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“Giselle”, Mito del Balletto, al Teatro Massimo Bellini di Catania

Gio, Mag 11, 2023

Spettacolo

CAPOLAVORO DELLA DANZA MONDIALE

Sulle tavole del Massimo etneo, a raccontare l’eterno trionfo dell’Amore sulla morte, c’erano il corpo di ballo e i solisti del Teatro Nazionale dell’Opera di Bucarest, musicalmente condotti dall’orchestra del Bellini, dietro la magica bacchetta di Krastin Nastev, e coreograficamente guidati (con filtro Petipa) dal maestro Mihai Babuşka, alta espressione del teatro rumeno d’orme filorusse.

di Pino Pesce

Gisella (Cristina Dijmaru) e Albrecht (Robert Enache) – Foto di Giacomo Orlando

Si respirava aria di Ballettes russes il 9 maggio sera al Teatro Massimo Bellini di Catania; sembrava vi si aggirassero Sergej Djagilev e Vaclav Nižinski. Del resto c’è un file rouge che lega il Teatro Nazionale di Bucarest ai Teatri d’Opera di Mosca e di San Pietroburgo, lo stesso che, sbrogliandosi, conduce alla tradizione operistica italiana di fine Ottocento.

Foto del Teatro Nazionale dell’Opera di Bucarest

Si era alla Prima di Giselle, balletto in due atti, capolavoro e fondamenta della danza mondiale, concepito musicalmente a Parigi nel 1841 da Adolphe Adam con coreografie di Jules Perrot-Jean  Coralli (riadattate poi da Marius Petipa) su libretto di Jules Henri-Vernoy de Saint-Georges e Théophile Gautier.

Foto di Giacomo Orlando

Sulle tavole del Massimo etneo, a raccontare l’eterno trionfo dell’Amore sulla morte, c’erano il corpo di ballo e i solisti del Teatro Nazionale dell’Opera di Bucarest, musicalmente condotti dall’orchestra del Bellini, dietro la magica bacchetta di Krastin Nastev, e coreograficamente guidati (con filtro Petipa) dal maestro Mihai Babuşka, alta espressione del teatro rumeno d’orme filorusse.

Foto di Giacomo Orlando

Giselle è una vicenda di triste amore di tono ossianico nella seconda parte; per cui, per la straordinaria suggestione di quest’ultima, è essenzialmente protoromantica anche se scritta in pieno romanticismo musicale. Si articola quindi su due piani: realistico, quello del primo atto con la romantica storia d’amore fra la candida contadina ed il principe sotto mentite spoglie il quale, per un incolpevole gioco d’amore, la conduce alla follia e alla morte; soprannaturale, quello del secondo atto, con la leggenda slava delle Villi, spiriti di donne morte per delusioni d’amore prima del matrimonio.

Foto del Teatro Nazionale dell’Opera di Bucarest

 Atto I: Giselle, un’avvenente contadina della valle del Reno, si innamora di Albrecht, non sapendolo principe, già promesso alla principessa Bathilde, figlia del duca di Curlandia.

La contadina e il principe danzano felicemente nonostante il disappunto della madre di lei. Nel mentre di una battuta di caccia, arriva nel villaggio la corte con al seguito il duca e la figlia Bathilde. Giselle offre loro del vino e la principessa, toccata dalla generosità della fanciulla, le dona il suo medaglione. Il guardiacaccia Hilarion, geloso di Giselle, smaschera il principe davanti a tutti. La giovinetta si libera del medaglione con spregio e tenta di uccidersi con la spada di Albrecht; non lo fa.  Presa però dalla pazzia, muore di dolore tra lo strazio della madre e l’orrore dei presenti.

Morte di Giselle – Foto di Giacomo Orlando

Atto II: Hilarion, in preda al rimorso, si reca alla tomba di Giselle in una macraba radura sotto il chiaro di luna. I suoi amici cercano di portarselo via, ma percependo una presenza misteriosa, si spaventano e scappano via. Entrano in scena le Villi e la loro regina Myrtha. Giselle, evocata, esce dalla tomba e danza con loro. Il guardiacaccia, raggiunto dalle Villi, è costretto a danzare con loro fino alla morte. Stessa sorte sarebbe toccata ad Albrecht sopraggiunto alla tomba. Il fantasma della contadina implora  Myrtha a risparmiarlo, ma la regina delle Villi è implacabile: costringe il principe, per il suo tradimento d’amore, a danzare fino allo sfinimento mortale. Giselle, astutamente, balla con l’amato per tutta la notte fino alle prime luci dell’alba. Le Villi sono costrette a fuggire via per non vanificarsi. Albrecht viene salvato dall’amore di Giselle mentre lei può ritornare alla sua tomba per riposarvi eternamente in pace.

