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Belpasso festeggia la Santa Patrona Lucia

Ven, Dic 8, 2017

Cultura&Società, Eventi

Devozione, pellegrinaggi, folclore in una festa di suoni, colori e odori

Le celebrazioni religiose iniziano il 30 novembre con la tradizionale Tredicina. Momenti di intensa religiosità sono la processione del 12 dicembre con le reliquie della Martire e la sera della stessa giornata con la veglia della “notte di Santa Lucia”. Un particolare richiamo folcloristico-religioso lo hanno i Carri di Santa Lucia recentemente inseriti nella Lista dei Beni immateriali della Regione Siciliana

Sin da ottobre, a Belpasso, si mette in moto la complessa macchina organizzativa dei festeggiamenti a Santa Lucia, Vergine e Martire siracusana, venerata in tutto il mondo cattolico, Celeste Patrona della cittadina etnea dal 1636.

Dal suddetto mese, le segrete dei vari partiti i mastri e i loro collaboratori lavorano alla realizzazione degli artistici carri scenografici, il cui tema rimane segreto ai più fino alla sera in cui vengono presentati alla cittadinanza. Le celebrazioni religiose iniziano il 30 novembre con la tradizionale Tredicina: per tredici giorni, alle prime luci dell’alba, i belpassesi sfidano il rigido clima dicembrino e si riversano numerosi nella chiesa Madre per assistere alla Messa e all’omelia del padre predicatore; a conclusione della pia pratica, la mattina del 12 dicembre, lo scrigno d’argento contenente le sacre reliquie viene traslato dalla cappella della Santa all’altare maggiore, dove i sacerdoti presiedono il rito della benedizione delle cappe, abiti di colore bianco, simboli penitenziali, indossati dai devoti della Martire. Uno dei momenti più belli di tutta la festa è rappresentato dall’apertura degli artistici carri scenografici, una grande kermesse di tradizione e folclore, curata dalla “Fondazione dei Carri di Santa Lucia”, che si svolge in due momenti: lunedì 11 dicembre con i carri dei quartieri Sant’Antonio e San Rocco, martedì 12 con quelli dei quartieri Matrice e Borrello. I carri sono grandiose macchine in cui, scena dopo scena, spaccata dopo spaccata, al pari di un libro è possibile leggere un pezzo della storia della salvezza o ripercorrere, con immutato sentimento di commozione, l’esperienza terrena di Lucia dalla visita al sepolcro di Agata fino all’interrogatorio di Pascasio e al martirio della gola. In un singolare intreccio di luci e suoni si ammirano le pitture dei diversi pannelli che si schiudono lentamente su più livelli di altezza e culminano nell’Apoteosi della Santa, accompagnata da straordinari fuochi artificiali.

I Carri di Santa Lucia sono stati inseriti nella Lista dei Beni immateriali della Regione Siciliana: la decisione è stata comunicata dall’addetta Commissione regionale alla Fondazione dei Carri di Santa Lucia, cui fa parte il Comune di Belpasso come socio fondatore. Così si è espresso il sindaco Carlo Caputo: «Ho sempre creduto che Belpasso sia una terra di grandi tradizioni e di grandi maestrie, in molti campi. Quello della realizzazione dei Carri di Santa Lucia è un mondo entusiasmante, dove si fonde la genialità dei belpassesi, la fede, la storia, e ne nasce una miscela geniale che noi ogni anno riusciamo a presentare come attrattiva di primo piano della nostra città. Le notti dei Carri sono notti di magia e di grande entusiasmo popolare ed era naturale che la Regione riconoscesse questa preziosa e rara realtà locale, attribuendo così un’altra medaglia al valore a Belpasso. Sono orgoglioso di poter sostenere, come sindaco, la realizzazione dei Carri attraverso la Fondazione di cui è il Comune è fondatore e parte attiva. Ringrazio per il profondo impegno l’ex presidente, Gianni De Luca, che tanto ha lavorato per promuovere questa nostra importante tradizione, insieme all’attuale presidente Tonino Girgenti e al suo direttivo, che sono certo faranno di tutto per proseguire sulla buona strada sin qui tracciata»

Il 12 dicembre racchiude un momento di altissimo valore religioso: una processione conduce le reliquie della Martire dalla chiesa di Sant’Antonio Abate alla Matrice Collegiata per la recita dei primi Vespri solenni.

Concluse le manifestazioni della sera della vigilia, inizia la “notte di Santa Lucia” durante la quale si veglia nei quartieri Ascino, Gattaino, Silva e sull’imponente campanile della chiesa Madre; a intervalli di quindici minuti circa, i colpi a cannone e i rintocchi della vetusta campana della Matrice scandiscono lo scorrere del tempo sino all’alba radiosa del 13 dicembre, solennità della Santa Vergine Lucia. Quando ancora il sole non è apparso sull’orizzonte, la via Roma brulica di fedeli e di numerosi pellegrini che, provenienti soprattutto da Motta Sant’Anastasia, si dirigono verso la Chiesa Madre per sciogliere un voto di riconoscenza e rendere omaggio a Santa Lucia: è il cosiddetto viaggio, una tradizione anteriore al sisma del 1693, nata nel vecchio sito di Fenice Moncada e ancora abbastanza diffusa. Dopo la prima messa, celebrata dai parroci di Motta e Piano Tavola, viene aperta la cappella che custodisce il simulacro di Santa Lucia. La veneratissima effigie, adorna di numerosi gioielli donati in segno di devozione e di riconoscenza, viene così condotta all’altare maggiore; a conclusione della messa solenne, ha inizio la lunga processione del giro “esterno”. Il fercolo d’argento, capolavoro dell’oreficeria siciliana del XVII secolo, con il simulacro e lo scrigno reliquiario, percorre le vie del paese secondo un complesso itinerario che annota il tradizionale passaggio allo Stricanacchio e la sosta a Sant’Antonio in mattinata, la salita di Timpa a Cattedda, l’attraversamento dei quartieri Purgatorio e San Rocco nel primo pomeriggio, la marcia verso Borrello al vespro e la conclusione in Chiesa Madre, dopo la sosta al Convento e dinnanzi al palazzo di città, a sera inoltrata.

Nella mattina del 14 dicembre, giorno della devozione cittadina, generalmente l’Arcivescovo di Catania presiede il solenne Pontificale alla presenza delle autorità civili e militari e del clero locale al completo. Al tramonto è la volta del cosiddetto giro “interno” del fercolo con il simulacro e le reliquie della Patrona che fa nuovamente sosta a Sant’Antonio per l’esecuzione della Cantata. Poi, dopo aver percorso di corsa il tratto che congiunge le piazze Umberto e Duomo, avviene il rientro in Chiesa Madre.

Quindi lo spettacolo pirotecnico, a conclusione del quale, una folla di devoti attende all’interno della Matrice l’ingresso del simulacro e dello scrigno. Tra le struggenti acclamazioni dei devoti e le note dell’inno echeggianti tra le spesse mura del tempio, l’immagine della Santuzza è risale lentamente verso la cappella ricca di damasco rosso e stucchi dorati: i fedeli salutano così Santa Lucia nell’attesa di rivederla il 20 dicembre, ottava della festa.

Anche in questa edizione 2017, il “circolo Cittadino Santa Lucia V. e M.”, ha previsto iniziative di carattere sociale e culturale accanto alla devozione e alla preghiera.

Alessandro Puglisi

 

 

Alessandro Puglisi

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