“Rosalba Bentivoglio Trio” al Teatro Piscator
Concerto di “Atmosfere minimaliste” fra tradizione e avanguardia
Ha avuto inizio, nel mese di febbraio, la variegata stagione musicale del Teatro Erwin Piscator di Catania. Sul palco, nella serata inaugurale, si è esibita, in un concerto caratterizzato dalle peculiari sonorità della musica jazz, la cantante e compositrice catanese Rosalba Bentivoglio, affermata artista del panorama internazionale; con lei il poliedrico musicista degli Oregon Paul McCandless e il Maestro Alberto Alibrandi al pianoforte. Le performances del Trio, arricchite dal prezioso contributo musicale prestato da Samyr Guarrera (saxofono soprano) e Claudio Cusmano alla chitarra, hanno dato vita ad una rivisitazione del jazz che, in nuova veste, si inoltra in campi inesplorati ed incredibilmente stimolanti.
Paul McCandless, polistrumentista e compositore, si specializza in oboe, corno inglese, clarinetto basso, sax soprano e sopranino e in altri strumenti a fiato; nel corso della sua brillante carriera incide, insieme con la cantante, due cd prodotti dall’etichetta discografica Aleph intitolati “ Taja” e “A Perfect Line”; il secondo è stato realizzato con la partecipazione del pianista e compositore, Alberto Alibrandi, docente presso l’Istituto Superiore di Studi Musicali Vincenzo Bellini di Catania, il quale ha maturato una raffinata formazione artistica, caratterizzata da elementi classici legati armonicamente all’universo sonoro del jazz, e che può esser definito, da una singolare prospettiva stilistica, il collaboratore più affine alla Bentivoglio. Quest’ultima vanta riconoscimenti di spessore ed è impegnata in diversi contesti artistici; si è esibita in Italia nei maggiori Festival Jazz, in Europa e in Nord America; a Parigi ha svolto, oltre a svariati concerti e seminari di canto, attività artistica presso l’ Associazione Circè e Tour de Babel. Voce solista dell’Orchestra di Musica Contemporanea di Palermo e dell’Orchestra Jazz del Mediterraneo, la cantante, all’attività concertistica, affianca quella didattica come docente di Canto Jazz presso Istituti Musicali, Conservatori e presso il Teatro Erwin Piscator.
L’interprete parte dalle tendenze e dagli stilemi originari del suddetto genere, mantenendo il concetto di improvvisazione insito nel linguaggio jazzistico, ma mira ad andare oltre; per cui afferma: «Per far musica è necessario calarsi nella propria concezione del mondo, entrare in contatto con la propria essenza , con il proprio io», e continua dicendo che a suo avviso «cantare le standard songs degli anni ’40 sarebbe anacronistico, non rispondente alla evoluzione dei tempi». E’ la visione della vita che pervade ed esalta la sua musica, intrisa delle emozioni evocate da ciò che le sta intorno, in una dimensione europeista di stampo e sapore mediterraneo che si discosta dalle lontane origini neworleansiane rintracciabili in quell’area geografica dove, dall’incontro di diverse culture, nei primi anni del Novecento nacque la musica jazz. Molte delle sue composizioni sono soltanto vocalizzate con atmosfere minimaliste, e la voce – utilizzata come sintetizzatore vocale umano – si ispira alle sonorità della natura e alle cellule ritmico-musicali provenienti dalle radici fonetico-linguistiche della sua cultura. La Bentivoglio, infatti, descrive i colori della nostra terra e dell’area mediterranea, ancorata alle tradizioni della grecità, piuttosto che all’esperienza afro-americana.
L’Ensemble ha eseguito con grande sensibilità artistica un ricercato programma che includeva musiche di Alberto Alibrandi, tra cui La Voce, brano dalla raffinata anima stilistica, e del polistrumentista Paul McCandless, autore di L’ultima fioritura, oltre a composizioni della cantante siciliana abilmente adattate a testi letterari come It was a quiet way, lirica d’amore scritta dalla poetessa Emily Dickinson. Tra i componimenti musicali proposti, sapientemente intercalati con personali riflessioni della cantante, spiccano anche Only light blue, Sulle vie dello Zimbabwe, dedicato ai bambini africani e I luoghi di Eolo; inoltre, degni di nota gli interessanti percorsi a proposito dei quali la Bentivoglio tiene a precisare: «La parola diventa musica, e la musica diventa parola» e che si rifanno – collocandosi, pertanto, tra musica e letteratura – ad opere come La Vita Nuova di Dante, Le Favole della Dittatura di Sciascia e Retablo di Vincenzo Consolo. In ogni composizione viene reinventata la tecnica e l’arte canora; in tal modo, risulta raggiunto l’intento di realizzare una nuova musica, carica di emozioni e di comunicatività, in cui l’ascoltatore e l’interprete si fondono inestricabilmente, e l’ascolto viene inteso come «la dimensione assoluta della percezione».
E’ stato uno spettacolo di autentica arguzia sonora che ha dilettato i sensi; sicché il pubblico, tra entusiastici applausi, è rimasto colpito da una trance ipnotica, diventando testimone di un perfetto equilibrio tra i musicisti, i quali hanno tessuto un coeso mélange, strumentale e vocale insieme, che, tuttavia, non ha adombrato l’identità espressiva di ciascuno.
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Mer, Feb 15, 2012
Spettacolo