Assegnati a Motteggiana i premi del Concorso Nazionale “Giovanna Daffini”
Il primo premio a Francesco Giuffrida e Giada Salerno (Ciatuzza), due artisti catanesi
Il Concorso Nazionale “Giovanna Daffini” è ormai giunto alla ventesima edizione; infatti il concorso vede la luce nel 1995 nel paese natale di Giovanna Daffini (1914 – 1969), una delle voci più belle e conosciute nel panorama del canto popolare in Italia. Mondina in gioventù, Giovanna imparò lavorando nelle risaie gli stilemi popolari che poi usò in una carriera, purtroppo troppo breve, in giro per l’Italia. Restano le sue incisioni e la sua storica partecipazione al Ci ragiono e canto di Dario Fo, uno spettacolo degli anni Sessanta in cui il futuro Nobel dipinge il suo affresco canoro del mondo popolare italiano.
Il primo premio del concorso è andato alla canzone Unni sì, di due artisti catanesi: il testo è di Francesco Giuffrida e la musica di Giada Salerno (in arte Ciatuzza). Francesco Giuffrida, studioso del canto popolare e sociale, ha scritto dagli anni Sessanta in poi svariati testi di canzoni sia in siciliano che in italiano, e ha partecipato al Ci ragiono e canto che Dario Fo riprese negli anni Settanta per la RAI. Collabora attualmente con la rivista Incontri – La Sicilia e l’altrove e, saltuariamente (in amicizia), per il nostro periodico.
Giada Salerno, che ha musicato il testo, lo ha anche interpretato ed eseguito nella serata della premiazione – Il “Giorno di Giovanna” – a Motteggiana, in provincia di Mantova. Ciatuzza ha già al suo attivo un CD,Tant’amuri r’unni veni – Canti d’amore, di dolore e di speranza del popolo di Sicilia e sta lavorando al suo secondo. Innamorata delle liriche siciliane, la giovane musicista riveste di note le nostre ottave, raccolte a cavallo tra Ottocento e Novecento unicamente nella parte scritta, senza musica, e in questo lavoro privilegia le canzoni in cui a cantare è una donna. Le antiche liriche vengono così riproposte per l’ascolto agli appassionati e alle nuove generazioni.
Unni sì è una doppia ottava dedicata a Felicia Impastato, la mamma di Peppino e, idealmente a tutte le donne colpite nei loro affetti più cari dalla mafia. La canzone può essere ascoltata andando su Youtube e digitando nell’apposita finestra Unni sì Impastato. Diamo qui di seguito il testo e la traduzione:
Unni sì ca ti cercu a tutti banni,/ varca sbannuta sugnu ammenzu a l’unni;/ cimiddìu a lu ventu comu ’i canni/ e mi furrianu l’occhi tunni tunni./ Si ppo’ fari ’n signali mi lu manni,/ unn’haju a circari cchiù, dimmillu unni;/ crisci la pena ogni ura cchiù granni/ e li pinseri me cchiù niuri e funni./ Tu si’ lu me pileri forti e duci,/ bannera ca risisti ad ogni ventu,/ torcia ’nciammata fai lustru e n’abbruci/ cu t’astutau n’ha aviri cchiù abbentu,/ Lu to silenziu morti n’arridduci,/ viniti genti, a unu a deci a centu:/ è comu vivu si facemu vuci/ di novu allatu lu vogghiu lu sentu.
(Dove sei, io ti cerco dappertutto/ sono una barca persa tra le onde;/ ondeggio al vento come fanno le canne/ e gli occhi mi girano in tondo./ Se puoi fare un segno mandamelo,/ dove devo cercare ancora, dimmelo dove;/ cresce la mia pena ogni ora più grande/ e i miei pensieri si fanno più neri e cupi./ Tu sei il mio sostegno forte e dolce,/ bandiera che resisti a ogni vento,/ torcia accesa fai luce ma non ti consumi/ chi ti ha spento non deve avere più pace./ Il tuo silenzio ci riduce come morti,/ venite tutti, da soli, in dieci, in cento:/ sarà come vivo se gridiamo tutti assieme/ di nuovo al nostro fianco lo voglio lo sento.)
Santy Caruso
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Sab, Giu 14, 2014
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