“Il matrimonio di Lorna” dei fratelli Dardenne
Un altro film dei registi francesi di affetti desiderati e irrealizzati o sostituiti
Due cuori e una capanna nei boschi del Belgio: così si conclude il film Le silence de Lorna intitolato in italiano Il matrimonio di Lorna, dei fratelli Dardenne. Un cuore è quello di Lorna (Arta Dobroshi, kossovara di Pristina), nel ruolo di una giovane donna albanese, l’altro è il cuoricino del bambino che lei pensa di avere o che desidera nel suo ventre; a lui Lorna parla fuggendo nel bosco, per andare verso una vita più pulita, differente da quella che ha vissuto finora. Per avere la nazionalità belga si è affidata a un certo Fabio (Fabrizio Rongioni), commerciante in matrimoni: Lorna sposa Claudy, derelitto umano belga, drogato, debole, pronto a legarsi a chiunque gli dia una possibilità o un gesto umano. Il denaro pattuito per Claudy per fare acquisire la nazionalità belga a Lorna è 2500 €, il doppio è previsto al divorzio. A sua volta poi Lorna dovrebbe sposare un russo che vuole naturalizzarsi belga.
Jérémie Renier nella parte di Claudy e Olivier Gourmet nella parte del poliziotto, che indaga sulla morte per overdose del primo, sono attori “feticcio” dei fratelli Dardenne. Il ruolo di Claudy assomiglia molto a quello che l’attore ebbe nei film L’enfant e Il ragazzo con la bicicletta, sempre dei Dardenne, sregolato, perso, immaturo, di persona ai margini della società. Di lui inaspettatamente Lorna – fino a lì solo utilitaristica e cinica –vorrà prendersi cura, gli si concede pure, per salvarlo. Perciò si affida a un sogno col bambino pensato: Io non abortisco. Non ti lascerò morire, mai. Ho lasciato morire tuo padre, tu vivrai. Un altro film in cui i Dardenne mostrano “gli ultimi”, film di affetti desiderati e irrealizzati o sostituiti.
Angelo Umana
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Lun, Nov 24, 2014
Spettacolo