Foto del Teatro Nazionale dell’Opera di Bucarest

L’opera è uno straordinario fluire ritmico di figure di danza con residui di pantomima (in particolare in Bathilde), le quali toccano il vertice nell’aulica grazia delle punte della protagonista: Cristina Dijmaru, e nell’elegante agilità del protagonista: Robert Enache.  Ma tutti i danzatori rumeni hanno offerto virtuose figurazioni, specie nella seconda parte, rendendola particolarmente sovrumana, misteriosa ed eterea fra l’armonia dei valzer e la luce lunare che alla fine cede al sole, simbolo di Speranza.  

Resto del Cast: Myrtha, Regina delle Villi (Rin Okuno), Pas De Deux dei contadini (Erina Yoshie & Ionut Dinita), Hans (Vlad Toader), Moyna [Villi] (Greta Nita), Zulma [Villi] (Kana Arai), Bertha, madre di Giselle (Lacramioara Proca), Wilfrid, scudiero di Albrecht (Virgil Ciocoiu), Duca di Curlandia (Florin Mihalache), Bathilda, promessa sposa di Albrecht (Laura Blica), Contadini (Narcis Niculaie, Maxime Latapie, Cristian Susu, Jacob Connor, Adrian Ionescu, Stefan Meter), Seguito (Mircea Ionita , Olena Sabosia, Alina Korzova), Villi (Alessia Montesardo, Ruxandra Necula, Alina Korzova, Brina Yoshie, Andreea Valean, Katrin Kennedy, Olena Sabosia, Ana Toderica, Andrea Caleffi, Teodora Szabadi, Octavia Cristea, Isabela Maciuca, Carmen Pìndaru, Maria Ungureanu, Karen Saito, Maria Savastre, Gabriela Durleci, Amyra Badro).

Foto del Teatro Nazionale dell’Opera di Bucarest

Le scenografie sono di Adriana Urmuzescu, la direzione artistica di Alin Gheorghiu direzione del balletto di Laura Blica Toader; mentre l’orchestra e Tecnici sono del Teatro Massimo Bellini di C Le scenografie sono di Adriana Urmuzescu, la direzione artistica di Alin Gheorghiu e la direzione del balletto di Laura Blica Toader; mentre i tecnici sono del Teatro Massimo Bellini di Catania.

Foto del Teatro Nazionale dell’Opera di Bucarest

Già docente di Materie Letterarie negli Istituti Superiori di II grado, si occupa di iniziative che promuovono l’arte e la cultura e/o che riguardano tematiche di forte valenza sociale. Si è anche occupato della divulgazione attraverso giornali vari del folclore, della tradizione e della storia della Sicilia e in particolare di Motta, di cui (come Assessore alla Cultura pro tempore) ha realizzato il volumetto Motta Sant’Anastasia, Guida alla città (Le Nove Muse Editrice,1999). Dal 1995 al 2000, si è attivamente impegnato nel Rione “Panzera” del paese natale (rinomato in Italia e all’Estero per il gruppo degli Sbandieratori, pluricampioni d’Italia), di cui è stato Presidente dell’Associazione Culturale dall’aprile del 1995 all’aprile del 1998. Nel 1997 (in occasione della “Festa Grande” in onore della Patrona Anastasia) ha scritto Trapasso di Sant’Anastasia, una sacra rappresentazione negli anni riproposta anche in occasione delle “Feste Medievali”, interpretata e diretta anche da nomi nazionali. Dal 2014 si è dedicato al teatro con interessanti e coinvolgenti rielaborazioni teatrali di cui ne ha curato anche la regia che hanno riscosso un rilevante successo, come “L’uomo dal fiore in bocca” di Luigi Pirandello e “Rosa Balistreri – A memoria di una Voce”. Ha curato la presentazione di autori del mondo dell’Arte e della Letteratura e di video documentari a sfondo culturale e sociale, curandone il testo e la regia, che gli hanno procurato (avendoli proposti per le Scuole Medie Superiori) riconoscimenti anche dal Ministero della Pubblica Istruzione. il professore, collaboratore di quotate riviste culturali: Biologia Culturale, diretta da Gino Raya (uno dei maggiori filosofi e letterati del Novecento, ricordato di recente dal Corriere della sera, dove Pesce veniva annoverato fra i suoi discepoli) ) e Netum, diretta da Biagio Jacono, ha negli ultimi anni, diretto La Svolta, periodico d’informazione e di cultura, e l’Alba, mensile cartaceo d’arte cultura e società, attualmente giornale on line.

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