Matteo Collura a Giarre con “Sicilia. La fabbrica del mito”
Raccontati i miti che, nel bene e nel male, hanno reso celebre l’Isola di Trinacria
Ospite dei più bei salotti e delle più incantevoli scenografie fra architettura e natura, come nel recente incontro con l’Autore nel cortile del Palazzo di Città di Giarre, Matteo Collura continua a raccontare la sua Sicilia con una sempre sorprendente ed inesauribile capacità di osservazione e di elaborazione; e lo fa sempre creando raccordi arguti e sottili, derivazioni e trasformazioni, sensi e non sensi apparenti, nella difficile trama di una regione dalla storia complessa e irriducibile; anche (un po’ o tanto) irredimibile?!
Nell’accogliente cittadina jonica, sul finire di giugno, per la Rassegna “Girare pagina”, siglata dal Comune e da “Taormina Book Festival”, è stato presentato il libro dello scrittore agrigentino Sicilia. La fabbrica del mito (Longanesi editore).
Collura, salutato calorosamente e presentato da Antonella Ferrara, presidente dell’associazione culturale “Taormina Book Festival”, e da Roberto Bonaccorsi, sindaco di Giarre, è stato introdotto dal giornalista Nino Milazzo che ne ha tracciato anche l’autorevole e brillante carriera giornalistica e letteraria.
Uomo di grande cultura e dalla penna ispirata e suadente, Matteo Collura incanta nella scrittura dei suoi libri; per cui ogni sua pubblicazione è un invito irresistibile alla lettura scorrevole e dotta, raffinata e densa di sapere.
Nel libro in questione, affronta il tema dei miti che, nel bene e nel male, hanno reso celebre la Sicilia: da Plutone, stupratore, ai feroci boss mafiosi del nostro tempo, a nomi-personaggi, più o meno positivi, ed eventi che hanno determinato poi, nell’immaginario collettivo, la genesi della mitizzazione-amplificazione-trasfigurazione del dato sensibile. Ed ecco scorrere: Salvatore Giuliano; i monaci “mafiosi” di Mazzarino; Giuseppe Genco Russo, boss da operetta; la “fuitina” attraverso il ratto di Proserpina; il rapimento-farsa del barone Agnello; Vincenzo Bellini e l’enigmatica morte; Giuseppe Balsamo (il conte Cagliostro); Aleister Crowley, satanista; Ettore Majorana; la Real Casa dei Matti del barone Pisani e altro. Un invito quindi alla lettura e all’avventura. Fin dalle prime parole, la scrittura della Fabbrica ti afferra per mano e ti trascina negli articolati indotti della sua conoscenza al cui timone pone una logica ispirata e una profondità di interpretazione tutt’altro che vaga.
Ed è un continuo esplorare, sempre con occhi nuovi, e un meravigliarsi di fronte alla lettura evidente di ciò che un momento prima non lo era.
Un’avventura leggere Collura, un’immersione in una Terra che si svela, strato dopo strato, e si rivela sempre più nella sua essenza, spogliandosi man mano delle sovrapposizioni e delle sovrastrutture fino a volerne cogliere, il più possibile, la matrice, il nucleo, lo spirito primordiale che ne contiene il codice genetico.
Ma la Sicilia è questa, e tutto questo merita!
Essa è nell’indagare, nel cercare, capire, scoprire, interpretare (e quanti altri verbi ancora!) per poter rendere l’idea di una realtà sconvolgentemente complessa, misteriosa e affascinante.
Collura ne è rapito, come accade ai grandi del passato e del suo tempo. E allora tenta anche lui la missione e parte ad esplorare, per trovare ancora gemme da raccontare.
Certo, è consapevole delle infinite spine, del pantano in cui inerte sembra permanere, del suo immoto scandire del tempo, dei controsensi intraducibili, e cerca in tutto questo, la logica sotterranea che, a volte, sembra sfociare nel mito.
Ben riesce al nostro Autore il tentativo di dar nome a modelli antropologici che trovano significato unicamente attraverso la lente interpretativa della memoria storica, atavica, ancestrale; anche sulla scorta delle costanti e delle variabili che sono retaggio delle differenti dominazioni che si sono avvicendate nei secoli.
E tra confutazioni, citazioni a sostegno, tesi e antitesi, Collura costruisce una teoria di grande portata, scolpendo i tratti somatici di un altro volto della Sicilia scommettendosi tra argomentazioni di altissimo livello.
La lettura lascia non pochi interrogativi e muove provocazioni al lettore poiché, ribaltando il mito, ne demolisce il culto nell’intento di decondizionare, svegliare e liberare da asservimenti bugiardi e deleteri, lasciando in vita solo ciò che autenticamente, classicamente e nobilmente leggenda.
Norma Viscusi
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Mar, Lug 22, 2014
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