Nello Correale e Giuseppe Cantavenere a Motta Sant’Anastasia
Presentati: del regista “La voce di Rosa”; dello scrittore “Rosa Balistreri”
Ho visto la Sicilia vera, l’altra sera, al Castello Normanno di Motta Sant’Anastasia, durante la presentazione del libro Rosa Balistreridi Giuseppe Cantavenere. La Sicilia dura, carnale, antica e sempre moderna, passionale e irredimibile. La Sicilia in bianco e nero, con le immagini de La voce di Rosa di Nello Correale. La Sicilia dei paesi e del lavoro nelle campagne, nelle piane assolate e desolate, nelle miniere di zolfo, tremende di fatica e di carusinudi e vinti. La Sicilia delle coppole e dei cappeddi, schierati, ogni santo giorno, davanti al circolo della piazza a tramare racconti difìmmini e di travàgghiu. E poi c’è la Sicilia delle donne eternamente vestite a lutto, nere dentro e fuori, cariche di dignità, di pudore e di ingiustizie efferate e incontenibili. E di violenze indicibili, fisiche, psicologiche e umane. Una violenza sorda e intraducibile, consumata nel chiuso della vita domestica e familiare, speculata ogni giorno sulla pelle delle donne, bambine e adulte, come una dannazione “imposta dall’alto”, quasi necessaria. Questa è la Sicilia di Rosa Balistreri. La Sicilia sempre uguale e sempre diversa. Rosa Balistreri incarna la Sicilia più vera, più intima, più selvaggia, più violenta, perché lei stessa è ferocemente vera, intima, selvaggia e violenta. Le sue vere opere, il suo canto, le sue poesie, sono la sua stessa vita, il suo corpo, la sua carne. Forse per questo Rosa, a volte, viene “allontanata” dalla letteratura ufficiale perché ci ricorda prepotentemente la nostra “malattia”, il male atavico della nostra terra. Ad impreziosire la serata ci hanno pensato il prof. Pino Pesce, direttore del periodico l’Alba e promotore dell’iniziativa (sostenuta nell’organizzazione dall’Amministrazione comunale nella persona dell’assessore alla Cultura, dott.ssa Anastasia Distefano), l’avvocato.scrittore Giuseppe Cantavenere e il regista Nello Correale. Il prof. Pino Pesce colloca Rosa Balistreri tra le grandi personalità della Sicilia, accanto a Quasimodo, Vittorini, Consolo; sostenendo addirittura che i versi di Rosa canta e cunta, per il recupero della memoria storica e la forza delle parole, possono essere accostati al Machiavelli della lettera a Francesco Vettori del 10/12/1513 e al Foscolo dei Sepolcri il quale descrive Omero che interroga fra gli avelli i Padri della Patria.
«Rosa Balistreri deve essere considerata un patrimonio immateriale dell’umanità, per la Sicilia e per l’Italia tutta. – dice nel suo intervento Nello Correale – Un patrimonio che dovrebbe essere istituzionalizzato dalle autorità regionali». Giuseppe Cantavenere racconta il suo incontro con Rosa, la sincera amicizia e l’affetto della sua famiglia per la “carusa di Licata”, l’ostilità e l’odio del suo paese, il suo spirito deciso e ostinato, la sua profonda umanità e il suo orgoglio ferito e indomito, la sua voce, unica e inconfondibile. E racconta del suo cenacolo siciliano amicale e culturale: Leonardo Sciascia, Renato Guttuso, Marcello Carapezza, Vincenzo Consolo, Gesualdo Bufalino e Ignazio Buttitta. Nel documentario di Correale c’è un toccante intervento su Rosa di Buttitta che la esalta per essere arrivata in alto dal nulla: proprio dal camminare scalza e fra mille disavventure e umiliazioni. Anche il Premio Nobel per la letteratura, Dario Fo, nello stesso lungometraggio, parla di Rosa Balistreri, descrivendone la sua possente voce, la sua forza femminile, il suo superbo coraggio, la sua anima pulita e bella e il concetto di cultura popolare e cultura del potere che, chiarisce il Direttore del’Alba, è poi la tesi gramsciana di classi egemoni e classi subalterne. E così la vita di Rosa appare da quegli occhi caparbi, da quelle mani dure di rabbia, da quel desiderio di esprimere se stessa e la sua terra, dalla voglia di rivincita e di riscatto. Coinvolgenti sono stati gli interventi musicali di Cettina Busacca, nipote del grande cantastorie paternese Cicciu Busacca, accompagnata da 2 bravi chitarristi: Nino Caruso e Carmine Santangelo, come anche le letture della bella e brava attrice Luisa Ippodrino.
Almeno quella sera, la presenza della mia amica ha spezzato la nostra profonda solitudine e “sicilianitudine”. E Rosa Balistreri è madre della Sicilia. E anche nostra.
Angelo Battiato
Tags: alba, giuseppe cantavenere, l'alba, l'alba periodico, libro, motta sant'anastasia, pino pesce, rosa balistreri
Gio, Set 10, 2015
Eventi, Primo Piano