Fine delle ideologie e post ideologismo
Si era comunisti, si era fascisti; socialisti o democristiani, ma si era!
La fine delle ideologie. Il post ideologismo. Ce ne siamo convinti a tal punto da non riuscire più a riconoscere le scelte ideologiche che ogni giorno operiamo nel nostro stile di vita: dalla scelta del cibo all’interpretazione di determinati fenomeni sociali. Ce ne siamo convinti perché l’ideologia divide, l’ideologia è il muro di Berlino, è la manifestazione di piazza, è la bomba alla stazione di Bologna, è il brigatista che spara, è il fascista con la spranga sotto il giubbotto, è il comunista drogato. Ce ne siamo convinti e abbiamo cambiato lessico, terminologia politica, modo di vestire e di comportarci. Abbiamo abbattuto le differenze e, convintamente, abbiamo sposato la globalizzazione politica. Siamo tutti moderatamente democratici; amiamo ripetere i termini: democrazia, cambiamento, rivoluzione, partecipazione, accordo, compromesso, alleanza. Tutto condito in ottima salsa moderata; perché, si sa, la post ideologia è moderazione, è pragmatismo, è ricerca del bene di tutti. Un’appassionata voglia di moderatezza in un periodo storico che di moderato ha ben poco, tra feste bacchiche nelle stanze di palazzo e una naturale tendenza istituzionale a delinquere.
Come mi sarebbe piaciuto vivere l’epoca in cui tutti pensavano che l’ideologia fosse un tratto distintivo dell’agire politico. Essere comunisti, essere fascisti, essere socialisti, democristiani ma essere. Credere, appartenere, militare. Oggi invece, annullata la militanza (che termine antico!), esiste il transito da un partito e il passaggio ad un altro partito, sempre più simile ad un cartello elettorale. Il “passaggio”; come se parlassimo di calcio giocato di fronte a una delle consuete finestre di mercato. C’era un tempo in cui gli arrampicatori politici venivano definiti trasformisti e i voltagabbana traditori. Ma tutto questo appartiene al passato, si sa. Per fortuna viviamo la post ideologia che abbatte queste etichette e rende tutti moderatamente uguali. Altrimenti chi la farebbe ancora la politica? I credenti e forse gli estremisti. Gente di una noia incredibile. Gente che non andava neanche ai talk show. Gente troppo estrema nelle battaglie per cui si batteva. Gente non adatta a governare il nostro bel paese. Il paese dei moderati e dei moderatismi, della moderazione e della morigeratezza.
Danilo Festa
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Dom, Lug 14, 2013
Cultura&Società