“Libro siciliano” di Matteo Collura al “De Sanctis” di Paternò
Memorie storiche e culturali in un viaggio nell’anima della Sicilia e dei siciliani
Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi, diceva Marcel Proust.
E con occhi nuovi, i siciliani Matteo Collura e Melo Minnella guardano la loro Sicilia. Dopo un periodo di silenzio, diventato assordante, finalmente a Paternò si ritorna a parlare di cultura e l’occasione l’ha data l’incontro con il giornalista e scrittore agrigentino Matteo Collura, il quale ci racconta «un viaggio in due» nella bella e calda isola del Mediterraneo.
Lo scrittore siciliano, giorno 4 maggio, presso l’Aula Magna del Liceo Linguistico e delle Scienze Umane “Francesco De Sanctis” di Paternò, ha presentato il suo ultimo volume: Libro siciliano, «un viaggio – com’egli stesso lo ha definito – nel profondo dell’anima della Sicilia e dei siciliani».
L’evento è stato organizzato dall’AMMI (Associazione Mogli Medici Italiani), sez. di Paternò, rappresentata dal presidente prof.ssa Maria Virgillito, con il supporto del direttore del periodico l’Alba, il prof. Pino Pesce.
Dopo i saluti del presidente dell’AMMI, di tutte le associazioni e club presenti, e della prof.ssa Santa Di Mauro, dirigente scolastico del liceo “De Sanctis”, hanno conversato con l’autore il prof. Pino Pesce, docente di Materie Letterarie, e il prof. Nunzio Famoso, docente di Geografia all’Università di Catania.
Collura aveva già pubblicato altro sulla Sicilia, «basterà ricordare In Sicilia», afferma il direttore dell’Alba che lo definisce «un vero capolavoro dello scrittore agrigentino per il carattere evocativo della scrittura, quasi fotografica». Infatti, con le parole, Collura «ha disegnato» immagini potenti ed espressive in quelle pagine. «Attraverso il viaggio, riprendendo la vecchia tradizione del Grand Tour dei viaggiatori, iniziata nel Rinascimento e poi esplosa nel 700, con Goethe, – dice il professore Pesce – l’Autore si muove per la Sicilia, descrivendo alcuni fatti e luoghi storici, aspetti dell’arte e del folklore. Ma il viaggio va ancora oltre attraverso particolari richiami della letteratura siciliana: da Verga a De Roberto, da Luigi Pirandello a Tomasi di Lampedusa, da Vitaliano Brancati a Leonardo Sciascia, a Gesualdo Bufalino a Giuseppe Borgese ed altri ancora. Una Sicilia quindi dalle differenti scritture; ora «immobile» e «irredimibile», ora «combattiva» e «speranzosa».
E il viaggio «non è semplice scoperta di memorie storico-artistiche», chiarisce il direttore de l’Alba, «ma vero e proprio cammino nel profondo dell’anima della Sicilia e dei siciliani, come del resto vuole dirci la simbologia della copertina con un cuore che vi racchiude dentro la serratura di una vecchia porta di paese. «Libro siciliano – infatti spiegherà Collura – cerca, attraverso il racconto geografico e culturale di sondare l’anima e il cuore dell’Isola attraverso i suoi millenni di storia».
«Lo scrittore ha questa capacità molto sintetica di precisare i caratteri originali e con poche battute ha fatto una rappresentazione abbastanza ampia», dice il prof. Famoso, il quale continua chiedendosi il perché di tanta letteratura siciliana o sulla Sicilia.
Quest’ultimo sostiene che «in quanto figli di questa terra facciamo un gesto d’amore nei confronti della madre terra, ma tuttavia la vera motivazione, per cui questa vena di scrittura sulla Sicilia non si è esaurita oggi, dipende dal vedere la Sicilia non con gli occhi del passato, come gattopardianamente ci è stata tramandata; e Collura è riuscito a vedere per mezzo della scrittura, dopo 40 anni, la vera natura di questa nostra terra, demolendo l’immagine della Sicilia come terra dell’immobilità».
Libro siciliano non è solo un viaggio ma reca in sé un messaggio di speranza che vede una terra nuova, rinnovata e metafora di questo rinnovamento; per cui, come spiega il prof. Pesce riportando Matteo Collura, «il verde della vegetazione può essere considerato metafora dell’impegno civile della nuova generazione siciliana che spera e lotta. E questa speranza nell’ultimo lavoro dell’Agrigentino è più ottimistica che In Sicilia».
A sentire Collura, «l’isola del Mediterraneo ci insegna la storia, grazie alla sua posizione geografica»; da sempre infatti è stata meta di invasori e avventurieri. Lo scrittore accusa la Sicilia, o meglio la storia siciliana, di essere ricca di mito che, lo stesso, definisce «una sorta di scappatoia per lo storico», individuando nell’anima dei siciliani una «follia» che li ha fatti resistere alle invasioni. Ma l’Isola non è solo la terra conquistata, sottomessa da varie dominazioni, come tanta letteratura racconta. E Matteo Collura paragona la sua terra ad «una donna conquistata e mai posseduta». La sua bellezza risiede proprio in questo e pirandellianamente dice: «Non una sola isola ma dieci, cento, mille Sicilie». E questo aspetto è confermato dall’excursus di Salvo Di Matteo, Viaggiatori stranieri in Sicilia. Dagli Arabi alla seconda metà del XX secolo, che ha il merito di aver reso noto il materiale documentario, non solo letterario, di cartografi, pittori, disegnatori, incisori venuti da ogni parte d’Europa, che hanno lasciato preziose testimonianze di quest’isola.
Il libro nasce da una richiesta dell’editore siciliano Flaccovio, precisamente da Sergio (figlio di Salvatore Fausto Flaccovio, fondatore della rinomata libreria palermitana poi Casa Editrice) che, dopo quarantuno anni dalla pubblicazione di Libro siciliano, introdotto da Leonardo Sciascia con testi di quattro intellettuali, ha voluto riproporre una nuova edizione con splendide fotografie a colori. Infatti l’opera è costituita da una parte testuale e una ricca e splendida parte fotografica. L’approccio al libro, per questo, può essere definito dal lettore una sinestesia perché se alle orecchie giungono poetiche le parole scritte da Collura altrettanto poetiche appaiono le oltre 140 fotografie di Melo Minnella, fotografo di fama internazionale.
Nel corso della serata il pubblico, numeroso nonostante fosse la serata conclusiva della campagna elettorale delle Amministrative paternesi, ha apprezzato le letture tratte dal libro di Collura, recitate dalla studentessa universitaria Margherita Aiello e dall’attore Pasquale Platania. Da sottolineare anche gli intermezzi musicali della pianista Giulia Russo e del chitarrista Armando Percolla che hanno anche accompagnato i brani declamati dai due attori.
Ritengo opportuno concludere con un omaggio alla Sicilia citando le parole che il geografo arabo Al-Idrisi scrisse per Palermo: «bella e immensa […], massimo e splendido soggiorno, ornata di tante eleganze che i viaggiatori si mettono in cammino per ammirarne le bellezze di natura e di arte».
RosaMaria Crisafi
(già sul n° 5 de l’Alba cartacea, v. su on line)
Sab, Giu 9, 2012
Cultura, Eventi