Motta Sant’Anastasia ricorda il poeta Angelo Emanuele
PRIMO CENTENARIO DELLA SCOMPARSA DELL’ILLUSTRE CONCITTADINO
Presentazione Primo canto (Algra ed. fecit), un grappolo di 16 liriche (1900), ritrovate sotto polvere di bancarella.
vorrei che dopo la mia morte, ancora
qualcuno m’ami, e, rileggendo quanto
ho scritto, gli occhi sentasi Talora,
molli di pianto
Domani, 2 agosto 2020, alle ore 19:00 presso la Biblioteca “Angelo Emanuele” di Motta Sant’Anastasia, presenti anche i pronipoti Manuela e Marisa, verrà ricordato, nel centenario della morte, Angelo Emanuele, poeta, novelliere e critico letterario. L’iniziativa è stata promossa dall’Assessorato comunale alla Cultura in coorganizzazione con la Pro Loco di Motta Sant’Anastasia.
I figli illustri stretti si tengono ha dato la spinta alla ristampa (Algra ed. fecit) di un libretto, sotto polvere di bancarella, titolato Primo canto (1900), un grappolo di 16 liriche. La nuova pubblicazione è stata curata da Carmelo Neri.
Dopo i saluti istituzionali del sindaco Anastasio Carrà, dell’assessore al a Cultura Carmen Zappalà, del presidente del Consiglio comunale Mara Di Mauro, del presidente della Pro Loco Carmelo Liseo verrà presentata la raccolta poetica curata da Chiara Emanuele e Tommaso Distefano. Da cornice le letture dell’attrice Luisa Ippodrino e le note al piano di Silvia Sgarlata. Interverrà Nino Motta, cultore delle opere di Angelo Emanuele.
Nato a Motta Sant’Anastasia (Catania) il 20 aprile del 1877, da “una famiglia di lavoratori dell’ascia e dell’aratro rudi e buoni, il genius loci cresce con 4 fratelli e 2 sorelle. Consegue il diploma nel 1900, la laurea in lettere nel 1901 e un diploma di perfezionamento nel 1902. Vince il concorso per l’insegnamento nei ginnasi e nei licei, e peregrina tra Taranto, Siracusa, Roma, Modena e Viterbo. Nominato primo preside al liceo di Adrano (una lapide ancora lo ricorda), otterrà il Cutelli di Catania, ma la prematura morte giungerà il 2 agosto 1920, a 43 anni.”
Sepolto a Catania, successivamente le sue ossa vennero portate nel cimitero di Motta nel rispetto della volontà del poeta: o vorrei quì sopra i materni colli/ posar le carni travagliate e l’ossa/ intra di quelli/ che son vent’anni nascere mi han visto/ o corser meco ai fanciulleschi giuochi.
“Grazie alla valorizzazione delle pubblicazioni del poeta, donate dai suoi eredi, ad opera del compianto bibliotecario Nino Puglisi, che nel dopoguerra, sindaco Portale, promosse pure la collocazione di una lapide nella casa natale (via Vittorio Emanuele parte bassa), ci restano raccolte di poesie (Virtù d’amore, Il falco, Ode a Giosuè Carducci, Terra calda), saggi critici (sul poeta cinquecentesco Galeazzo di Tarsia e l’ottima tesi di laurea, vero affresco letterario del secolo XVIII, sul grande catanese e siciliano Domenico Tempio), eccellente traduzione delle elegie del poeta latino Properzio e raccolte di novelle (Elevazione e Una puntura d’ape, pubblicate postume nel 1923, a cura del fratello Giovanni, che fu giudice della Corte d’Appello di Milano).”
Amap
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Sab, Ago 1, 2020
Cultura