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La Pasqua di Paternò e i riti spettacolari del Venerdì Santo

Gio, Apr 17, 2014

Informazione, Primo Piano

La Pro Loco commemora una serie di iniziative, “eredità immateriali” della città

Arriva la primavera e ritorna la Pasqua, un connubio indissolubile che lega i due eventi a simbolismi religiosi come la passione, morte e resurrezione di Cristo ma anche a rappresentazioni del rinnovamento e del transito della natura che da una fase di morte passa ad una fase di risveglio e rinascita. La rappresentazione della natura che passa dalla vita alla morte ha dato vita, nei secoli, a riti impregnati di ritualità arcaiche che rinviano a feste pre-cristiane. Il rinascere della vita a primavera, ad esempio, per i greci antichi, risiedeva nella credenza di Persefone, figlia di Demetra, dea della fertilità, che, dal mondo sotterraneo, faceva ritorno alla luce del giorno dopo la desolazione dell’inverno.

Gran parte di questi riti della Pasqua sono inseriti nel REI, Registro delle eredità immateriali, istituito dalla Regione Sicilia nel 2005.

A Paternò, quest’anno, su un progetto della Pro Loco, si è voluto commemorare, con una serie di iniziative culturali, le “eredità immateriali” della propria città, attraverso un circuito culturale che ha inteso far vivere l’evento religioso anche dal punto di vista artistico e culturale. Tanti gli artisti che hanno aderito a PASCHA-PASSAGGIO DALLA VITA ALLA MORTE, tutti protesi a far rivivere e valorizzare le nostre tradizioni pasquali e tutte quelle manifestazioni devozionali che affondano le proprie radici in un passato ricco di storia e cultura. In particolare, merita di essere menzionata la realizzazione de “La Via della Croce”, ovvero una Via Crucis itinerante le cui  stazioni sono state realizzate da vari artisti locali in  dieci chiese della Città.

Certamente, quella della Pasqua è la settimana più ricca di manifestazioni liturgiche di tutto l’anno, che cominciano con la Domenica delle Palme per concludersi con la Resurrezione.

A Paternò, la Pasqua si rinnova da secoli con i suoi riti antichi che culminano nelle due spettacolari processioni storiche del Venerdì dell’Addolorata e del Venerdì Santo.

Pasqua e Collina Storica: un binomio indissolubile, in quanto tutto parte, si conclude e si rinnova proprio dall’acropoli, dalla chiesa Santa Maria dell’Alto, l’antica Matrici.

La Collina della memoria è lo scenario perfetto per accogliere la maestosa processione del Venerdì Santo; è il luogo dove si intrecciarono storie di regine e di re con leggende antiche, dove ogni pietra ha una storia secolare che testimonia le origini della città antica.

Nell’arco temporale che passa tra questi eventi clou della Pasqua, si susseguono celebrazioni religiose nell’osservanza dei precetti pasquali.

Sempre molto sentita è la tradizionale benedizione delle palme, che ha luogo la domenica omonima.
Queste palme vengono conservate per un anno intero e poi bruciate per evitare profanazioni. Rappresentano la benedizione che entra in tutte le case; ma nel subconscio, retaggio di antiche credenze, resta un fondo di superstizione che vi identifica… amuleti contro il malocchio!

Il Giovedì Santo vede rinnovarsi l’antica tradizione dei cosiddetti “Sepolcri”, tradizionale definizione dell’“Altare della Riposizione”, dove compaiono pallide piantine di germogli di grano, ceci, lenticchie, lasciate crescere al buio per qualche settimana e poi addobbate con fiori e fiocchi colorati.

Ma, come abbiamo già accennato, il clou delle celebrazioni pasquali restano sempre le processioni storiche del Venerdì dell’Addolorata e del Venerdì Santo.

