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“Shoah” a Librino per mai dimenticare!!!

Sab, Feb 7, 2015

Attualità, Informazione

Un percorso di tragici temi e ricordi in varie forme d’arte

La Repubblica italiana ha riconosciuto il 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz,  come  “Giorno della memoria” per ricordare lo sterminio del popolo ebraico, le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani deportati, la loro prigionia, la morte. 

Tante iniziative, a livello locale e nazionale, caratterizzano questa giornata ma ci piace sottoporre all’attenzione del lettore un evento in particolare, organizzato da un gruppo di giovani facenti parte dell’Associazione “Amici di Villa Fazio” in collaborazione con la “Fondazione Ebbene” e il “Consorzio Solco”, gestore temporaneo della struttura di proprietà del Comune di Catania, finalmente tornata a nuova vita. 

Vivere ed operare in quartieri “difficili” può rappresentare un vincolo ma al tempo stesso può fare da anello di congiunzione tra realtà tristemente conosciute seppur vissute in spazi e tempi molto lontani. Gli operatori del polo educativo “Villa Fazio”, rivolto ai giovani del quartiere e della città, ne hanno piena coscienza e hanno costruitoad hoc l’evento artistico e commemorativo intitolato “SHOAH”.  In sole due ore di performance, Villa Fazio ha accolto oltre 150 partecipanti guidandoli verso un percorso guidato scandito da tappe nelle quali si era immersi nel ricordo della Shoah, utilizzando varie forme d’arte. Per cominciare una bella mostra fotografica lungo le pareti delle stanze e del corridoio della struttura intitolata “Sono solo un bambino” e curata da Simona Barcellona, evocava, attraverso volti increduli e innocenti, dei bambini che hanno vissuto in prima persona questa tragedia. Già è assurdo immaginare una persecuzione tra uomini, figuriamoci tra adulti verso tanti bambini innocenti.  Subito dopo la mostra, il cortometraggio di Dario DistefanoSquarci di Memoria” che, stimolando l’immaginazione dello spettatore, lo ha  guidato a provare sensazioni (mai provate prima) attraverso  associazione di immagini, allusioni e rimandi, per significare che dopo aver meditato e vissuto ciò che è stato, nel ricordo, non si muore più.

Dal film alla danza con la performance della Scuola di Danza Eventi D’Arte, curata dai maestri Sergio Platania e Michelangela Cristaldi ed eseguita dalle loro bravissime allieve. Memory, questo il titolo, ha ricordato i tantissimi innocenti che ignari speravano di scappare agli orrori del massacro, speranza che era sempre una illusione. Il coro e l’orchestra di “Musica Insieme” a Librino, formata da 30 bambini (che nel quartiere, grazie all’associazione, hanno conosciuto ed imparato ad amare la musica) hanno eseguito dei canti ebraici ed evocativi contro la shoah, ricordando che la musica è sempre “salvezza” da qualcosa o da qualcuno.

Non è mancata l’originalità alla serata, grazie al contributo di Valentina Fragalà che con la sua body painting ha espresso dei “Pensieri a pelle”, dipingendo sul corpo di una modella delle frasi sulla pace e sui diritti umani,  e l’installazione fotografica Walk of Fear di Chiara di Salvatore. Ispirata liberamente all’istallazione Fallen Leaves, presentata al museo di Berlino che raccoglie migliaia di maschere di metallo raffiguranti volti con espressioni di dolore, l’artista ha voluto trasmettere la metafora secondo la quale camminare sopra l’istallazione scaturisce nel visitatore forti emozioni legate alla sofferenza e alla consapevolezza che calpestare un volto corrisponde al calpestare la dignità e la stessa vita di un uomo.

La sofferenza è passata anche ascoltando i racconti di chi ha vissuto in prima persona la deportazione e ne è uscito vivo. L’ANPI di Catania ha introdotto al pubblico la storia di tre italiani vittime della shoah: Carmelo Salanitro, Nunzio Di Francesco, Liliana Segre, leggendo brani tratti dalle loro dirette testimonianze.  Momenti di profonda commozione hanno raggiunto alcuni spettatori che non hanno nascosto lacrime e sconforto per ciò che ascoltavano.

Ultima tappa del percorso artistico la videoinstallazione Il Fuoco di Fabio Scuto che ha sfruttato l’effetto sonoro tipico di una fiamma che arde con l’immagine stessa della fiamma, per rievocare i forni crematori.

Si conclude con Il sussurro dei più piccoli di Claudia Barcellona. La scrittrice, ricreando l’atmosfera dei circoli culturali clandestini che sorgevano spontaneamente dentro i ghetti, ha messo in luce il valore dell’arte come strumento di salvezza dalle brutture umane per raggiungere i valori universali del bello e del giusto. A rendere tutto più commovente l’esibizione condivisa con la figlia Carlotta, di 10 anni, che ha letto dei  versi  intrisi di paura, desolazione ma anche di tanta speranza in un domani migliore e di fede nell’uomo nonostante tutto. 

Genny Mangiameli

Redazione l’Alba

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