del 30 novembre, con la presenza dell’associazione Marinai d’Italia, e dalla quella serale del 1 dicembre, a cui ha partecipato il Circolo Cittadino Santa Barbara, il cui Presidente è il devotissimo Gaetano Amato, già dal 1992 “Mastro di Vara”.
Il 2 dicembre, “Giornata del Cereo”, ha visto uscire, alle 8.00 del mattino dalla Chiesa di San Gaetano, le splendide 9 varette che annunciano alla Città le solenni processioni di giorno 3, processione delle Sacre Reliquie della Santa Patrona, e il giro devozionale del Sacro Fercolo di giorno 4, festa di Santa Barbara e di giorno 5, “Giornata della devozione cittadina”.
Con il passare degli anni, ai riti religiosi si sono affiancate una serie di tradizioni, folcloristico-popolari e culturali che, ancora oggi, costituiscono il fulcro della festa.
La prima che vogliamo ricordare è L’Entrata dei Cantanti. Ripristinata nel 1998, l’Entrata dei Cantanti è legata alla sera del 3 di dicembre, per ricordare le corporazioni dei “Mulinari” e dei “Muratori” che si sfidavano, in piazza Indipendenza, con canti e cori inneggianti alla Santa, raccontando il martirio e la morte della Vergine.
Un secondo, tradizionale appuntamento si rintraccia la sera del 4 dicembre quando il Fercolo della Santa raggiunge il quartiere “Villetta”, dove è accolto da spettacolari giochi pirotecnici offerti proprio dagli abitanti del quartiere. L’aspetto più caratteristico dell’entrata alla “Villetta” è quello con l’inchino e la “ballata” dei portatori di cerei che precedono la vara della Santa.
All’appuntamento con la tradizione non potevano mancare gli scenografici giochi pirotecnici, ogni anno sempre più spettacolari, che hanno concluso le due giornate clou: la sera del 4 il magnifico spettacolo pirotecnico si è svolto in Piazza Santa Barbara, mentre il 5 la Collina Storica si è illuminata di grandiosi bagliori, sicuramente uno scenario bellissimo e suggestivo con uno sfondo d’autore come il Castello Normanno da cui sono partiti i fuochi.
La festa di S. Barbara continua ad essere la Festa per eccellenza di Paternò, una festa tanto attesa proprio per esprimere la propria devozione alla Santa nell’osservanza di grandi e piccoli rituali che trovano la loro sintesi più alta e sentita nell’invocazione corale di “CITTADINI, VIVA SANTA BARBARA!”
Agata Rizzo
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Lun, Dic 9, 2013
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