Shoah e internati militari italiani in un Convegno al “Wojtyla” di Catania
Mer, Mar 15, 2017
Commossi gli studenti dell’Istituto Alberghiero di fronte ai documenti e alle testimonianze
Incontro ricco di pathos con testimonianze dal vivo all’Istituto Alberghiero “Karol Wojtyla” di Catania, di cui è Dirigente scolastico la dott.ssa Daniela Di Piazza, per trattare il toccante tema: “Memoria nel cuore per non dimenticare: giornata oltre le ricorrenze shoah e internati militari italiani. Ricordo dell’artista Salvatore Incorpora”.
Dopo l’iniziale introduzione della prof. ssa Lella Battiato, che ha moderato l’Evento, è intervenuta la Dirigente scolastica che ha invitato la platea alla riflessione per apprezzare il valore della vita attraverso una testimonianza che è una pagina di storia da portare sempre nei ricordi per capire l’importanza della dignità della persona e condividere il dolore intergenerazionale.
Una nota di sonorità musicale è stata data, in apertura dell’incontro, dai brani felicemente eseguiti dall’orchestra della scuola secondaria di 1° grado “L. Sturzo” Biancavilla, diretta da Edoardo Priscimone e coordinata dal prof. Mario Toscano. Ai violini, gli allievi Caporlingua Alessandra, Cantone Costanza, Patti Davide, Palmeri Adele, Tomasello Giorgio, diretti dala prof.ssa Rossana Nicosia; ai flauti: Finocchiaro Delia, Ingrassia Gloria, Di Grazia Paola diretti dalla prof.ssa Anna Ventimiglia. Ad accompagnare l’orchestra c’era anche il Dirigente scolastico, prof. Sergio Marra.
Presenze significative in sala, la delegazione di Sigonella, Alberto Lunetta, responsabile delle relazioni esterne, insieme ai cappellani militari, i consoli Arturo Bizzarro e Domenico Romeo, rispettivamente di Grecia e Turchia, Cristina Tornali presidente dell’Associazione italiana AIN onlus e Salvatore Sarpietro past-governatore Rotary.
Il via alla mattinata lo dà Che vale gridare libertà, una poesia toccante, seguita poi da altre lette con coloritura sentimentale dall’attore Gianluca Barbagallo e dagli alunni della 5^ A T, coordinati dalla prof.ssa Emilia Scalia, Selenia Mannino Giusi Grillo. Le letture ricordano l’artista scultore e pittore espressionista Salvatore Incorpora, internato militare italiano che dopo la triste esperienza scriverà, oltre che poesie, anche il libro Quell’andare, una cartina dall’Italia in Grecia alla Germania e al lager, un diario dei suoi cinque anni di deportazione dentro carri bestiame. Il libro, che racconta l’enorme nudità dei campi di concentramento tra fame, ricordi e bombe, viene saggiamente spiegato dalla figlia Gemma: «Tutto ciò deve essere conosciuto, poiché tantissimi Salvatore Incorpora hanno vissuto con dignità e speranza una guerra in cui tutti perdono e nessuno vince». Evidenzia ai ragazzi cosa sono stati gli internati militari italiani, nome ufficiale dato dalle autorità tedesche ai soldati italiani catturati, rastrellati e deportati nei territori del Terzo Reich nei giorni immediatamente successivi all’armistizio di Cassibile dell’8 settembre 1943. Dopo il disarmo, soldati e ufficiali potevano scegliere se continuare a combattere nelle file dell’esercito tedesco o finire nei campi di detenzione in Germania considerati prigionieri di guerra e sottoposti a lavori pesanti nei lager. Il libro racconta quindi la sofferenza vissuta da quest’uomo nel campo di concentramento, dove lavora la creta e realizza sculture e quadri per guadagnarsi del pane che condivide con gli altri. Continua abilmente il fratello avv. Egidio Incorpora: «Mio padre raccontava la guerra