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Matteo Collura a Giarre con “Sicilia. La fabbrica del mito”

Mar, Lug 22, 2014

Eventi, Informazione

Raccontati i miti che, nel bene e nel male, hanno reso celebre l’Isola di Trinacria

Ospite dei più bei salotti e delle più incantevoli scenografie fra architettura e natura, come nel recente incontro con l’Autore nel cortile del Palazzo di Città di Giarre, Matteo Collura continua a raccontare la sua Sicilia con una sempre sorprendente ed inesauribile capacità di osservazione e di elaborazione; e lo fa sempre creando raccordi  arguti e sottili, derivazioni e trasformazioni, sensi e non sensi apparenti, nella difficile trama  di una regione dalla storia complessa e irriducibile; anche (un po’ o tanto) irredimibile?!

Nell’accogliente cittadina jonica, sul finire di giugno, per la Rassegna “Girare pagina”, siglata dal Comune e da “Taormina Book Festival”, è stato presentato il libro dello scrittore agrigentino Sicilia. La fabbrica del mito (Longanesi editore).

Collura, salutato calorosamente e presentato da Antonella Ferrara, presidente dell’associazione culturale “Taormina Book Festival”, e da Roberto Bonaccorsi, sindaco di Giarre, è stato introdotto dal giornalista Nino Milazzo che ne ha tracciato anche l’autorevole e brillante carriera giornalistica e letteraria.       

Uomo di grande cultura e dalla penna ispirata e suadente, Matteo Collura incanta nella scrittura dei suoi libri; per cui ogni sua pubblicazione è un invito irresistibile alla lettura scorrevole e dotta, raffinata e densa di sapere.

Nel libro in questione, affronta il tema dei miti che, nel bene e nel male, hanno reso celebre la Sicilia: da Plutone, stupratore, ai feroci boss mafiosi del nostro tempo, a nomi-personaggi, più o meno positivi, ed eventi che hanno determinato poi, nell’immaginario collettivo, la genesi della mitizzazione-amplificazione-trasfigurazione del dato sensibile. Ed ecco scorrere: Salvatore Giuliano; i monaci “mafiosi” di Mazzarino; Giuseppe Genco Russo, boss da operetta; la “fuitina” attraverso il ratto di Proserpina; il rapimento-farsa del barone Agnello; Vincenzo Bellini e l’enigmatica morte; Giuseppe Balsamo (il conte Cagliostro); Aleister Crowley, satanista; Ettore Majorana; la Real Casa dei Matti del barone Pisani e altro. Un invito quindi alla lettura e  all’avventura. Fin dalle prime parole, la scrittura della Fabbrica ti afferra per mano e ti trascina negli articolati indotti della sua conoscenza al cui timone pone una logica ispirata e una profondità di interpretazione tutt’altro che vaga.

Ed è un continuo esplorare, sempre con occhi nuovi, e un meravigliarsi di fronte alla lettura evidente di ciò che un momento prima non lo era.

Un’avventura leggere Collura, un’immersione in una Terra che si svela, strato dopo strato, e si rivela sempre più nella sua essenza, spogliandosi man mano delle sovrapposizioni  e delle sovrastrutture fino a volerne cogliere, il più possibile, la matrice, il nucleo, lo spirito primordiale  che ne contiene il codice genetico.

Ma la Sicilia è questa, e tutto questo merita!

Essa è nell’indagare, nel cercare, capire, scoprire, interpretare (e quanti altri verbi ancora!) per poter rendere  l’idea di una realtà sconvolgentemente complessa, misteriosa e affascinante.

Collura ne è rapito, come accade ai grandi del passato e del suo tempo. E allora tenta anche lui la missione e parte ad esplorare,  per trovare ancora gemme da raccontare.

Certo, è consapevole delle infinite spine, del pantano in cui inerte sembra permanere, del suo immoto scandire del tempo, dei controsensi intraducibili, e cerca in tutto questo, la logica sotterranea che, a volte,  sembra sfociare nel mito

Ben riesce al nostro Autore il tentativo di dar nome a modelli antropologici che trovano significato unicamente attraverso la lente interpretativa della memoria storica, atavica, ancestrale; anche sulla scorta delle costanti e delle variabili che sono  retaggio delle differenti dominazioni  che si sono avvicendate nei secoli.

E tra confutazioni, citazioni a sostegno, tesi e antitesi, Collura costruisce una teoria di grande portata, scolpendo i tratti somatici di un altro volto della Sicilia scommettendosi tra argomentazioni di altissimo livello.

La lettura lascia non pochi interrogativi e muove provocazioni al lettore poiché, ribaltando il mito,  ne demolisce il culto nell’intento di  decondizionare, svegliare e liberare da asservimenti bugiardi e deleteri, lasciando in vita solo ciò che autenticamente, classicamente e nobilmente leggenda.

Norma Viscusi

Norma Viscusi

Pianista. Insegna Musica nella sc. Media Q. Maiorana di Catania. Ha conseguito anche il Magistero di Scienze Religiose presso IRSS San Luca di Catania, Facoltà di teologica di Sicilia. Il suo interesse è poliedrico: musica, arte, cultura, volontariato e giornalismo. Collabora come editorialista, freelance, con diversi periodici e quotidiani. Fra questi Freedom 24, Zona franca, l’informazione, Aetnanet, Newsicilia, l’Alba. Ha pubblicato saggi di letteratura religiosa sulla Scapigliatura, Lo spazio di Dio in Tarchetti in La letteratura e il Sacro, narrativa e teatro, cura di F. D.Tosto, vol. IV ed. ESI, 2016 Napoli e per la collana “Nuova Argileto”, La Scapigliatura. Tra solitudine e trasgressione, Lo spazio di Dio in Tarchetti, Rovani e Dossi. ed. Bastogi, 2019 Roma. Ama dedicarsi in modo particolare a recensioni musicali e teatrali.

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