“Il posto dei Racconti”, laboratorio in fìeri a Paternò
Il Contastorie, canale di suoni e di grida, di ritmi e di sentimenti, di storia e di leggenda
Chiamata a redigere, per più incontri, un diario di bordo, a scavalco tra la partecipazione attiva e le riflessioni della cronista, è stata spontanea e dirompente, ad un certo punto, la necessità di effettuare il resoconto emozionale di uno spaccato, all’interno di un laboratorio in fìeri: Il posto dei Racconti.
Giovanni Calcagno, responsabile del progetto, dirige un gruppo eterogeneo di corsisti che, partendo dal punto zero: il testo del romanzo di Matteo Maria BoiardoL’Orlando Innamorato, poema epico-cavalleresco caro come genere alla tradizione pupara siciliana di cui Mimmo Cuticchio è autorevole esponente, riesce a coordinare persone con esperienze, età, cultura e background diversi.
E’ un lavoro complesso e variegato, quasi maieutico, perché non aggiunge artificiosamente nulla ma, piuttosto, spinge ciascun componente a compiere percorsi interiori sotto gli stimoli del testo che impegna a più livelli e, seguendo percorsi fantasiosi, tende a scrostare e ridurre resistenze psicologiche, sovrastrutture culturali, barriere comunicative; tende a liberare l’io nascosto da cumuli di aggiunte rumorose e ingombranti, per ritrovare un sé più semplice, più primordiale, se ci è concessa l’iperbole.
Il Contastorie (performance ultima verso cui tende la connotazione caratteriale tipologica di ciascun corsista) deve essere, nelle mete auspicate, una sorta di canale attraverso cui passano i colori sfumati e accesi, i suoni sussurrati e le grida, i ritmi e i sentimenti, la storia e la leggenda…
Così, partendo da quel testo, si percorrono sentieri di studio, apprendimento ed elaborazione e di produzione a più livelli tra essi coordinati.
La creatività è resa libera e poi incanalata e modulata, poi ancora ricamata e tradotta nelle forme più imprevedibili.
A fare da spalla Simona Bracchetti, romana, (architetto nella vita) ma che gioca poliedrici ruoli nel contesto: da corsista a coordinatrice e a coreografa.
In questa sua ultima abilità, viene fuori, elegantissima nel proporre ritmi tribali su cui costruisce coreografie di grande effetto e all’interno delle quali si innestano endecasillabi liberi, intonati sulla falsa riga del poema epico sempre letto e rimaneggiato.
Ed è un procedere corale, suggestivo, in cui suoni, azioni, contenuti narrativi procedono, scatenando ricadute esaltanti e catartiche all’un tempo.
La voce viene modulata, urlata, impostata, mentre il corpo autonomo, disegna coreografie guerriere di grande suggestione.
Così, il recitato e il rappresentato vengono ad essere il prodotto di una lunga, meticolosa, raffinata e sottile macerazione ed elaborazione.
Giovanni Calcagno è il guru di questa cellula umana dal potenziale incalcolabile. E’ lui il maestro: ha la quiete, l’ascolto e tesse le trame.
Con semplicità e ricchezza, severità e determinazione “ascolta” i movimenti dei singoli, del gruppo e di sé stesso e ne pilota le energie comunicative rinforzando la consapevolezza del sé; interagisce e crea interazione collettiva; esplora e restituisce in un contesto originalissimo di contaminazione creativa, secondo fonemi molteplici, (scelti dai corsisti), che vanno dal dialetto siciliano al tedesco, al francese e alla lingua italiana del Seicento.
Molti altri saranno gli step di questo “viaggio” multidimensionale che mette in comunicazione uomo-radici, storia, sentimenti, arte.
Grande è il contributo di Giovanni Calcagno che, non a torto, rende fiera la sua città che gli tributa affetto stima e onore.
E, riflettendo (se ci è concesso esulare dal tema in corso), che magnifico percorso scolastico sarebbe questo!
Quanto essenziali e formative appaiono queste tecniche, queste metodologie questi contenuti per la formazione autentica e globale della persona, a dispetto di forme stantìe, asettiche, gelidamente tecnologiche e disincarnate, così in voga oggi!
Norma Viscusi
Una bottega di teatranti per rinnovare la tradizione
Il posto dei Racconti è un’iniziativa promossa dal Comune di Paternò con il sostegno della Pro-loco e della facoltà di Lettere di Catania. E’ un programma di formazione teatrale coordinato dal maestro Mimmo Cuticchio che comprende quattro laboratori di formazione (recitazione, scenografia, ricerca d’archivio e musica tradizionale) ed uno, coordinato direttamente da Mimmo Cuticchio, dedicato alla messa in scena dell’Orlando Innamorato sulla collina storica di Paternò in settembre.
Questo progetto, a seguito dell’istituzione della «“Casa del Cantastorie”, costituisce un naturale corollario ad un percorso di studi sul teatro di narrazione già avviato da qualche tempo a Paternò, ed al contempo un tentativo di radicare nel territorio una nuova scuola, sarebbe meglio dire una bottega, di teatranti (artisti e tecnici) capaci di rinnovare la propria ricerca nel solco della tradizione.
Il senso di questa nostra iniziativa, di questo grande laboratorio nella nostra città, è dunque quello di condividere il lavoro artistico di gruppo e di aprirlo a partecipanti e spettatori di ogni luogo, certi della capacità che ha il teatro di restituire identità alle collettività, e consapevolezza, a ciascuno, del proprio stato di essere umano.»
Giovanni Calcagno
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Gio, Apr 30, 2015
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