“Fegato” di Angelo Sorino al Teatro “Trastevere” di Roma
Un fantastico e divertente dialogo col proprio organo viscerale
Sul finire di ottobre, al Teatro “Trastevere” di Roma, è andato in scena Fegato, commedia brillante in due atti di Angelo Sorino.
In tempi remoti, gli uomini leggevano il loro futuro nelle visceri degli animali. Chissà cosa sarebbe accaduto, si chiede fantasticamente il regista, se essi avessero interrogato, nel caso specifico, il fegato. Scrive Sorino nelle note di regia: «Che cosa è veramente surreale, il mondo interno composto da organi e tessuti che cominciano a comunicare costantemente le loro impressioni, tutto quello che creiamo con la mente per appagare la nostra eterna insoddisfazione o il deserto dell’inimicizia e delle invidie reciproche? Forse la risposta, quella vera, la conosce solo lui: il fegato…».
Stefano, il protagonista, interloquisce con gli organi: reale e surreale si muovono e danzano a sincrono sullo stesso palco alla ricerca della verità: il fegato, interpretato da Dino De Bernardis (straordinario attore napoletano di teatro e regista di commedie come Ricomincio dal presepio) conserva lo scibile e lo rilascerà dalle visceri distillandolo sapientemente e instillandolo in Stefano. Il fegato, insomma, come portatore sano di saggezza; d’altronde si ricordi che è il primo organo a formarsi in embrione. Stefano, interpretato magistralmente, da Salvatore Miraglia (attore di cinema e fiction oltre che doppiatore; di recente al festival del cinema di Roma con Black star), trascorre i suoi giorni in uno stato di calma apparente, senza scossoni, senza nulla che turbi le sue abitudini fin quando non si rende conto di poter parlare con il proprio fegato partenopeo, proprio all’inizio della prima scena, nel giardino, luogo insieme all’ufficio dove consuma la sua routine giornaliera. Da lì ha inizio una escalation di avvenimenti esilaranti che collocano i personaggi tra esterno e interno e tra mondo reale e surreale, grazie ad un abile gioco di scenografia e luci coordinate da Giorgia Reggimenti (scenografa) e Pietro Frascaro (disegno luci). Bravi gli attori diretti da Angelo Sorino, autore anche della musica. Divertente e travolgente Armando Puccio (già noto al pubblico per Distretto di Polizia, Cesaroni e altro) che per l’occasione veste i panni di Giuseppe il fegato di Mario. La commedia, pur non potendosi definire un musical, dà asilo al canto con la bella e brava Veronica Nebbia (attrice di tante commedie di grande successo e adesso impegnata con Pirandello). La pièce si compiace di varie parlate d’Italia: Giulia Trippetta, (ottima attrice di accademia) si propone nel suo divertente Rietino; Valentina Perrella, (direttrice di doppiaggio), invece nel suo gradevole e brillante Toscano in ossequio ai suoi natali. Angelo Sorino (doppiatore e attore di fiction come il maresciallo Rocca) usa sapientemente qualche milanismo impersonando Mario, collega d’ufficio di Stefano. Silvia Savino è Katia e soprattutto la ballerina e coreografa dello spettacolo. Klaus Veri, musicista di stoffa, cura le sonorizzazioni.
Si ride e si riflette per tutto il tempo. Solo perché la critica spinge a migliorare anche i successi acclamati e positivamente etichettati con il sold out, si vuole evidenziare che, a tratti, i concetti sono stati ripetuti seppure con nuovi dialoghi: pertanto le già due ore di durata inusuali per una commedia stancano ulteriormente il pubblico che già preconizza certe intenzioni dell’autore in bocca agli attori. Una scrittura più asciutta renderebbe più godibile la messa in scena e permetterebbe allo spettatore di non perdere il filo (specie all’inizio del secondo atto tra i due fegati) in certi dialoghi tra Stefano e Fegato. Anche Stefano e cuore parlano e amoreggiano in abbondanza… Troppi interventi cantati e soprattutto vicini tanto da spostare ad un certo momento la sensazione di chi ascolta verso il musical. Ben vengano il bel canto e il ballo coreografico ma mescolati diversamente e con maggiore parsimonia.
Ci auguriamo che la regia trovi il giusto dosaggio. In ogni caso il bilancio è positivo grazie alla professionalità della compagnia che quella sera, alla prima, mi ha fatto alzare con un sorriso stampato sul mio viso; e non sempre accade come non accade spesso, in questi ultimi tempi, che uno spettacolo registri il tutto esaurito! Complimenti sinceri alla “Compagnia del fegato”…
Santy Caruso
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Ven, Nov 23, 2012
Eventi, Spettacolo