“Credere oggi: vivere e testimoniare la Fede nel nostro tempo”
Gio, Set 13, 2012
Conferenza con Introvigne a Biancavilla: amore e conoscenza per ritrovare la fede
Nel contesto della Grande Festa Estiva che si è celebrata a Biancavilla nel mese di agosto in onore della Madonna dell’Elemosina, patrona e protettrice della città, l’Associazione “Maria SS. dell’Elemosina”, che quest’anno celebra i suoi primi dieci anni di vita, ha promosso una conferenza sul tema “Credere oggi: vivere e testimoniare la Fede nel nostro tempo”, che si è svolta venerdì 24 agosto nell’elegante cornice del Giardino Botanico di Palazzo Portale.
L’evento, realizzato in collaborazione con la sezione siciliana di Alleanza Cattolica, ha visto la straordinaria partecipazione del prof. Massimo Introvigne, sociologo, scrittore e storico delle religioni di fama internazionale, e del prof. don Antonio Ucciardo, teologo catanese. In tale contesto è stata evidenziata la necessità di passare da una “Fede per abitudine”, caratterizzata da una ritualità stanca e annoiata, ad una professione gioiosa e convinta del proprio Credo, per riaffermare l’attualità e la contemporaneità di Cristo, come unica risposta alla grande domanda di significato dell’uomo di ogni tempo. «C’è un gigante addormentato, che riposa proprio nel ventre dell’Etna, e che deve essere risvegliato», ha detto il prof. Introvigne, commentando i dati di un suo recente studio sulla pratica religiosa. Lo studio, effettuato nel territorio della provincia di Enna, ha fatto emergere un sentimento religioso diffuso in circa il 93% del campione, che si è dichiarato credente, sia pur a vario titolo. Di questa grande porzione, solo il 30% si dice cattolico e praticante. Il rimanente 7% comprende gli atei convinti (il 3%), il cui numero è pressoché invariato negli ultimi dieci anni, e i cosiddetti “atei deboli”, ovvero quelli che dichiarano di non avere interesse per il tema religioso (il 4% del campione). Su questi dati, ha spiegato Introvigne, pesa certamente il continuo bombardamento mediatico finalizzato a screditare la Chiesa Cattolica, il Papa e il suo magistero.
Da dove cominciare a ri-dire la buona notizia del Vangelo? A partire dall’amore e dalla conoscenza insieme, ha detto il sociologo citando il mito di Amore e Psyche (antenato della più comune favola della Bella addormentata). Come nel mito, la ragione (Psyche) è assopita, incapace da sola di guardare con lucidità e profondità alla realtà. Solo Amore può risvegliarla dal sonno. La Fede, infatti, è certamente quel patrimonio di verità rivelate da Dio, ma è innanzitutto un rapporto d’amore tra il Creatore e la sua creatura: un rapporto costitutivo, che non può essere cancellato, dimenticato o annullato, pena la “riduzione” della possibilità per l’uomo di essere felice e compiuto. Ritornare alla Fede, ha detto don Ucciardo, è il primo passo per una vera promozione dell’uomo: «C’è una crisi economica che è innanzitutto una crisi spirituale, come insegna Benedetto XVI. Una crisi di Fede che riguarda non solo la nostra gente, ma anche gli stessi pastori». Ripartire, dunque, dalla Fede di sempre, per suscitare di nuovo quell’incontro con il Cristo vivo ed eternamente giovane che cambia la vita, soprattutto per le nuove generazioni. Ancora don Ucciardo: «Ad un certo punto sembra essersi diffusa l’idea che per attirare più persone si dovesse cedere alla logica del mondo, presentando una Fede annacquata, semplificata, mutilata». Tuttavia, non è banalizzando la Fede che avviciniamo i giovani, ha precisato il teologo, raccontando la sua esperienza di insegnante quotidianamente in contatto con centinaia di ragazzi: «I giovani vogliono autenticità e verità. Niente che sia meno della verità può davvero rendere libero l’uomo». Nel dibattito che è seguito sono stati affrontati anche i temi della libertà religiosa e dell’impegno politico dei cattolici. Il prof. Introvigne, recentemente nominato Responsabile dell’Osservatorio della Libertà Religiosa presso il Ministero degli Esteri, ha raccontato le atrocità cui sono sottoposti molti cristiani in varie parti del mondo. Con amarezza, Introvigne ha commentato: «Suscitano sempre tanta commozione le storie dei perseguitati, tuttavia, appena si comincia a parlare dei persecutori, che conosciamo bene, nessuno decide di compiere azioni concrete a difesa della libertà religiosa. Forse perché i persecutori sono anche quelli che ci vendono il petrolio?».
Don Ucciardo, invece, si è soffermato a spiegare l’importanza dei “valori non negoziabili” come criterio per l’orientamento dei cattolici in politica: «Famiglia, vita, libertà di insegnamento, ha detto don Antonio, fanno parte a pieno titolo del nostro patrimonio di Fede, che non può essere svenduto. È questo il più grande servizio all’uomo che siamo chiamati a rendere».
Ad animare il dibattito, poi, è stato anche l’intervento di padre Brancato, che con il peso dei suoi 92 anni ha riaffermato con forza la necessità di curare la formazione umana e spirituale dei giovani, strada privilegiata per garantire il futuro della nostra civiltà cristiana.
Dalla serata culturale, dunque, è emerso un vivace appello a riscoprire le ragioni della nostra Fede, a fare cioè “apologia”, a spiegare la razionalità, la bellezza e la convenienza della Fede per ogni uomo, come salvezza dal non-senso, dal male e dalla morte.
Alessandro Scaccianoce
Desideravo informare del concorso Il nome di Francesco indetto dall’associazione Sorella natura per le scuole medie Leggibile tramite internet
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