“Franco Battiato tribute” al Teatro Romano di Catania
FESTOSA ESALTAZIONE DEL PUBBLICO!
“L’era del cinghiale bianco”, brano dell’omonimo Album del 1979, segna, dopo il periodo sperimentale, il passaggio dal new wave al pop, esaltato dall’incontro fra due geni musicali: Franco Battiato e Giusto Pio.
Musicalmente elevato il risultato del concerto proposto e diretto dal Coro Lirico Siciliano.
di Pino Pesce
Si risveglia finalmente la musica, la Buona Musica!, al Teatro Romano di Catania il 27 settembre sera per il Franco Battiato tribute. Ci pensa il Coro Lirico Siciliano!
Mi è sembrato di vedere, dietro il flessuoso maestro Francesco Costa, l’ombra di Alcibiade che arringava i Katanaioi contro Siracusa. Ha saputo infatti il Maestro di Mineo, fra antiche pietre assopite, incitare il Coro Lirico Siciliano e l’ensemble orchestrale portandoli ad elevati risultati musicali che hanno visto, per un paio d’ore, tanto pubblico cantare e financo ballare. E questo anche grazie ai sapienti arrangiamenti del giovane compositore Ruben Micieli, alle due cantanti Rita Botto e Daniela Spalletta e le incursioni di Alberto Munafò Siragusa, baritono del succitato Coro. Riuscito ed ineccepibile quindi l’omaggio musicale e culturale reso al Maestro di Riposto.
Opportuni convenevoli alla dott.ssa Gioconda La Magna, direttrice del Parco Archeologico di Catania e della Valle dell’Aci, che a sua volta ringrazia il pubblico della folta e calorosa cavea; quindi il là canoro con Daniela Spalletta la quale, con virtuosa grinta, che mantiene nel corso della serata, esegue “Prospettiva Nevski”, brano new wave di Patriots, 1990; la segue la voce potente e passionale di Rita Botto in ”Segnali di vita”, brano inserito in La voce del padrone, 1981. Poi tutto un susseguirsi di brani del Battiato popolare, dopo la sudata e criptica sperimentazione, cui si alternano Spalletta e Botto, integrate da un intervento baritonale di Alberto Munafò Siragusa e da un medley Coro Lirico Siciliano-Munafò, nell’ordine che segue: “L’animale”, singolo del 1985, inserito poi in Mondi Lontanissimi, (D. Spalletta); “Strade parallele”, di Giuni Russo, 1994, a richiamo della collaborazione fra i due siciliani, (R. Botto); “Testamento”, 2012, brano pop di Apriti sesamo, (D. Spalletta); “Povera Patria”, 1991; poi titolo di un Album del 2010, (R. Botto); “L’ombra della luce”, brano dell’Album Come un cammello in una grondaia, 1991, (D. Spalletta); “L’era del cinghiale bianco”, brano dell’omonimo Album del 1979, che segna, dopo il periodo sperimentale, iniziato nel 1972, il passaggio dal new wave al pop, esaltato dall’incontro fra due geni musicali: Franco Battiato e Giusto Pio, (R. Botto); “Stranizza d’amuri”, sempre in L’era del cinghiale bianco, (R. Botto); “Bandiera bianca”, 1981, prima come singolo e poi inserito, nello stesso anno, ne La voce del padrone, (A. Munafò Siragusa); medley Coro Lirico Siciliano-Munafò: “Cucurrucucù” (La voce del padrone), “La cura” dall’Album L’imboscata (testo a 4 mani con il filosofo Manlio Sgalambro), 1996, poi singolo nel 1997, eseguita con toni e sfumature baritonali singolari da Munafò, e “Centro di gravità”, in La voce del padrone; quindi la chiusura con “Voglio vederti danzare” (L’arca di Noè), 1982, (D. Spalletta).
Un’antologica senz’altro coinvolgente, musicalmente gradevole all’orecchio e culturalmente ricercata e dotta per l’incrociarsi in particolare di filosofie e religioni orientali con quelle occidentali, dove addirittura s’intrecciano, non senza contraddizioni, il misticismo di Battiato e l’ateismo nichilista di Sgalambro.
In questa gradevole sfaccettatura del fiore, vi avrei però inserito l’eccelsa Milva, la quale fece epoca con un brano politico-sociale: “Alexander Platz”, 1982, scritto da Alfredo Cohen, Franco Battiato e Giusto Pio.
Quasi tutti i testi delle canzoni sono stati letti dall’attrice Lucia Sardo cui però, per il suo buon cammino artistico, avrei affidato un reading ragionato dei brani con letture non integrali. Oltretutto, liberandola dalla postazione d’angolo con un leggio, avrebbe dato più valore alla serata condotta da Salvo La Rosa.
Ma tutto è relativo! Tant’è che il pubblico si è divertito ed ha acclamato, ricevendo in dono il bis di “Cucurrucucù”, “Centro di gravità” e “Voglio vederti danzare”.
La chiusura è stata quindi un vero e proprio momento di festa; una glorificazione di Battiato. Il pubblico si esalta, gioisce, canta e balla dietro gli armonici flutti del maestro Costa.
Tags: Alberto Munafò Siragusa, Coro lirico siciliano, Daniela Spalletta, Francesco Costa, franco battiato, l'Alba ArteCulturaSocietà, Lucia Sardo, pino pesce, Rita Botto, Teatro Romano di Catania
Lun, Ott 4, 2021
Spettacolo