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Secondo appuntamento di “Un Castello di Suoni”

Mar, Ott 1, 2013

Eventi, Spettacolo

Concerto di Musica Classica al Centro Pastorale della Chiesa Madre di Motta Sant’Anastasia

Mantenendo le aspettative, il secondo appuntamento col Festival di Musica Classica Un Castello di Suoni, svoltosi sabato 28 settembre nel Salone del Centro Pastorale della Chiesa Madre di Motta Sant’Anastasia, ha bissato il successo del concerto d’apertura grazie ad un caleidoscopico e seducente excursus musicale. A causa dell’improvvisa indisponibilità del preannunciato Trio Bellini, la sala ha ospitato il Quartetto Mediterraneo (comprendente Angelo Cipria e Niccolò Musmeci ai violini, Bruno Crinò al violoncello e Salvatore Randazzo alla viola nonché Direttore Artistico della manifestazione), che si è cimentato in un percorso interpretativo iniziato dalla (fin troppo) nota Badinerie di J. S. Bach, proseguendo quindi con un ampio repertorio di brani di V. Bellini, G. Bizet, P. Mascagni, G. Puccini, J. Massenet, A. Ponchielli, P. I. Cajkovskij, W. A. Mozart, M. Mussorgskij, J. Strauss, A. Dvorak, E. Satie. La brevità dei pezzi ha permesso al pubblico di apprezzarne in pieno la varietà stilistica e l’estro creativo anche quando il quartetto ha esplorato i territori della musica popolare, con splendide danze rumene ed ungheresi sapientemente rielaborate da compositori di certo “classici” ma non per questo sordi alla sonorità popolare, come B. Bartok e J. Brahms. Gli ascoltatori hanno potuto infine deliziarsi con la più feconda contaminazione tra musica popolare e musica colta quale è il Jazz, presente con i compositori americani G. Gershwin e Duke Ellington. Di quest’ultimo è stata addirittura proposta una originale trascrizione per quartetto d’archi tra i suoi noti “standard”, quali ”Satin Doll” e “Take the ‘A’ Train”. Gli acclamati bis non potevano che mantenersi sui binari della contaminazione sonora con pagine rare quali una ciarda di V. Monti e un tango di L. Searle. Alla fine del concerto, chi ha avuto la fortuna di parteciparvi, può ben dire di aver vissuto uno di quei rari momenti di pura felicità che a volte accadono nella vita, più spesso nel sogno, sempre nei cuori di chi offre la propria esistenza nel coltivare l’Assoluto.

Mario Guarnera

Redazione l’Alba

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