“Cronache” di Nino Tomasello in trionfale successo
Memorie della Paternò fra il 1860 e il 1918 in un rigoroso viaggio storico
Il libro è stato presentato il 12 novembre all’ex Tribunale della città simetina
Paternò 1860 – 1918. Cronache, ovvero un contributo alla Banca della Memoria: è questo il titolo estremamente essenziale del libro scritto dallo storico Nino Tomasello sulla città di Paternò che già anticipa al lettore un viaggio rigoroso nel periodo storico racchiuso tra il 1860 e il 1918, tra l’Unità e la Grande Guerra, viaggio che non lascia nulla all’immaginario perché frutto di ricerche scientifiche tra documenti, a volte inediti, dell’epoca e che, comunque, affascina il lettore per il ritratto appassionato e straordinariamente avvincente che riesce a tracciare l’autore di una Paternò che fu e di quello che avrebbe potuto essere.
Emerge il ritratto di una città dalle tante occasioni perse, una città che, comunque, nell’arco temporale esaminato dall’autore, in verità poco conosciuto, si connota come il centro dell’area simetino-etnea, grosso centro agricolo dalle mille risorse tanto che, già agli inizi del Cinquecento, per la ricchezza delle sue terre fertili e abbondanti d’acqua e per la qualità dei suoi prodotti agricoli, venne insignita del titolo di Civitas Fertilissima.
Si scoprono, nel libro di Tomasello, risorse importanti per lo sviluppo economico della città come Il progetto per istabilire in Paternò filande da cotone e da lana voluto dagli amministratori dell’epoca tanto che a Parigi fu acquistata la desiderata macchina ed i modelli della filanda del cotone, i cui vantaggi furono sperimentati e riconosciuti dalla popolazione, dalla municipalità e dall’Intendenza che ne aveva incoraggiato la coltura nell’area simetino-etnea o come il progetto per la commercializzazione dei derivati delle arance, con l’industria di sciroppi e liquori d’arance, a firma di un tale Giuseppe Ciancio Battiati precursore della commercializzazione della marmellata d’arance! Intanto gli agrumi rappresentano il prodotto base dello sviluppo, la produzione di arance, mandarini e limoni è cospicua ma la crisi agrumaria, ieri come oggi, è in agguato… Tomasello fa notare: «Parliamo da una vita dell’arancia rossa e non ci si è mai preoccupati, seriamente, di costruirvi attorno un tessuto sociale e industriale: fosse stato così oggi l’arancia rossa sarebbe stata venduta in farmacia».
Paternò è anche la città delle tante trasformazioni culturali, come ricorda il prof. Angelo Granata nella sua prefazione: «La richiesta di partecipazione che pervade la cittadinanza si accompagna, infatti, alla scolarizzazione di massa, alla straordinaria impennata dei tassi di alfabetizzazione, all’emergere di un ceto, quello degli insegnanti, assurto in fretta al ruolo di esercito nazionale che combatte con le armi della lingua, della storia e della geografia della Patria».
E poi la Grande Guerra a cui l’autore dedica pagine di estremo coinvolgimento: la mobilitazione civile di Paternò, la partenza dei soldati, le misure di assistenza sociale, il protagonismo femminile… E poi il lutto, i tanti figli che Paternò offre alla Nazione. La fine della guerra vede una città al collasso ma pronta alla grande sfida della ricostruzione.
L’autore si commiata con la fine dei combattimenti, un commiato da cui traspare l’amarezza per tutto quel che verrà e sarà…
Le splendide foto d’epoca che corredano l’apparato iconografico del volume presentano al lettore, come un meraviglioso affresco sbiadito dal tempo, immagini della Città liberate dalla polvere dell’oblio, monumenti ormai inesistenti grazie alla politica… del “costruisci e distruggi” e ritratti di personaggi che ebbero una forte incidenza nella storia di Paternò esaminata dal cronista. Tutto il materiale iconografico è stato messo generosamente a disposizione da collezionisti e privati quali Franco Uccellatore, Carmelo D’Angelo, Michele Mazzamuto e Barbara Sinatra D’Amore.
Personaggi, anzi persone, dal forte spessore umano emergono dalle pagine di Cronache, come scolpite dalla penna del cronista: uno per tutti l’illuminato sindaco Francesco Indelicato e poi tutte le famiglie blasonate della città con i Moncada in testa e tutti i “Don”… certamente altolocati, che nel bene e nel male, fecero la storia di Paternò, «una storia – come commenta Tomasello – in cui i gattopardi ci sono ancora. Anziché essere sconfitti, i gattopardi sono aumentati: per cui, la città viene usata senza lasciargli il minimo vantaggio».
E le donne? Non trova il cronista tra i suoi documenti tanti riferimenti a figure femminili, tranne che maestre,… ma i tempi erano quelli: il ruolo della donna nella società contadina non è da protagonista pur tuttavia essa è il fulcro della famiglia che, non a caso, è di struttura matriarcale.
Tra le righe del grosso lavoro di Tomasello emerge la passione pedagogica del Maestro, già insegnante del IV C. D. “Michelangelo Virgillito”, la sua amatissima scuola, dell’appassionato sindacalista che tante battaglie ha portato avanti a favore degli insegnanti, del formatore e come lo definisce il prof. Luigi Sanfilippo nella sua postfazione del«brillante pedagogista dalla forte carica ideale e civile».
Il libro, un volume di 300 pagine, presentato con straordinario successo il 12 novembre, presso i locali dell’ex Tribunale della città, presentato, non a caso, nell’anno del centenario della Grande Guerra ha subito riscosso grande interesse nel folto pubblico presente, anche per gli interventi altamente qualificati dei relatori intervenuti.
L’incontro, moderato brillantemente dal giornalista Anthony Distefano e aperto dai saluti istituzionali del sindaco Mauro Mangano e dall’assessore alla cultura Valentina Campisano, ha visto discutere sulle vicende storiche dell’epoca trattate dall’autore il prof. Giuseppe Barone, Direttore del Dipartimento di Studi Politici e Sociali Università degli Studi Catania, il già citato prof. Angelo Granata, del Dipartimento di Studi Politici e Sociali Università degli Studi Catania che ha curato la prefazione del volume, il dott. Luigi Sanfilippo del Dipartimento di Studi Politici e Sociali Università degli Studi Catania che ha curato la postfazione e il prof. Salvatore Indelicato, Dirigente Scolastico emerito. A conclusione, i saluti dell’editore napoletano Pompeo Paparo.
Il libro dello studioso Tomasello, come ha affermato lo stesso sindaco Mauro Mangano, è un libro che andrebbe distribuito nelle scuole, presentato ai giovani non solo per avviarli alla conoscenza della storia della propria città ma anche per imparare a leggere criticamente il passato «…per comprendere le ragioni sottese che generarono il presente, come anche per partecipare in modo attivo alla progettazione del futuro».
Così auspica l’autore che, tracciando una linea temporale di generazioni familiari, apre il suo libro con questa dedica: «A mio nonno Antonino e a quanti con la loro vita, contribuirono al compimento del Risorgimento italiano. Agli orfani di guerra, tra questi Francesco, mio padre, operosi testimoni di valori, che ricostruirono il Paese superando le inimmaginabili difficoltà del dopoguerra, consentendo così alla mia generazione di imparare a leggere criticamente qualche libro.
Alla mia famiglia, a Stefano e alle nuove generazioni».
Agata Rizzo
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Lun, Nov 30, 2015
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