Omaggio all’artista Pippo Giuffrida
A 16 anni dall’intitolazione della Galleria Civica d’arte di Misterbianco
La “Giornata Nazionale del Contemporaneo” è il grande evento che l’AMACI (Associazione dei Musei Arte Contemporanea Italiana) dedica all’arte dei nostri giorni, svolgendo un grande ruolo socioculturale.
La Galleria Civica “Pippo Giuffrida” e l’Assessorato alla Cultura di Misterbianco sono presenti all’appuntamento nazionale come punto di riferimento per la promozione della cultura dell’Arte e la valorizzazione del comune di Misterbianco. Ecco la semplice ma prestigiosa Mostra Antologica del Maestro Pippo Giuffrida, con bozzetti, disegni, oli, schizzi dell’artista misterbianchese nato nel 1912 e scomparso nel 1977, al quale nel 1999 è stata intitolata la Galleria in occasione di un significativo evento a lui dedicato. Un “omaggio” che quest’anno si èfortemente voluto ripetere, con una presentazione della prof.ssa Lella Condorelli, nipote dell’artista.
Pittore e insegnante all’Istituto statale d’Arte di Catania, Pippo Giuffrida non fu ai suoi tempi protagonista di tanti eventi, dalla sua prima mostra del 1934 (appena ventiduenne) a Palermo all’ultima del 1977 (l’anno della sua morte a 65 anni) a Mascalucia. Fuori della Sicilia, il suo curriculum ci ricorda mostre e partecipazioni a Roma, Venezia (la Biennale d’Arte), Genova e giri in molte città italiane nel 1951 e 1954. Ma allora non c’erano di certo le opportunità date dai mass media e dainternet. Un artista schivo e modesto, introverso, gentile e di poche parole, dedito al lavoro e poco incline alla mondanità, e pertanto rimasto “nell’ombra”, ma a cui il tempo sta rendendo parzialmente giustizia. E la sua città natale ha voluto dimostrare di non essersi mai dimenticata di lui: nella Mostra Antologica dedicatagli ad ottobre, presenti molte delle sue opere, ma non tutti i suoi lavori, sparsi come sono gli altri in giro qua e là e non facilmente “radunabili”. Ma quel che c’è, basta a dare un’idea e gratificarne la memoria.
L’assessore alla cultura e alle identità condivise, Giuseppe Condorelli: «Abbiamo voluto rendere omaggio al nostro artista più rappresentativo evitando celebrazioni in pompa magna e privilegiandone l’aspetto umano, intimo, identitario. Con una mostra semplice quale lui era, con schizzi, bozzetti ed opere in fieri, dovuti all’attentissima ricerca di Lella Condorelli, ma in occasione di un evento che restituisce al nostro genius loci la dimensione nazionale che gli appartiene”. Carmela Zuccarello, direttrice della Galleria: “Felice di essere stata promotrice e presente nel 1999, ospitando allora artisti e critici di grande livello, e di promuovere ed ospitare oggi l’omaggio all’artista e all’uomo, sperando di farlo conoscere ed apprezzare anche dalle nuove generazioni».
E valgono ancor oggi ad esempio, più che mai, le espressioni usate nei confronti di Pippo Giuffrida nel catalogo della Mostra-omaggio di Misterbianco del 1999 dallo storico e critico d’arte Francesco Gallo: «Pippo Giuffrida – si legge tra l’altro – attraversa la sua vita da Misterbianco sempre nel cuore e da Catania sempre nel cervello, ma senza provincialismi di sorta; egli traduce nel suo lavoro di pittore e di professore la sua potente volontà di sapere, di conoscere, di sperimentare, mettendo insieme la sua solidità tecnica con la passione per la sperimentazione… con una sua precisa valenza etica, per spostare in avanti valori e visioni del mondo… Nella sua scelta figurativa, ha ritmato una sinfonia artistica che oggi si rende disponibile in tutta la sua sobrietà, forza e qualità. Nella trama delle opere si legge tutta la sua ritrosia, la sua timidezza anche, dovuta al suo impegno nell’officina pittorica piuttosto che nelle Mostre e nella mondanità. Questo spiega in gran parte come il suo lavoro attento e puntuale sia rimasto in ombra, un’ombra troppo estesa se paragonata con l’unanime giudizio su di lui e la sua opera, lusinghiero e riverente… Questo maestro merita di rimanere nel nostro ricordo e nella nostra considerazione».
E rimangono le critiche lusinghiere di esperti e artisti come Nunzio Sciavarrello, Ermanno Scuderi, Sebastiano Milluzzo, Alberto Abate, Vincenzo Indaco.
L’artista Natalia Criscione, nel cui studio Pippo Giuffrida si soffermava col sottofondo della sua amata musica classica, scriveva: “Una figura di primo piano nel panorama artistico non solo catanese. Visse lontano dai clamori della ribalta, e tuttavia il suo magistero, il suo pensiero e la sua opera furono così esemplari da incidere nella coscienza culturale del nostro tempo”. E Riccardo Campanella aggiungeva: «Un artista per il quale si animava una grande speranza; che dipingeva le sue tele con straordinaria capacità istintiva, immettendo chiunque in una percezione tale da sommuovere l’inconscio che si annida dentro di noi».
Roberto Fatuzzo
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Dom, Nov 1, 2015
Arte