Pasquale Licciardello compie ottant’anni
Auguri vivissimi, caro amico, filosofo, saggista, poeta!
Il 2 maggio dell’anno che scorriamo, Pasquale Licciardello ha compiuto ottant’anni. Auguri vivissimi, caro amico, filosofo, saggista, poeta, con altri meriti di sagace scrittura.
Pasquale o Nello (anche Neddu per qualche suo amico di Acicatena) è una delle migliori penne italiane in assoluto, cui aggiungiamo l’onestà intellettuale che lo ha sempre distinto per non essersi piegato mai all’utile o al privilegio del momento che avrebbero potuto procurargli vaste platee di consensi nella cultura ufficiale, generalmente rivolta più al fragore che al valore. E questa onestà l’ha tenuto fedele al suo illustre Maestro: Gino Raya; del quale è rimasto l’ultimo integrale discepolo, essendo passati a miglior vita gli altri: Francesco Foti e Domenico Cicciò per restare in Sicilia e ai quarantenni dei miei ricordi degli anni settanta del secolo passato. Li guardavo con rispetto e quasi soggezione, io ventenne distratto più dal fatuo che dagli ozi letterari. E Raya ne era orgoglioso di loro: «Quando ti deciderai anche tu di seguirli» mi diceva.
Pasquale, precocemente, rivela la sua vocazione alla scrittura: «un carusiddu di appena quattro anni che scrive come un ragazzo bravo di terza elementare» leggo in un giudizio in sua lode. E «Il bimbo, beato lui, nulla sapeva di queste grandi cose, ma con la sua precocità si affrettava a farsene consapevole.»
Cresce Nello, con l’occhio sempre alle «sudate carte» e letture e riflessioni lo conducono all’ateismo: «Lo sanno tutti i miei amici e conoscenti che non sono più credente dai remotissimi miei diciassette anni, né l’ho mai nascosto ai miei studenti, in quarant’anni di insegnamento.» Ha insegnato Filosofia e Storia al Liceo Pennisi di Acireale, dove ha lasciato indelebili cultura e umanità.
Fra i pregi, pregevoli difetti: l’ostinazione e la caparbietà, a volte anche permalose e un tantino scontrose. Per questo, qualche volta ce le siamo dette e gridate coi tasti, oggi che si è telematici! E si difende Pasquale con l’indole fisiologica: «Uomo di carattere ha un cattivo carattere!», aggiungendo: «Anche Raya era così e non sempre gliele perdonavo. Riuscivo qualche volta a dirgliele.» Così capita a me oggi di dirgliele nonostante la sua veneranda età: Anch’io sono di carattere con «cattivo carattere» che è, come dire, buon carattere perché le cose si devono dire in nome della coerenza e dell’onesta trasparenza! Gliele ho dette, quindi, ma gliele ho dette con affetto ad un uomo onesto ed orgoglioso! Ma ora è da un anno che non ci scontriamo: la soglia degli ottanta lo avrà dolcificato. Lo ha manifestato poche sere fa, quando è venuto a Paternò all’incontro su Libro siciliano di Matteo Collura. Sembrava una ragazzino spaesato… Quante belle recensioni ha fatto a Matteo! Fra le «migliori», dice Collura.
Ed ecco le sue pubbliche scritture (ma solo una parte): giornali: Gazzetta del Sud, La Sicilia; periodici: Netum (ribattezzata Gazzetta di Noto), l’Alba/ArteCulturaSocietà, Il gazzettino dell’Jonio; le riviste culturali: Teoresi, I problemi della pedagogia, Annali della facoltà di Magistero dell’Università di Messina, Fermenti; i libri: Voltaire, la ragione senza maiuscola, Kafka: “un diverso” alle prese con la normalità, Il famismo nella cultura contemporanea; Prestoria del famismo; le poesie: La grande Assenza, La grande Menzogna. E so di una miriade di versi inediti. Insomma ne ha speso Pasquale tempo per sfogarsi «in scritture e scritturine.»
Ai tuoi novant’anni, allora, Saggio (ora con l’ottantesimo in tutti i sensi) Filosofo!
Con illimitato affetto!
Pino Pesce
Ottant’anni?E si!Ne ho io 71! Ho avuto il piacere di conoscere il prof. Nello a Locri e l’ ho sempre apprezzato e ammirato.Come vorrei gli giungessero i miei auguri!!!!!!!!!!!!!!!!!!!