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Misterbianco e Motta Sant’Anastasia uniti nella lotta!

Dom, Set 16, 2012

Attualità, Informazione

Un mostro ecologico d’abbattere: la discarica di Contrada Tiritì e “valinghi ‘o ‘nfernu”

Una lunga pacifica sfilata e tre parole d’ordine corali: revoca, bonifica, delocalizzazione. Grandi assenti il Sindaco di Motta Sant’Anastasia, Angelo Giuffrida, e parecchie (troppe!) figure del medesimo Consiglio Comunale

Anni di rodaggio per il Comitato No discarica di Misterbianco e solo qualche mese per il Comitato contro la discarica di Motta, ma alla fine l’obiettivo comune agognato da tempo è stato raggiunto, e con un sorprendente risultato: due cortei per un totale di circa un migliaio di cittadini, partiti contemporaneamente dal parcheggio antistante il cimitero di Motta e da Piazza Mazzini a Misterbianco, hanno sfilato in modo pacifico lungo due percorsi distinti per poi simbolicamente riunirsi a quell’incrocio che a un centinaio di metri di distanza nasconde un vero e proprio mostro ecologico, la ben nota discarica di Contrada Tiritì e de valinghi ‘o ‘nfernu.

Da mesi oramai i due paesi limitrofi dell’hinterland catanese collaboravano mobilitandosi nelle rispettive zone d’influenza e con l’ausilio della rete per creare quest’evento in risposta ad un prolungato disinteresse – prima di tutto politico – ad impugnare quel Piano Regionale dei Rifiuti che condanna i 70 mila e più abitanti dei due borghi fisicamente coinvolti a subire le oscure e di certo non benefiche conseguenze di quello che sulla carta è detto ampliamento ma che di fatto corrisponde alla creazione di una nuova discarica della portata di ben 2 milioni e 850 mila metri cubi.

Il recente costume della partecipazione “cliccata”, che nel più noto tra i social network rileva il proliferare dei contestatori di ingiustizie a colpi di mouse, non ha però fatto sì che questa si discostasse poi così tanto da quella effettivamente constatata la mattina di sabato. Contro ogni più rosea aspettativa, quella sfiducia colpevolmente fin troppo consueta verso la capacità e il crescente desiderio di una popolazione a dichiarare platealmente il proprio dissenso, si è dovuta arrendere all’evidenza di una mobilitazione di massa alimentata dall’attesa di scoprire un giorno le carte in tavola e di gridare ufficialmente un vigoroso NO contro quella discarica che dagli anni ’70 spaccia per grazioso suono da filastrocca infantile quel Tiritì della contrada che la ospita, e che i fatti rivelano invece sinistro e inquietante.

Trasversali gli accordi per tenerla egoisticamente in vita ma trasversale pure questa partecipazione popolare, coi colori dei partiti comunali (ed extracomunali, si veda la partecipazione al corteo dei candidati alla Presidenza della Regione Claudio Fava di Libera Sicilia e Giancarlo Cancelleri del Movimento 5 Stelle) che, pur se presenti, non potevano che perdersi tra la folla così variegata dei manifestanti: anziani, ragazzi, adulti e soprattutto bambini, ciascuno dei quali ha speso impegno e fantasia per realizzare slogan, cartelli e geniali creazioni inneggianti al riciclo apposta per l’occasione che, più che corteo di protesta, aveva tutte le sembianze di un festoso incontro tra tifosi dopo un garbato terzo tempo di rugby. Per tutta la sfilata risuonavano tre parole: revoca, bonifica, delocalizzazione.

Grandi assenti il Sindaco di Motta Sant’Anastasia, Angelo Giuffrida e parecchie (troppe!) figure del medesimo Consiglio Comunale.

Mentre un nugolo di manifestanti restava a presidio dell’incrocio per bloccare emblematicamente il passaggio dei tir preposti allo scarico del pattume, il resto del corteo si dirigeva invece alle porte della discarica dove gli interventi del Vice Presidente del Consiglio Comunale di Motta S.A. Maria Schillaci, del Sindaco di Misterbianco Nino Di Guardo, di Paolo Conti, Maria Caruso e Massimo La Pianadel Comitato NO Discarica di Misterbianco a sfavore di un proseguimento dell’attività immonda della discarica hanno ufficialmente concluso la mattinata; ma la lotta, giurano i cittadini, continua al grido delle tre parole chiave che hanno spesso scandito ritmicamente il corso della sfilata: revoca, bonifica, delocalizzazione.

Giorgia Capozzi

Giorgia Capozzi

Laureata in filologia classica e collaboratrice del periodico l’Alba, eternamente insoddisfatta e perfezionista; adora l’ozio letterario e creativo («una chimera, ahimè, in tempi di studio “a cottimo”» come dice), la musica, i giochi di parole e da tavolo, le scene cult e gli aforismi, a patto che siano nuovi e calzanti («digerirei – afferma – le citazioni anonime da Baci P. solo se pronunciate con l’autorevole disinvoltura con cui Humphrey Bogart ordinerebbe un J&B con ghiaccio». Ancora. «Scapperei con Jack Nicholson anche domani: se mi assicurasse di sapere scrivere come Calvino e sedurre ritmicamente come Bregovic, lo mollerei perché sarebbe un concentrato di perfezione! Per ora vi basti sapere che più dell’essere umano amo l’artista che è in lui, tranne quando non reputa un crimine abbinare l’aggettivo “solare” a qualcosa che non sia una crema.»).

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