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“Mai stata sul cammello?” di Aldo Nicolaj al “Brancati” di Catania

Sab, Feb 23, 2013

Eventi, Spettacolo

Romano Bernardi mette in scena il fascino misterioso del potere sulle scelte di vita altrui

C’è, nella scelta di portare sulle scene del Teatro Brancati di Catania la commedia Mai stata sul cammello? di Aldo Nicolaj, la volontà di premiare il genio contemporaneo del suo autore, ma anche di sottolineare le dinamiche perverse che avvolgono, talvolta, l’universo femminile.

La linea registica di Romano Bernardi, che firma anche la scenografia, sviluppa con grande equilibrio e maestria il triangolo delle tre co-protagoniste: Olga (Alessandra Cacialli), Elsa (Debora Bernardi) e Iris (Maria Rita Sgarlato).

Olga ormai in là con gli anni si sente, giorno dopo giorno, sempre più intrappolata in un corpo stanco e vecchio che non risponde alla sua voglia d’avventura. La figlia cinquantenne Elsa è invece piena di rimpianti, colpevolizza la madre per averle impedito di vivere la sua vita, ma continua a sottostare ai suoi continui ricatti morali, in una casa dai mobili datati e dalle pareti tinteggiate di rosa. E poi c’è Iris, la domestica di casa, una ragazza semplice forse eccessivamente teledipendente, che viene manipolata da Olga per scoprire cosa accade nella vita di Elsa, visto che ne risulta da tempo tagliata fuori. La cinquantenne si è innamorata di un profugo e cerca di tutelare la sua relazione dagli sguardi invadenti della madre. Quando Olga capisce ciò che sta avvenendo, consapevole del fatto che una relazione amorosa potrebbe farle perdere definitivamente la sua vittima preferita, farà di tutto per ostacolare la storia d’amore.

La commedia parla della degenerazione dei rapporti umani prevaricati dall’egoismo, raccontandone il fascino misterioso che può avere il potere sulle scelte di vita altrui. L’autore pone lo zoom su un modo diverso di relazionarsi tra madre e figlia; manca del tutto il sentimento d’amore materno adombrato da un individualismo mal celato, anche se la conclusione dell’opera lascerà un po’ spiazzato lo spettatore. Il rischio in uno spettacolo così strutturato, quasi esclusivamente basato su dialoghi a due e a tre personaggi, è quello di rendere piatta la dinamica, ma in questo caso la scelta interpretativa, che portano avanti le tre attrici, fa sì che i due atti mantengano una certa vivacità. Il tutto è articolato in maniera proporzionata: all’eccessiva ansietà di vivere di Elsa, c’è una Olga lucida e talvolta cinica ed una conciliante Iris. Risulta davvero vincente la connotazione data al personaggio della Sgarlato, sempre misurata e divertente nelle sue battute in dialetto siciliano, con i suoi abiti floreali e i suoi rumorosi braccialetti. Di grandissima caratura l’interpretazione della Cacialli, la quale ha saputo rendere alla perfezione questa donna che vede mortificata la sua bellezza ormai sfiorita, conservata solo in un ritratto che campeggia al centro del soggiorno, dalle rughe e da una vecchiaia che non vuole proprio accettare. Olga pretende in maniera cinica che la figlia, come canta una nota canzone (Mamma ma la canzone mia più bella sei tu/ sei tu la vita/ e per la vita non ti lascio mai più), si annulli in funzione di leiLa chiama spesso Elsina, un diminutivo che manca di una vera connotazione affettuosa e che vuole che la donna sia vista più come una bambina; risulta così sottolineato dalla Bernardi che demarca gli aspetti di grande fragilità, principalmente psicologica che sono insiti nel suo personaggio.                                                                                          

Lo spettacolo offre molti temi sui quali riflettere, catapultando lo spettatore in una realtà che a ben guardare forse non è troppo estranea dalla vita reale. Due atti di grande valore riflessivo e di qualità teatrale.

Laura Cavallaro

Laura Cavallaro

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