Pirandello de “L’uomo dal fiore in bocca” al “Martoglio” di Belpasso
La vita, la morte, il tempo e il loro mistero in un uomo che sa di morire
E’ Pino Pesce il regista che metterà sulla scena del Teatro comunale Martoglio di Belpasso, il 15 gennaio, un Pirandello che, pur rimanendo essenzialmente fedele alla stesura del testo originale, si arricchisce di acuti spunti e note di riflessioni anche attraverso richiami di Uno, nessuno e centomila e della novellaDi sera, un geranio.
Si tratta de L’uomo dal fiore in bocca, dramma strutturato nella forma di un avvincente monologo, pur essendo due i personaggi (l’uomo razionale e l’uomo comune), che si regge sui temi ossessivi della vita, della morte e del tempo.
Sulla scena la drammatizzazione s’impreziosisce di coreografie d’effetto, attraverso il teatro-danza (Luisa Ippodrino: Allegoria della vita e Loredana Cannavò: Allegoria del trapasso), che si pronunciano con suggestiva efficacia su piattaforme musicali altamente descrittive.
Elisa Russo, autrice delle musiche di scena, rende tutto il tema fortemente incisivo, dialogando, talvolta in forma alternata, talvolta come sottofondo, talvolta liberamente, con Mario Sorbello, l’Uomo con l’epitelioma, un cancro che, seppur dolcissimo nel nome, porta l’ineluttabilità della morte, costringendo il protagonista a relazionarsi con la realtà in un modo appassionato e struggente, come chi sa di dover lasciare tutto, innamorandolo delle piccole cose che spesso passano inosservate, attaccandolo così alla vita come un’edera in una cancellata e con una voglia incontenibile di divorare quanta più vita possibile, senza sprecare neanche un attimo.
La ricchezza di metafore, che rendono ancora più accessibile l’interiorizzazione, la profondità del testo e del messaggio contenuto, la regia di Pino Pesce, con le elaborazioni suddette, conferiranno una straordinaria bellezza ed eleganza allo spettacolo, dandogli, allo stesso tempo, intensità e leggerezza e lasciandogli, inaspettatamente, aperta la porta di una dimensione ultraterrena che può apparire non solo consolatoria.
Interessante tutto il lavoro che, nella sua preparazione, ha coinvolto un cast di pregevoli attori, ricchi di creatività. Per questo l’attore palermitano Pino Caruso ha voluto dare fiducia a Pesce concedendogli la propria voce fuori campo per narrare il momento del trapasso.
Norma Viscusi
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Mar, Gen 13, 2015
Eventi, Spettacolo