In risposta all’articolo di Danilo Festa sui Sieli
Anche per i misterbianchesi sono storia e cultura del territorio
Incontriamoci, cittadini di Misterbianco e di Motta, per salvaguardare la salute e il futuro delle nostre comunità! Incontriamoci con i nostri sindaci
Ho letto con grande interesse il bell’articolo La valle dei Sieli di Motta Sant’Anastasia, tra ruspe e discariche di Danilo Festa, pubblicato, online, dal periodico l’alba.info.
«La magnificenza, la grandezza e la bellezza dei Sieli non possono far passare inosservato lo scempio che ogni giorno colpisce la natura e la vita, la moralità e l’etica dell’uomo cittadino. Passeggiando tra i suoi valloni, ci si sente come un antiquario, stupito e impressionato dalla bellezza di un vecchio mobile ma al contempo sgomento per il suo stato di conservazione, dilaniato da tarli che ne minano la stabilità». Anche per noi misterbianchesi, caro Danilo, i Sieli rappresentano una parte importante della storia e della cultura del nostro territorio. I nostri nonni ci vivevano anche con un solo tùmmunu di quelle aride argille, li facevano fruttare, ne producevano fave, ortaggi, legumi; ci pascolavano le pecore e i buoi; ne raccoglievano fieno e sarmenti per il focolare; ne ricavavano l’argilla per i numerosi stazzuni del paese, per fare quartara, tegole e mattoni; ma, soprattutto, ci andavano a caccia, di conigli, lepre, uccelli. Quelle contrade erano, per tutti i misterbianchesi, i sbalinghi ‘o ‘nfernu! Per noi ragazzi, poi, non ne parliamo! I Sieli rappresentavano un mondo fatato, una terra misteriosa, da esplorare e da scoprire… E si raccontavano storie incredibili di quelle terre, “vicine ma irraggiungibili”. Storie di maghi e di streghe, di segreti inconfessabili e di nascondigli, di truvaturi e di tesori antichi. Ricordo le scampagnate su quei poggi, arsi e solitari, e i camminamenti smisurati ed estenuanti. E poi, all’improvviso, quelle miti colline, a novembre, durante la festa dei morti, si trasformavano in sterminati campi di battaglia, dove si scontravano, gioiose e terribili, le “armate” dei ragazzi, era la famosa guerra tra Matrice e Santa Nicola, una delle tradizioni più belle e indimenticabili dei ragazzi della mia generazione. E adesso, che cosa resta dei Sieli? Hai detto bene, tu, caro Danilo, adesso c’è solo il “tarlo” del degrado e dell’abbandono, dell’inciviltà e dell’illegalità! Adesso c’è lo scempio della natura e della storia! Adesso c’è una discarica privata tra le più grandi ed attive dell’intera Sicilia! Adesso c’è, soprattutto, un gran fetore che si alza quasi ogni giorno, che inonda le strade, le piazze e le case di Misterbianco, e che si spinge fin dentro le nostre vite e la nostra salute! Cosa fare? Cosa fare? Cosa fare? Sono state raccolte montagne di firme e di documenti per allontanare i rifiuti, per fermare i miasmi, per arrestare il degrado. Noi del movimento “Misterbianco Società Civile” abbiamo in mente un vecchio progetto, un’idea interessante e ambiziosa, creare, in quel territorio, un grande Parco, un’oasi di verde, con la collaborazione dei privati e degli enti pubblici preposti. (A tal proposito sono state elaborate e discusse anche delle interessanti tesi di laurea, che potrebbero aiutare a supportare la realizzazione). Incontriamoci, dunque, cittadini di Misterbianco e di Motta, per salvaguardare la salute e il futuro delle nostre comunità! Incontriamoci con i nostri sindaci, con Nino Di Guardo, sindaco di Misterbianco, da sempre sensibile ai temi dell’ambiente e conoscitore delle problematiche della discarica di Tiritì, e con Angelo Giuffrida, sindaco di Motta Sant’Anastasia. Incontriamoci tutti, per tutelare il nostro territorio e la nostra storia. Incontriamoci per riprenderci… i nostri Sieli.
Angelo Battiato
Gio, Mag 24, 2012
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