“Basta discarica”! Una battaglia infinita
Una grande manifestazione il 10 ottobre nella “terra dei fuochi” catanese
Comitati, Associazioni, Amministrazioni di Misterbianco e Motta uniti nel NO
E arrivò il giorno di “Basta discarica”. Basta proroghe, veleni, corruzione e inquinamento. E’ stato il “giorno del NO”: il 10 ottobre scorso, due comunità unite – con due raduni e cortei, da piazza Mazzini a Misterbianco e da piazza Mercato a Motta Sant’Anastasia – che si sono incontrate in via Verdi per proseguire e manifestare assieme sulle strade della discarica: “Per l’ambiente, il territorio, la qualità della vita, le generazioni future”. Non è stata la manifestazione di un ristretto gruppo di attivisti, ma un dissenso popolare senza paternità partitiche, una denuncia e una protesta che due vaste comunità di cittadini fanno “esplodere” sul territorio nei confronti dei Governi e delle Istituzioni a tutti i livelli. E stavolta hanno partecipato ufficialmente entrambe le Amministrazioni comunali – dopo le note ostilità tra i due sindaci – ed i tre Rioni di Motta.
Ad esasperare gli animi ci sono – com’è noto – le continue ordinanze regionali di proroga (l’ultima addirittura fino a metà gennaio 2016) al funzionamento della megadiscarica di Valanghe d’inverno – pur dichiarata illegale dalla stessa Regione da un anno e mezzo – con svariate migliaia di tonnellate di rifiuti sistematicamente e costosamente scaricate ancora qui da ogni parte della Sicilia. Ancor più dopo la chiusura del sito di Bellolampo nel Palermitano. Ancora nessuna pianificazione regionale, nessun intervento strutturale né provvedimento d’emergenza alternativo e idoneo; mentre l’Europa sanziona, il Governo nazionale diffida e minaccia commissariamenti, e quello regionale “balla” sull’orlo del baratro.
Non è di certo solo una questione di puzza insopportabile che ammorba tutti i giorni l’aria. Ci si chiede perché un’area di settantamila abitanti tra Misterbianco e Motta Sant’Anastasia debba continuare a pagare ancora, dopo decenni, l’incapacità e la mancanza di volontà politica di avviare a soluzione il problema dei rifiuti in Sicilia, e sia “condannata” a subire ogni sopruso da pubblico e privato. Un disastro ambientale già in atto sulle colline e sulle falde acquifere dei meravigliosi Sieli, un parco naturale da preservare e valorizzare; e pericoli seri per la salute pubblica. Contro questo “inferno”, le alternative alle discariche ed agli inceneritori ci sono, ed il riciclo ed il riutilizzo dei materiali post-consumo come risorsa sono tra gli obiettivi da perseguire ma qui sembrano ancora lontani anni-luce.
Intorno alla manifestazione, tante le iniziative: una raccolta di firme da inviare alla Procura della Repubblica di Catania e alla Commissione Europea; la lettera aperta inviata a Raffaele Cantone, presidente dell’ANAC (l’Autorità nazionale anticorruzione), alle Procure di Palermo e Catania, al Presidente della Regione, al Prefetto di Catania; la diffusione di un modello da utilizzare per la denuncia ai Carabinieri, una sorta di class action. Le adesioni all’evento si sono moltiplicate, sia con comunicazioni ufficiali sia sui social: quasi una trentina di Gruppi, Associazioni e realtà dei due comuni interessati, oltre a cittadini, personalità ed Enti regionali e nazionali e rappresentanti politici, a partire da Sel, Prc, M5S. E’ una storia di proteste, cortei, ricorsi al Tar, denunce alla Procura della Repubblica, dossier, esposti, audizioni, coinvolta anche l’Europa: se finora tutto è sembrato quasi vano, nei fatti, la battaglia civile di “Misterbianco e Motta unite nella lotta” continua decisa.
A parte le varie manifestazioni, dai Comitati No Discarica di Misterbianco e Motta S. A. (nati rispettivamente nel 2010 e 2011) è stato già prodotto un immenso lavoro di documentazione, sensibilizzazione e denuncia in tutte le sedi. Ed è nato via via un vasto movimento complessivo che oggi comprende Enti ed esperti autorevoli in grado di documentare i guasti prodotti e di proporre soluzioni reali, economiche e sostenibili ad una politica tuttora sorda e cieca al problema dei rifiuti, business gigantesco e torbido sulla pelle della gente senza potere.
