L’incubo di un riflusso dittatoriale
L’assolutismo come possibile salvezza dalla deriva economico-sociale
In periodi di grave crisi economica e sociale, la storia ha insegnato a tutti noi come il potere politico ha cercato sempre di additare e colpire le fasce sociali più deboli e, se non ultime, le minoranze etniche e religiose.
Nel 1929, le ripercussioni del crollo finanziario statunitense annullarono in Germania gli effetti del piano Dawes, portando nel giro di pochi anni ad una deriva estremista totalitaria, fomentata dai grandi colossi industriali tedeschi che, nell’assolutismo politico ed economico, vedevano l’ultima ancora di salvezza.
Ma per fare questo, occorreva un processo all’intenzione ben congeniato e diretto alla minoranza religiosa ebrea che, nella Germania prenazista, aveva un ruolo cruciale sia nella gestione economico-bancaria che nella classe sociale borghese. Tuttavia a ciò, doveva seguire una profonda stigmatizzazione, che vedesse in questo gruppo etnico l’agnello sacrificale dei “mali” germanici ed il capo espiatorio di decenni di immobilismo politico e sociale.
Oggi, ovviamente, le dinamiche politiche nei vari paesi occidentali, sono sostanzialmente diverse, soprattutto in Italia, dove al malessere sociale ed economico, si è sempre cercato di sopperire con l’intervento di gruppi d’interesse autoctono, capaci di sostituire lo Stato dove non c’era. Basti analizzare storicamente i vari gruppi economici criminosi: dai colossi industriali nordisti, ad un Meridione frazionato tra ‘Ndrangheta, Camorra, Sacra Corona Unita e Cosa Nostra.
Ma quando sussiste uno status di speculazione finanziaria, politica e sociale, è logico che si va incontro ad un processo di saturazione irreversibile, sfociando nell’estremismo e razzismo dilagante, soprattutto nelle classi più basse della società civile.
Oggi, il risultato a livello politico, si chiama Matteo Salvini. Lo stesso Matteo definito “fannullone” in sede di commissione europea; lo stesso Salvini che parla di spending-review, di tagli ai costi della politica mentre banchettava sullo yacht di Formigoni, donando alle sue radical-vamp diamanti africani, scrupolosamente acquistati con i fondi riservati ai partiti nazionali, nella totale incredulità della miriade di suoi “piccoli” militanti sparsi per il nord.
Lo stesso Matteo che, oggi, per ingraziarsi i piccoli e medi imprenditori agricoli siciliani, parla dell’unicità dei nostri prodotti ortofrutticoli quando, in tempi non sospetti, permetteva ai grandi brand produttori veneti di bypassare la filiera, in barba a tutti i controlli UE.
Matteo Salvini, ancora Matteo Salvini che, insieme a larghe fette impresentabili del centro-destra, cerca di far passare ignobilmente il messaggio che la disoccupazione è dilagante a causa dei clandestini e degli extracomunitari, ieri sotto sfruttati nel prestigioso triangolo industriale, oggi etichettati come colpa e male supremo.
Clandestini ed extracomunitari attaccabili perché anello debole, ultimo gradino sociale di un Italia ormai sull’orlo della disgregazione: costante la fuga di cervelli ed i rapporti Ocse che attestano il nostro paese ultimo “nel leggere e far di conto”.
Tags: alba, giovanni frazzetto, l'alba, l'alba periodico, lega nord, pino pesce, salvini
Mar, Giu 2, 2015
Attualità, Informazione