per la guerra e non voleva che ritornasse più; la guerra è sempre violenza». L’intervento dei due fratelli suscita tanto interesse nella platea. Porge i saluti per Cavalieri The Pithians l’avv. Silvio Aliffi, poi prende la parola il prof. Ignazio Vecchio, direttore regionale sezione siciliana storia medicina e Accademia storia arte sanitaria Policlinico Catania, nonché docente di bioetica medica, che dice: «Shoah, evento del dolore, punta più acuta delle deportazioni; bisogna portare nel cuore di ogni uomo il dolore da dove piantare un germoglio per la pace». Interviene poi Myriam Arman Jaskierovicz, presidente “International Institute of Voice”, che affascina la platea con il suo esordio pacato: «Cos’è la vita di una figlia dei sopravvissuti? Sono nata con il sangue e il pianto: cinque anni di Aushwitz e Sachsenhausen, una bambina che non aveva gioventù, la mia storia inizia con Norimberga il più grande processo dei nazisti. Non avevo amici, la mia casa era chiusa, nessuno veniva da me per bere un caffè o accertare chi era morto. Avevamo solo numeri marchiati nel corpo che scavano nell’anima, non si poteva sentire musica canzoni ma solo pianto. Non ho famiglia né cugini non ho niente, ho solo voi. Mai più shoah, never game. La platea si alza in piedi commossa. Patrizia Costa, presidente Fidapa sez. Gravina di Catania, dice: «Oggi abbiamo provato sensazioni uniche; è questo un giorno importante per le nuove generazioni. Portate avanti questo messaggio e non solo nel giorno della ricorrenza». Quindi interviene Carlo Majorana Gravina che, con esempi, da il senso di come l’umanità si sia impoverita quando ha dato corso a genocidi e a diaspore. Di rilievo l’intervento del presidente dei GIP del Tribunale di Catania, prof. Nunzio Sarpietro, il quale, rivolgendosi ai ragazzi in modo accorato e sentito, chiarisce, che la memoria per non dimenticare, è la piattaforma della legalità su cui tutti dovrebbero far vivere il grido evocato dalla scrittrice Myriam e tenere tutto nel cuore affinché si seguano stili di vita che adottino la tolleranza e la legalità. “Purtroppo – dice il Presidente Sarpietro – l’olocausto, tremendo avvenimento, non è stato il primo e ricorda gli Armeni che, a causa di un’enclave per ragioni economiche, subirono il genocidio; e ricorda il Ruanda, la pulizia etnica slava, il comunismo di Tito e le foibe. “Negazionismo, difficoltà economiche, campi di concentramento – afferma ancora Sarpietro – sono le basi su cui nascono questi fenomeni gravi».
L’evento si è concluso con l’apprezzata esercitazione enogastronomica tematica cucina kosher con i docenti Michele Craparo, Alfio Galati, Salvo Catalano, coordinati da Angelo Papotto, con le classi 3° A EN di via Lizio Bruno 3^ F EN di via Raccuglia; in sala Francesco Leonardi con la 3^ A SV, per l’accoglienza il prof. Salvo Anello con la 2^ D e B settore turistico, insieme allo staff degli assistenti tecnici e la sig.ra Mary Nicoloso.
Lella Battiato
Tags: internati militari italiani, Istituto Alberghiero Catania, Karol Wojtyla, l'alba, Lella Battiato, Myriam Arman Jaskierovicz, shoah
Bellissima iniziativa….non si parla mai abbastanza della “Shoah” e di un periodo che ha arrecato tanto dolore…..ma
che non puo’ e non deve essere dimenticato!
Un mio rammarico,non essere stata presente !
Zuccarello Carmela.
Bellissima iniziativa….non si parla mai abbastanza della “Shoah” e di un periodo che ha arrecato tanto dolore…..ma
che non puo’ e non deve essere dimenticato!
Un mio rammarico,non essere stata presente !
Carmela Zuccarello