Dalla Città degli Angeli, Paolo Sorrentino seduce il mondo
Sul palcoscenico del Dolby, il regista italiano dichiara il suo riconoscimento a Napoli e a Roma
Quando si dice «l’acqua porta fortuna», non è per caso. I giorni degli Oscars a Los Angeles sono stati invasi da tanta pioggia che la California non vedeva da tempo. Tanta acqua, alla fine, ha portato tanta fortuna all’Italia.
15 anni dopo La vita è bella di Benigni, un’altra bellezza Made in Italy seduce il mondo. Il brillante regista Paolo Sorrentino si è aggiudicato in pieno merito l’Oscar per il miglior film straniero con il suo ultimo lavoro: La grande bellezza. Ha lasciato dietro le spalle i suoi concorrenti, il danese Thomas Vitenberg con Il sospetto e il belga Felix Van Groeningen con Alabama Monroe – Una storia d’amore. Dal palcoscenico del teatro Dolby, Sorrentino ha dichiarato il suo riconoscimento a Napoli e a Roma, non dimenticando Talking Heads, Martin Scorsese, Diego Maradona e Federico Fellini, i quattro miti ai quali deve molto della sua creazione artistica.
Il cielo grigio sopra la città degli Angeli non ha fermato il pubblico nel vedere tutti i film di Sorrentino nella settimana precedente al festival del cinema italiano (23.02-01.03), conclusosi la sera prima della premiazione.
Un’altra presenza italiana sul palcoscenico di Dolby Theatre è stata quella di Armani, che ha vestito la vincitrice dell’Oscar per la migliore interpretazione femminile, Cate Blanchett (Blu Jasmine). Ovviamente, la sua scelta stilistica non ha sorpreso nessuno, visto che le sue preferenze per Armani sono di lunga data. «Sono stanca della mia voce» ha detto la Blanchett e ne sembrava convinta. Chi sa se dopo i ritocchi della faccia e del corpo, che ormai sono all’ordine del giorno non solo per le star, non verrà il tempo anche per cambiare la propria voce.
Abbiamo ancora visto uno splendido Versace per Kate Hudson, Dior per Charlize Theron (con un nero da “mozzafiato”) e Jennifer Lawrence (con un rosso acceso che non le risparmia le rinomate cadute), Alexander McQueen per Sandra Bullock (con un blu notte elegantissimo), Prada per la vincitrice della migliore interpretazione femminile non protagonista, Lupita Nyong’o, che esalta, con il Nairobi blue, i colori della sua terra; poi nero Gucci per Anne Hathaway ed un vero e proprio capolavoro stilistico di Elie Saab per Angelina Jolie.
Come da aspettativa, l’Oscar per il miglior film se l’è aggiudicato 12 years a slave, prodotto da Brad Pitt, Dede Gardner, Jeremy Kleiner, Steve McQueen e Anthony Katagas. Mentre tutti si aspettavano che il suo protagonista, l’attore Chiwetel Ejiofor si sarebbe portato a casa l’Oscar per la migliore interpretazione maschile, il prestigioso premio è andato, un po’ a sorpresa, a Matthew McConaughey.
Miglior attore non protagonista è stato Jared leto (Dallas Buyers Club), che è spiccato tra gli altri con la sua giacca bianca.
Cinque “tecnici” Oscars per Graviti (visual effects, sound mixing, sound editing, original score, film editing), best cinematography a Emmanuel Lubezki, e l’Oscar per la miglior regia ad Alfonso Cuarón.
L’Oscar per la migliore sceneggiatura originale è andato a Spike Jonze per HER, e quello per la migliore sceneggiatura adattata al film 12 years a slave a John Ridley.
A seguire: miglior costumista a Catherine Martin per The Great Gatsby, miglior makeup and hairstyling ad Adruitha Lee e Robin Mathews per Dallas Buyers Club; miglior cortometraggio a Helium di Anders Walter e Kim Magnusson.
Silvia Ivanova
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Ven, Mar 7, 2014
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