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“Go with the flow – Segui il flusso”

Gio, Feb 2, 2012

Arte

 La fotografia di Katarina Vargova a  Taormina

S’inaugura, a Taormina, alle ore 18:00 del 4 febbraio, una mostra fotografica di Katarina Vorgova,  di origine slovacca, di cui le forme dell’acqua sono le protagoniste per eccellenza. Go with the          flow Segui il flusso è il titolo della vetrina di immagini foto digitali che propongono scorci di    paesaggi e angoli di natura focalizzati da un occhio che coglie e vive intensamente le emozioni che    suscitano il creato.

 L’esposizione, ospitata nella Biblioteca Comunale di Taormina, chiuderà i battenti il 29 del mese in   corso.

 Si tratta di una trentina di foto offerte al pubblico dall’associazione “Arte & Cultura a Taormina”  all’interno del progetto “Omaggio a Taormina”.

La Vargovariesce bene, attraverso le immagini, ad esprimere il suo innamoramento per la natura. «Una Natura che non ha più il “campo largo” dei panorami e degli scorci di paesaggi siciliani fermati nella loro struggente bellezza – come nella personale del 2010  Sogni naturali – bensì, quasi che il tempo trascorso tra l’una e l’altra mostra avesse innescato una sorta di velocissima “carrellata” con “zoommata” finale». Per cui la «la Natura viene vista come un “coagulo” di frammenti, la cui “esplosione” in un campo visivo sempre più ristretto fa sì che il particolare assurga a quadro d’assieme.»

«E così l’acqua, elemento primordiale e per certi versi “anonimo” nella sua entità, diviene il macrocosmo, variabile e variegato, dove l’obiettivo fotografico spazia e si arresta per un millesimo di secondo, giusto il tempo di uno scatto, fissando per sempre una variazione sul tema. Dando “consistenza” solida a ciò che è liquido… Dando “forma” a ciò che forma non ha.»

«Soffici merletti di spuma, intessuti dall’onda del mare che s’infrange, rivestono, impreziosendolo, un nero ciottolo sulla spiaggia; lo zampillo di una fontanella, schizzando via libero nell’aria, sembra assumere antropomorfe sembianze, travestendosi da evanescente Venere di Cirene; una banale pozzanghera, specchio di un raggio di sole sfuggito all’assedio delle nuvole, porta i segni increspati e concentrici della caduta di una foglia che non si arrende alla sua fine, ed, ancora in grado di “navigare”, si allontana come una piccola vela verde dal luogo dell’impatto… E’ un’acqua fotografata in più declinazioni che la rendono completamente diversa, quella della Vargova; un’acqua che trasforma il suo apparire, che cambia in continuazione. Come succede nella vita.».

Redazione l’Alba

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