800 mila euro per riaprire la “Città della Scienza”
“Chiediamo al rettore Pignataro un incontro per vedere i locali di via Simeto”
Nel corso di un incontro, organizzato dal movimento civico “Io Cambio Catania”, il 22 aprile, si è levato coralmente l’appello per riaprire la “Città della Scienza”.
Daniele Sorelli, responsabile di “Io Cambio Catania” ed esponente dei Giovani Democratici nazionali, così si è espresso nella sede di via Crispi 235: «Avrebbe dovuto essere l’unico Science Center da Napoli in giù, ma avrebbe potuto essere per un’intera generazione catanese, priva di luoghi di contaminazione e cultura, anche uno spazio aperto, un luogo di incontro. Invece la storia della Città della Scienza è fatta di opportunità sprecate e fondi perduti: noi vogliamo continuare questa battaglia per riaprire la struttura e per questo chiederemo al rettore Giacomo Pignataro un incontro lì, per vederne le condizioni e per valutare assieme a lui il da farsi».
La battaglia di “Io Cambio Catania” è partita più di un mese fa con la denuncia pubblica del deputato catanese del Pd Giuseppe Berretta.
Negli stessi locali di via Crispi, a testimonianza delle occasioni sprecate, è stata allestita una mostra fotografica BdA(Barre d’Argento) dell’artista catanese Federico Baronello: era uno degli exhibit commissionati dalla “Città della Scienza” ma mai esposti nella struttura. L’installazione (che rimarrà per diverse settimane a “Io Cambio Catania”) era stata poi acquistata per la collezione permanente della Städtische Galerie im Lenbachhaus di Monaco.
Tanti i suggerimenti e gli approfondimenti giunti durante l’incontro, aperto con la presentazione della struttura che, realizzata con i fondi Pon Ricerca dell’Unione Europea e costata 10 milioni di euro, è chiusa dal 2008. L’architetto Pietro Calì, progettista di “Città della Scienza”, ha raccontato le difficoltà e la sfida progettuale di una struttura realizzata nei tempi dati, appena due anni, nata lì dove si trovata una fabbrica di zolfo: «Un progetto che era una sfida per noi e per la città – ha detto Calì – e proprio per questo vedere Città della Scienza chiusa, con i cassonetti dell’immondizia davanti alle vetrate di via Simeto, ci fa stare male anche perché quello non sarebbe solo un museo della scienza, ma anche un luogo di incontro e aggregazione».
Una proposta concreta per la riapertura della Città della Scienza è arrivata da Gaetano Foti, docente di Fisica dell’Ateneo catanese che negli anni, sin dai tempi del rettore Rizzarelli: «Coinvolgiamo i privati nella riapertura della Città della Scienza, bussiamo porta per porta, andiamo dagli imprenditori catanesi che potrebbero avere un ritorno economico dall’investimento nella Città della Scienza: penso alla St, al distretto tecnologico, ai produttori di arance, agli imprenditori del turismo. Se diranno di no ad un investimento che potrà avere ripercussioni enormi sulla loro attività e per l’intera città di Catania, se ne assumeranno la responsabilità davanti ai catanesi. Basterebbero 800 mila euro l’anno per tenere aperta Città della Scienza, non possiamo far marcire questo tesoro». Un appello ripreso da Piera Busacca, docente di Tecnica e pianificazione urbanistica della facoltà di Ingegneria: «Dobbiamo decidere se vogliamo che la cultura sia un motore di sviluppo a Catania. Speriamo che con la nomina del nuovo delegato del Rettore per la Città della Scienza si muova finalmente qualcosa».
Durante la serata è anche intervenuto l’ingegnere Ennio Costanzo, coinvolto nel progetto, che ha detto: «L’abbandono della Città della Scienza fa il paio con il disinteresse calato sulla Cittadella dello Sport ed è emblema del disinteresse verso la cultura». Poi sono seguiti gli interventi di Vincenzo Marco, imprenditore del settore culturale che aveva avanzato varie proposte e progetti per il rilancio della “Città della Scienza” e Piero Maenza in rappresentanza delCutgana, la fondazione universitaria che negli ultimi anni ha avuto l’affidamento della struttura gestendo principalmente l’auditorium.
La Redazione
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Dom, Apr 28, 2013
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