Il maltempo ha condizionato solo in parte la manifestazione per la chiusura e la bonifica delle discariche sulle colline dei Sieli. Una “terra dei fuochi” a due passi dalle case di circa 70 mila persone, visto che oltre ai rifiuti si paventa che sia sommerso di tutto. Anche se c’è chi fa presente che non risulta finora provato inequivocabilmente il nesso causa-effetto con le crescenti patologie tumorali della zona. “Basta discarica”, inquinamento, illegalità: una manifestazione di tutti e per tutti, anche per chi preferisce defilarsi. Al di sopra di sigle, bandiere e fazioni. Con entrambe le amministrazioni comunali interessate, rappresentanze significative di varie organizzazioni e l’adesione solidale (a distanza) di molti organismi di altre regioni, accanto ai cittadini, famiglie e bambini. Con striscioni, magliette, bandiere, cartelloni, mascherine e slogan, in marcia contro il “mostro ecologico” vicinissimo in linea d’aria al centro storico. Per un problema gravissimo che ormai nessuna istituzione pubblica può dire di sconoscere: dall’Autorità nazionale anti-corruzione alla Commissione bicamerale sugli eco-reati, dai vertici politici e burocratici regionali ai parlamentari, dalla magistratura alle forze dell’ordine, dai mass media a tutte le autorità e istituzioni preposte e teoricamente vigilanti (come l’Agenzia regionale ARPA, le Aziende Sanitarie provinciali, ecc.). Non è possibile che appaia ancora una lotta contro i mulini a vento, anche dopo lo scioglimento per mafia e corruzione del Comune di Mazzarrà Sant’Andrea (Messina), proprio per prassi e vicende legate alla locale megadiscarica, che comprova l’attuale orrendo sistema di gestione dei rifiuti in Sicilia. Una battaglia che dovrebbe essere sentita da tutti; perché non è di sinistra, di centro o di destra. E dove non può esserci alibi di disimpegno per nessuno (come invece purtroppo continua ad accadere, per motivi di parte).
Nel “Basta discarica”, di giorno si era davvero in tanti, poi il presidio notturno. Dall’alba del sabato fino alle 8 dell’indomani, di mezzo una fredda notte, ai Sieli il presidio permanente di tanti Davide contro Golia, tra gli autocompattatori dei rifiuti in arrivo da Palermo, Messina e mezza Sicilia ed i cancelli della megadiscarica; frapponendosi col proprio corpo e costringendo pacificamente gli autisti allo stop, davanti ai carabinieri ed al serio rischio di denunce. Una notte significativa di parziale affrancamento dai rifiuti, un commovente ed ammirevole impegno che testimonia la volontà ferrea di difendere il territorio ed il futuro: ma in verità erano solo una settantina di “coraggiosi” (uno su mille abitanti dell’area), troppo pochi; e troppe invece le paure, le remore, le diffidenze.
Ogni giorno, la gente qui continua a risvegliarsi con la puzza insopportabile inequivocabilmente proveniente dalla megadiscarica di Valanghe d’Inverno, distante appena cinquecento metri in linea d’aria dal centro storico di Misterbianco, e da quella (chiusa ma da bonificare) di Tiritì. I cittadini non ne possono più. Una situazione che perdura sulla pelle di migliaia di persone, tra cui un comune come Misterbianco che pure ha una raccolta differenziata sopra la media nazionale. Con un impianto dichiarato illegale da più di un anno, destinato a chiudere con un decreto regionale del luglio 2014 e che continua invece ad operare con sistematiche e beffarde ordinanze di proroga della stessa Regione a seguito della perenne “emergenza rifiuti” ancora senza sbocchi né prospettive di soluzione.
Come non bastassero il disastro ambientale delle meravigliose colline dei Sieli, del parco e dei torrenti, ed i pericoli più volte segnalati per la salute pubblica di un’intera area, si continuano ad abbancare montagne di rifiuti siciliani con cospicuo lucro privato e mortificanti penalizzazioni di cui nessun ricorso o denuncia, nessuna indagine giudiziaria né mobilitazione sono riusciti ad impedire finora di fatto la prosecuzione. Si prosegue, paradossalmente con un costoso regime commissariale pubblico diventato scandaloso, e nessuna legalità né tutela ambientale vengono garantite. Le denunce penali, i ricorsi del sindaco di Misterbianco Di Guardo, le svariate iniziative dei Comitati No discarica a tutti i livelli (anche europei) le indagini della Commissione bicamerale sugli eco-reati, finora sembrano non sortire quasi alcun effetto, e nessuna soluzione di brevissimo periodo si profila. Mentre si susseguono proteste indignate e furibonde sui social, petizioni ed appelli affinché la popolazione “alzi la testa” e non si rassegni. I Comitati vanno avanti, e non hanno intenzione di fermarsi.
Il 10 ottobre è stata un’altra tappa “storica” di un percorso civile che si intende proseguire fino al conseguimento degli obiettivi irrinunciabili di dignità e di giustizia di un’area e di una popolazione troppo a lungo mortificate. Stavolta i due Comitati No discarica, come detto, hanno avuto il sostegno esplicito di entrambe le amministrazioni comunali oltre a quello di una ben più vasta massa di cittadini ed organizzazioni; ma la sintonia vera deve consolidarsi, senza pregiudizi e divisioni. La “battaglia” popolare contro il disastro ambientale e l’illegalità, e per una moderna e sostenibile gestione dell’emergenza e dei rifiuti, dunque prosegue, anzi segna forse un nuovo inizio, aspettando il debito riscontro di tutte le autorità e istituzioni preposte e vigilanti chiamate in causa. Una sfida infinita, per un futuro vivibile e migliore per tutti.
Roberto Fatuzzo
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Mer, Ott 14, 2015
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