Tutto segue un copione millennario: la processione del Venerdì dell’Addolorata inizia il suo percorso dalla bellissima chiesa barocca di “Santa Margherita” per poi sfociare, con grande effetto scenografico, in Piazza Indipendenza. Dall’antica piazza Canali, salotto di Paternò, la processione dell’Addolorata, prosegue, tra ali di devoti, per via Garibaldi e poi ecco piazza Quattrocanti, dove la Madonna viene accolta da un fiume di gente silente e compartecipe del dolore della Madre che cerca il Figlio. Dopo il Suo mesto peregrinare per le vie della città, la Madonna Addolorata trova ricovero presso la chiesetta di Cristo al Monte, splendido gioiello barocco, fino al venerdì successivo quando si ricongiungerà con il Figlio Morto nella chiesa Santa Maria dell’Alto.

E all’imbrunire del Venerdì Santo la Collina offre uno spettacolo indescrivibile: all’ombra del Castello Normanno, circondata dalla sacralità dei monumenti funebri, della Chiesa di Cristo al Monte, del monastero dei Cappuccini e del complesso monastico di San Francesco, l’antica acropoli accoglie la nuova città che si raccoglie, muta e addolorata, attorno alla Madonna Addolorata e al Cristo Morto.

I due pregiati simulacri, opera del noto artista paternese Giacinto Gioco (1857-1928), usciti dalla chiesa di Santa Maria dell’Alto scendono dalla scalinata settecentesca: è questo uno dei momenti più suggestivi e struggenti di tutta la processione.

La gente, che già dal pomeriggio aveva scalato il monte, vive una intensa esperienza emotiva e di sincera commozione, in cui si intrecciano sentimento religioso, cultura popolare e tradizione.

E la Madre e il Figlio Morto, lentamente scendono a valle per dare vita alla processione più straordinaria dell’anno che vede come protagoniste le antiche Confraternite, le Addoloratine, l’Azione Cattolica, le associazioni parrocchiali e laiche, le Crocerossine, le autorità civili e religiose.  I due simulacri, portati a spalla, dondolati dai portatori impettiti nei loro abiti neri, quasi disegnano con piccoli passi un’ellissi in movimento.

Passato “l’arco”, l’antica porta medievale, il corteo scende a valle e si snoda per le vie della città nuova.

Le sacre immagini vengono accompagnate da un vero e proprio fiume umano, percorrendo antiche viuzze che all’imbrunire, in questa speciale occasione, si avvolgono di un alone mistico…

E’ il caso di ricordare che quest’anno una processione particolare ha aperto i riti della Quaresima: la “Via Crucis tra i rifiuti”, nell’area delle Salinelle di Paternò, organizzata da don Salvatore Alì, parroco della chiesa Santa Maria dell’Alto, per denunciare il grave stato di degrado in cui ormai da anni versano i quartieri “Iunco” e “Acque grasse”, insieme a tutta l’area delle Salinelle.

Rigorosa la denuncia di don Salvatore Alì, rivolta a tutti i cittadini di Paternò, all’Amministrazione e alle forze dell’ordine, affinché, sinergicamente, si faccia ognuno la propria parte, perché non è più possibile, né accettabile vedere così deturpata la nostra Città e la Natura, dono di Dio.

La Via Crucis, alla quale hanno partecipato oltre un centinaio di fedeli, si è conclusa con il meraviglioso “Cantico Delle Creature” di San Francesco d’Assisi davanti ad un altro simbolo del degrado della zona in questione: il velodromo.

… Buona Pasqua!

Agata Rizzo

Agata Rizzo

Insegnante di scuola dell’infanzia nel IV Circolo Didattico “Michelangelo Virgillito” di Paternò, II Collaboratore del Dirigente Scolastico e Responsabile della Scuola dell’infanzia.
Referente del progetto Pari Opportunità “Bambine e bambini, uguali…ma diversi”, da 10 anni coordina il giornalino scolastico “La Gazzetta RosAzzurra” sul tema delle pari opportunità e della genitorialità, diretto alle famiglie degli alunni. Negli anni ha collaborato con riviste del panorama pedagogico nazionale quali “Scuola Materna”-Ed. LA SCUOLA- e “Infanzia”-Alberto Perdisa Editore.
Nel 2006 è risultata II finalista con il progetto sulle Pari Opportunità “Bambine e bambini, uguali…ma diversi” al I Premio “Piccolo Plauto”, edito dalla Rivista Infanzia e dall’Università di Scienze dell’Educazione di Bologna.

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