“La zia di Carlo” di Brandon al “Metropolitan” di Catania
Una commedia goliardico-buffa in un intricato ed esilarante gioco di parti
Una commedia, ma forse più un’operetta, la rappresentazione del 13 febbraio che, al teatro Metropolitan di Catania, l’associazione teatrale Angelo Musco ha messo in scena.
Si tratta di La zia di Carlo, un lavoro, o meglio, un’opera buffa di Brandon Thomas che, nella sua prima presentazione al pubblico, registrò un record nella storia del teatro per il numero elevatissimo di repliche: ben 1466!
Secondo la critica ufficiale, il segreto di tanto successo, rimasto unico peraltro nella produzione dell’Autore, va individuato nella goliardia del tema, ambientato in un appartamentino ad Oxford. Qui, due giovani studenti, Giacomo e Carlo, infatuati rispettivamente di due giovani donne, organizzano un party per poterle incontrare e dichiararsi, col pretesto dell’arrivo della Zia di Carlo che, rimasta una ricca vedova, ritorna dal Brasile senza che il nipote l’abbia mai conosciuta.
Un ritardo della nave, rischia di mandare a monte l’incontro; così, per non rimandare i giochi ormai fatti, i due chiedono ad un terzo amico di travestirsi da donna e fingere di essere la zia.
È tutto in questo gioco di parti che si snoda una trama vivace, piena di gag, inseguimenti e tanto umorismo, nella quale il giovane Alessandro Idonea mostra di cavarsela in modo sorprendente! Protagonista assoluto, essendo quattro i ruoli che conduce sulla scena: apertura, giovane amico, travestimento da zia, epilogo e, come se non bastasse, sua è anche la regia!
Davvero un banco di prova che lo consacra artista eclettico e brillante, Alessandro si avvale anche del contributo non indifferente di alcuni attori di livello, come Giovanna D’Angi dalla splendida e soave voce, nel ruolo della zia, che alla fine riesce a mettere a posto tutti gli incarbugliamenti combinati dai giovani spasimanti (Salvo Disca e Pietro Casano ) e dalla finta zia; Nino Signorello, maggiordomo fedele che fa da collante tra le parti, strappa un applauso a scena aperta; Loredana Marino, che nel suo breve intervento non manca di lasciare tracce di professionalità. Deliziose anche Chiara Seminara e Liliana Lo Furno, rispettivamente nel ruolo Kitty ed Amy E ancora, Emanuele Puglia, Turi Giordano e una simpatica Vanessa Pappalardo.
Elemento di pregio, le musiche di Mario Incudine, suonate dal bravo pianista Antonio Vasta, grazie alle quali, tutto l’impianto ha acquistato ulteriore dinamismo e brillantezza, riuscendo anche a sopperire, specialmente all’inizio della recita, a qualche difficoltà che ha reso lenta la carburazione e il decollo e che probabilmente andrebbe rivista nella sua regia. Tuttavia, la ripresa poi è stata davvero coinvolgente per i ritmi incalzanti, la simpatia dei personaggi, la gestione dell’azione scenica e gli interventi cantati.
Amalgamati con dosaggio misurato, gli ingredienti tutti, contando sul prezioso apporto delle scene (Salvo Mangiagalli), dei costumi (Riccardo Cappello ), delle luci (Francesco Noè), dei movimenti coreografici (Donatella Capraro), davvero belli e di effetto, del direttore di scena (Piero Luca), dell’attrezzista (Antonio Zagane), dell’assistente alla regia (Maria Rosa Strano), dell’assistente ai costumi (Claudia Mollica) e del macchinista (Pippo Spampinato),La zia di Carlo è una commedia comico-brillante che può essere proposta senza tema; una pièce che piace, diverte, rasserena e che si propone al pubblico con un profilo di buona qualità.
Norma Viscusi
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Gio, Mar 10, 2016
Eventi, Spettacolo