“Rigoletto” di Verdi al Teatro Antico di Taormina
Storia, bellezza, stelle, magia per la 1ª Edizione di Sesto Senso Opera Festival
Fascino archeologico e scenografia minimale accolgono la messa in scena dell’opera verdiana su libretto di Francesco Maria Piave dietro la guida artistica di Marcello Giordani, la produzione di Umberto Sturniolo e la direzione orchestrale del Maestro Angelo Gabrielli
La donna è mobile/ Qual piuma al vento/ Muta d’accento/ E di pensiero… Come non identificare Rigoletto con l’aria del terzo e ultimo atto dell’opera di Giuseppe Verdi? E come non pensare alla rappresentazione dell’11 luglio, incastonata dalla magia e dal fascino del Teatro Antico di Taormina?
Sotto un cielo zeppo di stelle, su un palcoscenico dalla cui archeologia grondano storia e bellezza, va in scena il dramma verdiano per la 1ª edizione di Sesto senso – Opera Festival prodotto e organizzato da Orangeblu di Umberto Sturniolo. Curatore dell’edizione è il tenore Marcello Giordani, figura di spicco del mondo della lirica nazionale ed internazionale, mentre la regia è affidata a Bruno Torrisi, attore di teatro e del piccolo e grande schermo, e la direzione di Medisonus Orchestra al Maestro Angelo Gabrielli.
La scelta di una scenografia minimale accoglie la messa in scena dell’opera di Verdi, rappresentata per la prima volta al teatro “La Fenice” di Venezia nel 1851, su libretto del poeta Francesco Maria Piave, ispirato all’opera teatrale di Victor Hugo Le roi s’amuse (il re si diverte) e rivisitato in chiave risorgimentale antiaustriaca con i toni del melodramma verista. La denuncia del sopruso e la maledizione sono, infatti, i temi cardini di Rigoletto che, insieme a La traviata e a Il trovatore, si ascrive alla “trilogia popolare” del compositore milanese.
Ambientata nella Mantova cinquecentesca per aggirare il veto austriaco, l’opera racconta di un buffone di corte reso cattivo dalla società in cui vive. Deforme come il gobbo di Notre Dame, a cui il pensiero inevitabilmente corre, si burla di tutti, finanche in maniera crudele. L’amore e la benevolenza li riserva solo alla figlia segreta Gilda, tenuta distante dai «cortigiani, vil razza dannata.» Ma la protezione paterna non impedisce al duca di Mantova impenitente seduttore e tanto poco selettivo da affermare «questa o quella, per me pari sono», di ingannare e rapire e la giovane. Da qui la “maledizione” che si fa “morale” di Rigoletto, in scena interpretato dal baritono Giovanni Meoni, indubbiamente il più premiato dal pubblico, la brama di quella celeberrima, tremenda vendetta contro l’onta e il sopruso del duca di Mantova (il tenore Raffaele Abete) sull’amata figlia, i cui panni sono indossati dal soprano Desirée Rancatore. Nella corrosione della rabbia il protagonista affida la risoluzione della questione al borgognone Sparafucile, interpretato Dario Russo, uno dei migliori in scena per brunitura di voce e teatralità. Ma una provvidenza quasi verghiana e l’intervento di Maddalena (il mezzosoparano Agostina Smimmero) conducono ad un finale triste e intriso di ingiustizia: l’assassinio di Gilda in un gioco-beffa del destino, il quale invece il padre aveva architettato per il Signore mantovano. Meritano menzione anche anche i ruoli minori ma sicuramente lodevoli il conte di Ceprano (Gianni Giuga), il conte di Monterone (Gaetano Triscari), la contessa di Ceprano (Sabrina Messina), Marullo (Giovanni Guagliardo), Borsa (Riccardo Palazzo), il paggio (Noemi Muschetti).
Tra gli applausi di un pubblico generoso si conclude questo Rigoletto, seppur meritevole per passione e fascinazione, tuttavia poco armonico nel legame fra golfo mistico e voci, talvolta sovrastate dalla musica e poco udibili in alcune parti del teatro, non del tutto pieno, ma pieno del suo incanto.
Gabriella Puglisi
Le foto sono della Produzione
Assicurazioni Pannitteri e Scuderi S.n.c.
Corso Italia, 112 95047 – Paternò (CT)
Tel. e fax 095 854754 – e-mail: paterno@groupama.i
Tags: Angelo Gabrielli, Francesco M. Piave, l'alba periodico, Marcello Giordani, Teatro Antico di Taormina, Umberto Sturniolo, “Rigoletto” di Giuseppe Verdi
Lun, Lug 16, 2018
Spettacolo, Teatro