Motta Sant’Anastasia rende omaggio al tenore Giuseppe Di Stefano
Lapide memoriale e concerto nel parco intitolato al tenore. Presente la figlia Floria
Con un concerto assai accattivante, recentemente, l’Amministrazione comunale di Motta Sant’Anastasia ha voluto ricordare il celebre tenore Giuseppe Di Stefano che ha ammaliato le platee mondiali con la sua voce straordinaria. Si sono esibiti bravi e promettenti interpreti come il soprano Margherita Aiello e il baritono Graziano D’Urso accompagnati al pianoforte da Giulia Russo, il soprano Giuliana Distefano e il soprano Alessandra Mantovani accompagnate dal pianista Alberto M. Giambello. Nel programma assai variegato erano incluse arie tratte dal repertorio operistico di Donizetti, Verdi, Mascagni, Cilea oltre ad un duetto di Franz Lehàr in apertura.
Il concerto è stato preceduto dalla posa di una lapide memoriale al tenore mottese nel parco a lui dedicato alla presenza del sindaco Anastasio Carrà, dell’assessore Sandro Di Stefano, del Presidente del Consiglio Antonino Luca e della terzogenita del tenore, Floria Di Stefano. A Floria è andato il tributo di affetto da parte degli amministratori e di Maria Schillaci che ha curato gli aspetti organizzativi del Concerto. Quest’ultima, docente presso l’istituto Bellini, nella veste di coordinatore artistico della manifestazione musicale, ha citato anche le precedenti attività artistico-musicali realizzate dalla comunità mottese come omaggio all’insigne tenore e tra tutte ha messo in rilievo il Concorso Internazionale di Canto Lirico organizzato dall’Associazione Motta Sant’Anastasia per Giuseppe Di Stefano, la cui prima edizione ha avuto luogo nel 2010. In conclusione è stato ribadito il profondo e sentito sentimento di orgoglio di Motta Sant’Anastasia nei confronti del tenore Giuseppe Di Stefano il quale, per mezzo della sua voce ineguagliabile e con il suo talento artistico ha portato alla ribalta il nome della cittadina che gli ha dato i natali e nella quale ha trascorso la sua infanzia fino all’età di 6 anni. Folgorante si rivelò la carriera che lo attendeva negli anni a venire: nel 1946 debuttò in Manon di Massenet a Reggio Emilia e dopo appena un anno, il 15 marzo del 1947, iniziò il suo lungo rapporto artistico-professionale con Il Teatro alla Scala di Milano durato ben 25 anni, al fianco di famose interpreti come Renata Tebaldi, Giulietta Simionato, la grande Maria Callas e collaborando con illustri direttori d’orchestra come Leonard Bernstein, Herbert von Karajan, Gavazzeni. Come riconoscimento, il 12 dicembre del 1997 La Scala gli rese omaggio, in occasione del cinquantesimo anniversario dal primo successo scaligero del 1947, con la speciale serata a lui dedicata oltre che con una interessante pubblicazione. È il caso di ricordare che Di Stefano effettuò tra l’altro diverse registrazioni alla Scala per la EMI e si finì quindi per accostare sempre più il suo nome a quello del prestigioso ente lirico milanese e a considerare sempre più stretto il sodalizio artistico con Maria Callas. Il tenore calcò le scene dei più grandi teatri del mondo e il suo debutto in ambito internazionale venne documentato quasi immediatamente dopo quello scaligero tanto che Virgil Thompson nell’ Herald Tribune riportò la notizia del successo riscosso dall’allora ventisettenne tenore al Metropolitan Opera Association di New York, il 25 febbraio del 1948, nel ruolo del “duca” nel Rigoletto di Verdi. Nell’articolo vengono elogiate le caratteristiche musicali della voce e dello stile del cantante, la pregevole enunciazione, un elegante fraseggio oltre che un’autorevole personalità artistica. Era evidente che ci si trovava di fronte ad un astro nascente del canto lirico, a promising tenor ed appariva chiaro, secondo il parere espresso dal giornalista, that the boy was having a real success. Si trattò solo dell’inizio di un attività prestigiosa che continuò, facendo annoverare a Di Stefano un successo dopo l’altro. Ricordando questo autentico mito del panorama della musica lirica del Novecento musicale gli organizzatori hanno quindi manifestato l’intenzione di promuovere altre attività a lui dedicate, oltremodo orgogliosi di questo cittadino esemplare.
Claudia Aiello
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Dom, Ott 8, 2017
Cultura&Società