Fabio Modica alla Galleria Civica “Pippo Giuffrida” di Misterbianco
Occhi e volti, tra figurativo e astratto, nella prestigiosa Mostra dell’artista catanese
Una scelta azzeccata per Carmela Zuccarello, direttrice della Galleria civica d’Arte “Pippo Giuffrida” di Misterbianco, ora arricchitasi di una “perla” con la Mostra personale Gnosis di Fabio Modica. «Un grande regalo per Misterbianco» afferma orgogliosa la curatrice dell’evento.
Sono 34 finora, dal 2000, le presenze dell’artista catanese, 37 anni, tra Mostre, Rassegne e Gallerie (tra cui Milano, Fiuggi, Ferrara ed all’estero Londra, Barcellona, Nizza, Barbizon, San Diego, Albany-New York, Atlanta).
A Misterbianco, su un’intensa produzione di circa 200 opere, l’artista ha esposto 25 dei suoi quadri dal 2009 ad oggi, compreso un autoritratto. E su un monitor si susseguivano dei video di presentazione che mostrano le sue opere, anche quelle qui non esposte, usando pure la tecnica deltime lapse per mostrare il quadro in divenire.
Fabio Modica, affabile e disponibile, si “racconta” a noi con chiarezza e semplicità. «Ho cominciato solo a 20 anni, affrontando la copia della pittura classica per imparare le basi, ma con la voglia di uscirne dai rigori per trovare il vero senso della pittura pura e semplice, per l’energia che scaturisce dal colore e dalla linea. Ma l’esperienza e il fascino della tridimensionalità della pittura classica non mi hanno mai abbandonato, quindi ho cercato di fondere armoniosamente le due cose, pittura classica e astratta, inseguendo in ogni mia opera il contrasto perfetto tra questi due mondi, ed è una continua lotta, perché l’artista è come il surfista, che vuole cavalcare un’onda sempre più alta, ed anch’io voglio superarmi continuamente».
«La mia attività artistica – prosegue Fabio – è partita con intensità solo dal 2009, da soli sei anni. Ma sono stato attento a fare i passi giusti, a non corrompermi, a non cercare il mercato a tutti i costi, e questa è stata la mia forza. Ho scavato profondamente dentro di me ed ho capito cosa volevo fare, da qui la scelta della pittura come mestiere per la vita, e la convinzione di dover rischiare per fare ciò che si ama e non altro. Ed appena ho avuto un numero sufficiente di quadri, ho trovato subito forza e coraggio di presentarmi al mondo complesso dei galleristi, ed anche all’estero, partendo dall’Inghilterra e poi in Francia e in America, attraverso internet e grazie all’aiuto prezioso di mia moglie (con dottorato di ricerca in didattica inglese) che cura tutti i rapporti con Gallerie e clienti esteri. E soprattutto fuori, negli USA, ho avuto già la soddisfazione di trovare un posto dove le mie opere piacessero così come sono; non sono dovuto scendere a compromessi, ho potuto essere me stesso, dipingere ciò che amo e come lo amo e trovare gente che l’ama come me. E il mercato che io non ho inseguito mi ha trovato, come la Aberson Exhibits di Tulsa in Oklahoma – dove è in programma una Mostra ad ottobre – che ha richiesto la mia collaborazione. Io attualmente sono presente in quattro Gallerie estere, e la prestigiosa Bill Lowe Gallery di Atlanta (Georgia) mi ha permesso tra l’altro di accedere a clienti importanti e sensibili all’arte che riescono a vedere la mia pittura come la vedo io. E le richieste di acquisto dei miei quadri sono un grossissimo stimolo per un artista, una conferma del proprio valore».
«Il tema dominante per me – dice l’artista – è il contrasto tra la pittura che rappresenta solo se stessa e quella che rappresenta qualcosa. La mia è sempre a metà strada fra astratto e figurativo, quindi indagando sulla percezione attraverso la pennellata cerco di capirne la doppia valenza, di materia colorata che riesce a rappresentare qualcosa. Sono stato anche coinvolto nell’arte del riciclo, e da questa esperienza ho imparato ad usare i materiali colorati, perfino il rifiuto che dalle mani dell’artista rinasce a nuova vita e diventa un essere immortale».
«Ho scelto per la Personale di Misterbianco – precisa Modica – il titolo greco Gnosis fondendo sempre astratto e figurativo, così che la pennellata diventi qualcosa che l’occhio riconosce come realtà. E non a caso mi soffermo molto sull’occhio, circondato da astratto. Nell’ultima mostra ad Atlanta, Prisoners of matter, ho trattato il tema della condizione umana, che “prigioniera della materia” soffre la dicotomia tra materia stessa e spirito, ed aspira a liberarsene. E punto sull’occhio, parte spirituale e specchio dell’anima, che contrasta con la materia circostante destinata a dissolversi. Il volto mi ispira particolarmente, è il soggetto dove mi sento di riuscire pittoricamente più forte e incisivo».
Fra gli altri temi ricorrenti e preferiti, la natura: «Prendo molto esempio dallo studio della natura; vedendo il Creato perfetto, nella composizione e distribuzione dei colori e nella sua dinamica armonia, l’artista cerca di avvicinarsi al Creatore, ovviamente non riuscendoci, ma quando un quadro è davvero ben riuscito senti di aver fatto un buon lavoro, come se quel quadro non fosse tuo, non ti appartenesse ma fosse sempre esistito in sè. E tra i temi intendo approfondire con i miei quadri la condizione umana; quindi non più solo un’arte basata soprattutto sull’impatto emotivo, voglio anche parlare alla gente dei problemi».
Dopo le esperienze da restauratore, Fabio diffida di olii e vernici; i materiali usati sono soprattutto acrilici, smalti sintetici ad acqua. Sette anni di insegnamento, un’esperienza bellissima, arricchente attraverso l’interscambio con gli studenti, «il farli incontrare con l’arte e vederli innamorarsene». Importante anche la famiglia: «E’ mia moglie a sostenermi e rimotivarmi nei momenti più difficili, ed ora una bimba di quindici mesi ha arricchito ulteriormente la mia vita». Fabio coltiva l’arte anche da musicista, ottimo pianista autodidatta (e la moglie canta e suona la chitarra con lui).
All’inaugurazione della prestigiosa mostra misterbianchese, c’era a presentare il percorso artistico di Fabio Modica una figura di spessore come l’esperto, critico e scrittore Francesco Scialfa che ne conosce profondamente l’animo – essendo stato suo insegnante agli inizi in Accademia – e ne ha elogiato tra l’altro la costante ricerca artistica, umana e spirituale.
Roberto Fatuzzo
Tags: alba, arte, fabio modica, l'alba, l'alba periodico, misterbianco, mostra, pino pesce
Mer, Set 30, 2015
Arte