Ricordando il 34° anniversario dell’assassinio di Aldo Moro e della sua scorta
“Giornata della memoria” delle vittime del terrorismo e delle stragi
Scuola dell’infanzia e primaria Aldo Moro – Paternò
9/ MAGGIO 2012
Chiesa Cristo Re ore 10,00
Santa Messa celebrata dal Rev. Salvatore Patanè
Intervengono:
Alunni e docenti circolo didattico Aldo Moro
Comandante Stazione Carabinieri Paternò
Tenenza Guardia di Finanza
Comandante Vigili urbani
Sindaco
Nino Tomasello-Paternònuova
Il Dirigente scolastico
Prof. Alfio Ciccia
Roma 16 marzo 1978. Un giorno triste, indimenticabile, per molti noi, nati e cresciuti conla Liberazionedel nostro Paese dalla Dittatura e non solo; quella mattina ero ad una laurea di una mia cara amica.
Come chi scrive, milioni di persone, oggi sono in grado di ricostruire le azioni, le emozioni di quella mattinata. La radio, pochi minuti dopo le nove, annunciava la strage di Via Fani: ….trucidata la scorta, Aldo Moro rapito!
Cominciò la Nottedella Repubblica.
Il colpo più inimmaginabile, come quello delle Torri gemelle! Moro, uno dei Padri della Costituzione, un maestro, un testimone dell’impegno politico dei Cattolici democratici, interprete geniale della cultura della complessità, incarnava, assieme a Berlinguer, la necessità politica di completarela Liberazionedel Paese.
Dopo le seconda guerra mondiale il mondo era stato diviso in due blocchi: gli Usa e l’URRSS avevano guidato le rispettive zone di influenza.
Quel giorno, il 16 marzo, il Parlamento si accingeva a dare la fiducia al Governo Andreotti, definito di” Solidarietà nazionale”. Pochi giorni prima del rapimento, il Corriere aveva dedicato a Moro un ritratto; aveva scritto Piazzesi: “ … In alcuni momenti Moro, più che il presidente della Dc sembra diventare il supremo moderatore di tutti i partiti italiani. La poltrona del Quirinale sembra spettargli di diritto. Quasi sicuramente sarà lui il principale artefice o il maggior responsabile dei nostri destini”.
E furono le Br, invece, ad essere gli artefici responsabili dei nostri destini…
Il rapimento di Moro e il dibattito sul Governo Andreotti non fu casuale.
Le” convergenze parallele”, intuite e perseguite dal segretario democristiano stavano ad indicare la complessità della situazione dell’Italia, la coniugazione necessaria tra l’esigenza delle garanzie dell’uguaglianza delle opportunità da assicurare a tutti i cittadini, e la necessità di una visione unitaria, concretamente fondata sulla libertà e condivisa da tutte le forze politiche per azioni concretamente indipendenti del nostro Paese.
La notte della nostra Repubblica ebbe inizio in via Mario Fani. Forse pochi sanno che Mario Fani era stato uno dei promotori dell’Azione cattolica italiana, perseguitato dal fascismo.
La giovane democrazia italiana sacrificava, quella mattina uno dei suoi uomini migliori alle esigenze della Ragion di Stato: con i terroristi non si doveva trattare! Giusto o sbagliato che fosse, gli Italiani prendevano atto che il terrorismo, un fenomeno ingrottato, era in grado di rendersi protagonista nella destabilizzazione del Paese.
Certo di attentati in questi anni ce ne sono stati tanti (da Piazza Fontana, alla Stazione di Bologna…), ma la strage di via Fani ha significati emblematici che li sintetizza.
Moro subì il ”processo democratico” tenuto da presunti inquisitori popolari, i quali, in nome del popolo…. avevano dimenticato che la scorta era costituita da figli del popolo!
Il processo più breve che si possa immaginare durò 55 giorni e si concluse tragicamente. Il cadavere fu trovato a Roma, in via Caetani, nei pressi di Via Botteghe Oscure, nel bagagliaio di una Renault! Era il nove maggio 1978.
“ Questo Paese non si salverà se ognuno di noi non avrà riscoperto il proprio senso del dovere” ripeteva spesso lo statista cattolico.
A Paternò, alcuni anni fa con il compianto Padre G. Digiovanni cominciammo a riportare alla memoria della città la strage di via Fani; insieme pensammo che era utile, opportuno, necessario farlo.
E cominciammo a farlo nella scuola della 3° Direzione didattica, titolata ad Aldo Moro.
Oggi pensiamo sia ancora opportuno… utile… e sempre più necessario… continuare a farlo!
Perché noi, figli dell’Etna… non ci spaventiamo dei fiumi visibili di lava che fanno spettacolo, bensì ci spaventiamo dei flussi lavici ingrottati, dei quali non siamo in grado di pre-vederne il sotterraneo cammino…
Sono passati 34 anni…. Bin Laden non c’è più… La notte continua….
il terrorismo è ancora un’arma….. interroghiamoci….
Nino Tomasello
Dom, Mag 6, 2012
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